biscotti, dolci, storia & cultura

Il tè all’inglese e i pasticcini con curd all’arancia e cannella La tradizione del té all'inglese: esploriamola insieme

 L’usanza degli inglesi di prendere il tè alle 5 pare sia nata con Anna Maria Stanhope, duchessa di Bedford, che per superare lo stacco tra pranzo e cena prese l’abitudine di consumare la bevanda con i biscotti a metà pomeriggio.

Se prima si faceva portare una teiera e dei dolcini quasi di nascosto, poi cominciò a fare dei veri e propri inviti alle altre dame di compagnia della regina Vittoria, facendo di questa abitudine un vero e proprio rito.

Naturalmente il tè si consumava già da tempo in Inghilterra e se gli Olandesi furono i primi ad iniziare questo commercio, importando il tè dalle colonie orientali, gli Inglesi ne fecero un vero e proprio impero, tanto che la rivolta delle colonie americane contro la madrepatria inglese ebbe inizio proprio con il Boston Tea Party, quando i coloni svuotarono in mare una gran quantità di casse di tè in segno di protesta contro i dazi sulle importazioni ed esportazioni.
 
Il té delle cinque inglese era un evento da benestanti aristocratici e borghesi, perché tutti gli altri bevevano tè a qualsiasi ora del giorno e non necessariamente di buona qualità, quanto piuttosto per tenersi su con la teina.
Il tipo di tè più appropriato per il consumo pomeridiano era il Darjeeling, proveniente dall’India, di solito servito al naturale o con limone, ma non con il latte.
L’acqua veniva fatta riscaldare in un bollitore e poi passata nella teiera, dove era fatta girare per intiepidirla tutta. Poi veniva versata di nuovo nel bollitore per essere scaldata ancora. 
 
Nel frattempo il tè in foglie veniva messo direttamente nella teiera, nella misura di un cucchiaino per ogni commensale e uno per la teiera stessa. Questa veniva poi riempita d’acqua e tenuta calda con una copertina speciale per diversi minuti.
L’infuso veniva poi filtrato sopra la tazza con un apposito colino.
Il rito del tè vittoriano prevedeva anche altre diverse regole, ad esempio il piattino doveva essere sempre appoggiato sul tavolo o sulle ginocchia e la tazza avvicinata alla bocca per bere ad ogni sorsata e poi appoggiata di nuovo sul piattino. Il tavolo che accoglieva teiera e tazze doveva ospitare anche i piattini con i biscotti secchi e al burro, il pane e marmellata, le varie pietanze salate come prosciutto e formaggio ed altre bevande quali limonata e cioccolata.
Servire cioccolata e tè con la panna era stato di gran moda in epoca georgiana per poi passare come gesto frivolo e poco elegante nel periodo Regency. Era anche poco elegante mangiare troppi biscotti o dolcetti o mettere troppo zucchero.
Le tazzine, manco a dirlo, dovevano essere tutte uguali e intonate alla teiera e quindi bisognava pianificare in anticipo gli invitati al tè perché non si verificassero spiacevoli disguidi, insomma…il tè era tutto fuorchè una pausa di relax come lo intendiamo oggi.
Nonostante ciò per una romantica come me l’idea del raffinato tè all’inglese è molto accattivante, così come le immagini che ci sono state tramandate dai pittori naturalistici dell’epoca.

Tea – George Dunlop Leslie

Ho scelto di abbinare al Darjeeling di Coccole dei pasticcini preparati con farina di mais e bianca e farciti con un curd tipicamente inglese all’arancia e cannella, perché talvolta un abbinamento è fatto soprattutto di suggestioni.
L’accordo è stato perfetto, tra la morbidezza del Darjeeling e le punte agrumate ma gentili dell’arancia matura.

La ricetta: Pasticcini di farina di mais con curd all’arancia e cannella

150 g farina mais
50 g di farina 00 (sostituibile con maizena)
75 g burro
1 uovo
55 g zucchero canna grezzo
40 g zucchero bianco
pizzico di sale
buccia grattugiata di un’arancia

Ho impastato farina, burro e buccia di arancia formando dei grumetti.  Ho poi sbattutto l’uovo con lo zucchero ed il pizzico di sale e ho mischiato all’impasto con un cucchiaio. L’impasto rimane abbastanza morbido e appiccicoso e deve essere raffreddato in frigo per almeno un’ora.
Ho poi formato delle palline di impasto grandi come noci e dopo averle deposte sulla teglia le ho schiacciate al centro con il pollice fino a formare una cavità.
Ho infornato a 175° per circa 10-12 minuti, finchè i biscotti non si sono dorati leggermente.
Una volta freddi li ho farciti con il curd di arancia e cannella.

Curd all’arancia e cannella

1/2 dl di succo di arancia
buccia di 1 arancia naturale
75 g di zucchero
2 uova
50 g di burro
1/2 cucchiaio di maizena
1cucchiaino colmo di cannella in polvere

Ho mischiato la cannella alla maizena e allo zucchero e poi ho diluito queste polveri in poco succo d’arancia, formando una pappetta che ho allungato pian piano aggiungendo tutto il liquido. Ho messo il liquido in un pentolino con la buccia grattugiata fine fine per non formare troppi grumetti, aggiungendo anche le uova intere leggermente sbattute con la forchetta e il burro tagliato a cubetti.
Dopo aver mescolato per amalgamare tutti gli ingredienti ho messo a cuocere a bagnomaria, in una pentola più grande che sobbollisse non troppo violentemente.
Ho mescolato finché la crema non si è inspessita, ci vogliono dieci minuti, tenendo presente che raffreddandosi si solidifica ulteriormente.

 
 
**molte delle informazioni sul tè di epoca regency e vittoriano sono desunte dall’interessante articolo che trovate a questo link,dove troverete ancora di più per approfondire.

 

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