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La Galleria del Sapore Cirio e una ricetta legata al ricordo di casa

Vi racconto una bella storia, di quelle che piacciono a me.

Francesco Cirio, nato a Nizza Monferrato da un padre commerciante di granaglie, fin dalla più tenera età ebbe uno spirito imprenditoriale non da poco: ragazzino di undici anni andava a piedi al mercato di Nizza Monferrato, riempiva la sua cesta di ortaggi e andava a rivenderli a Fontanile, dove abitava, consegnandoli porta a porta.


Trasferitosi a Torino, qualche anno più tardi, assieme al fratello Ludovico, e con un lavoro di scaricatore di vagoni ferroviari, acquistava frutta e verdura a Porta Palazzo all’orario di chiusura e a prezzi ragionevoli per andare a rivenderla nelle borgate periferiche che avevano pù difficoltoso accesso al mercato ortofrutticolo.

L’attività dovette rendergli tanto che in poco tempo riuscì ad acquistare un carretto per ampliare il giro di consegne, mentre si arrovellava su come portare verso la stagione fredda i frutti dell’estate.


Il metodo era stato inventato in realtà da Nicolas Appert nel 1795 e presentato al pubblico nel 1810: i più svariati cibi venivano messi in bottiglie di vetro, sigillati e poi tenuti in acqua bollente finchè non erano cotti: questo garantiva una lunga conservazione del prodotto.
Nel 1856 Cirio prese in affitto un locale in via Borgo Dora 34, a Torino, dove fece installare le caldaie per le lavorazioni: cominciò con la sperimentazioni, prima i piselli, seguiti da altre lavorazioni, fino ad arrivare al pomodoro, che fece la sua fortuna.

All’Esposizione Universale di Parigi del 1867 il marchio era già affermato; ne conseguì l’apertura di altri stabilimenti in tutta Europa: a Castellammare di Stabia, Milano, Parigi, Vienna, Berlino, Londra, Bruxelles e Belgrado, mentre le merci già viaggiavano su vagoni ferroviari verdi bianchi e rossi a tariffe agevolate grazie all’apposita legge Cirio varata dal ministro DePretis.


Nel frattempo fioccano le storie sul suo piglio imprenditoriale. Si
racconta che saputo dell’opportunità di vendere dei cavolfiori a
Berlino, ne mandò un cospicuo rifornimento; avvisato del’invenduto si
mosse personalmente con un carico di burro e vino, comunicando che a
chiunque avesse acquistato i cavolfiori italiani sarebbe stato fornito
burro per condirli e vino per annaffiarli, con il risultato di fare in
poche ore il tutto esaurito. 

Francesco Cirio, come i grandi imprenditori alla ricerca di sempre nuove occasioni, aprì un negozio e un albergo a Torino, divenne esportatore di uova, coltivatore di tabacco, imprenditore agricolo, senza mai fermarsi, ma purtroppo alcune operazioni sbagliate portarono a un tracollo del patrimonio poco prima della sua morte.
Nello stesso anno, nel 1900 nasce la «Cirio società generale conserve alimentari», con gli
stabilimenti di punta in Campania a San Giovanni
a Teduccio di Napoli, e Pontecagnano, in provincia di
Salerno.


Il 25 giugno Cirio è tornata a Torino, proprio dove tutto è cominciato, per giocare con il mondo delle foodbloggers e dell’arte, nella cornice d’eccezione della sede della Città del Gusto del Gambero Rosso.
L’artista è 9periodico, giovane emergente romano, che ha ideato per Cirio una serie di tele naif piene di colore.
Le foodbloggers, 16 e scatenate, eccole qua! Riuscite a riconoscermi?

Siamo state testimoni di questo momento di arte producendo noi stesse arte in cucina, mentre 9periodico si dava da fare con fogli e pennelli…

Ecco… le sabaude, contattate da Mariachiara Montera e pronte a tutto, hanno davvero dato il meglio di sé sui social anche prima dell’evento. La sera della sfida, invece, concentrazione assoluta (unita a tante risate, a dire il vero) per tutta la durata della gara! 😀

Ad ogni foodbloggers è stata assegnata una scatola del mistero, in modo casuale, con un ingrediente misterioso e una spezia o un semino da abbinare. Dopo il giro in dispensa per prendere qualche altro ingrediente, ognuna di noi si è messa all’opera per preparare il proprio piatto.

Sono stata fortunata: mi è capitata la ricotta, ingrediente versatile e perfettamente nelle mie corde. L’idea di farne polpettine mi è venuta all’istante, le polpette di ricotta fanno parte della tradizione di famiglia da tempo – le faceva mia nonna, belle grosse, e mio nonno le chiamava bombe, e mia madre le ha sempre fatte in casa, con  il sugo di pomodoro con la cipolla e di solito del prezzemolo nell’impasto.
Io ho usato la maggiorana per insaporire e i semini di papavero presenti nella mistery box per aggiungere un tocco di croccantezza.

Grazie a questa felice intuizione e ad un po’ di fortuna ho anche rimediato una felicissima vittoria, colpendo in qualche modo, con il sapore e la semplicità di questo piatto lo chef giudice della gara Luca Ogliotti.

[Le foto della serata sono di Davide Bellucca.]


Ed ecco la mia ricetta per la Galleria del Sapore Cirio: Il cerchio di Giotto, ovvero polpettine di ricotta con i semini di papavero e un sugo tondo tondo con La Polpa Più Cirio.

(ingredienti per 4 porzioni)

per il sugo:
1 lattina di Polpa Più Cirio
1 cipolla piccola
1 rametto di maggiorana
olio extravergine
sale
peperoncino

per le polpettine:
500 g di ricotta vaccina o di pecora
100 g di pecorino grattugiato
100 g di pangrattato
2 cucchiai di semini di papavero
2 uova
sale
maggiorana

In una padella capiente, versare due cucchiai d’olio e rosolarvi la cipolla tritata per qualche minuto, poi aggiungere la Polpa Più Cirio e fare cuocere per circa un quarto d’ora a fuoco lento, senza far addensare, aggiungendo all’occorrenza un po’ d’acqua. Regolare di sale ed aggiungere un rametto di maggiorana e mezzo peperoncino per insaporire.
Nel frattempo schiacciare la ricotta con la forchetta, aggiungere il pecorino, i semini di papavero e un cucchiaino di maggiorana tritata, creando un composto omogeneo; regolare di sale, poi aggiungere le uova leggermente sbattute e il pangrattato; aggiungerne un po’ se il composto risulta troppo morbido. Formare delle palline grosse come una noce e poi metterle a cuocere nel sugo di pomodoro, coprendo la padella con un coperchio. Ogni tanto far rigirare il contenuto della padella per far cuocere uniformemente le polpettine. Dopo un quarto’ora circa saranno pronte.
Prelevare con un cucchiaio un po’ di sugo e deporlo sul fondo dei piatti. Adagiarvi sopra le polpettine e decorarle con foglioline o fiorellini di maggiorana fresca.

 
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