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Insalata Waldorf

Oscar Tschirky, nato nel 1866 a La-Chaux-de-Fonds in Svizzera, poi trasferitosi negli Stati Uniti, divenne il maître del ristorante Delmonico’s e, a partire dal 1893, anche dell’Hotel Waldorf-Astoria. 
 
Il Waldorf-Astoria di cui parliamo è quello che era situato nella Fifht Avenue, mentre l’attuale Waldorf=Astoria si trova oggi al numero 301 di Park Avenue ed è datato 1931.
Oscar Tschirky divenne in breve tempo un vero e proprio simbolo dell’albergo e venne soprannominato Oscar the Waldorf. Amato dai propri clienti era in grado di accontentare tutti con la propria professionalità e, anche se non era un cuoco a tutti gli effetti, si occupò fin da subito della redazione dei menù.
Si racconta che una volta un broker newyorchese di Wall Street, un tale Lemuel Benedict, si era trovato a vagare completamente ubriaco nei pressi del Waldorf. Con la speranza di debellare la sbornia mattutina prima di recarsi a lavoro ordinò un toast con uova, bacon e salsa olandese. Una colazione non propriamente leggerina!!
Ad ogni modo Oscar The Waldorf, restò colpito da quella richiesta e, dopo aver accontentato il cliente, pensò a come inserire questo curioso abbinamento nel menù. Sostituì il toast con un mezzo muffin inglese, sopra vi depose il bacon, un uovo in camicia e la salsa e lo chiamò Eggs Benedict.

A Oscar The Waldorf si deve anche l’invenzione dell’insalata Waldorf, forse l’insalata più famosa al mondo, una vera intuizione in fatto di abbinamenti di sapori, dove gli ingredienti principali sono mele, sedano rapa e maionese.
Nel 1893 la Waldorf Salad venne servita ad un ricevimento privato nell’albergo e nel 1896 apparve nel “The Cook Book by Oscar The Waldorf”. Nel “Rector Cook Book” del 1928 viene ufficialmente inserita la versione con le noci, che entrano così tra gli ingredienti canonici.
E questa insalata è davvero buona, tanto da essere citata da Cole Porter in una canzone, You’re the Top, dove tra un «you’re the Louvre Museum» e un «you’re a Shakespeare’s sonnet» ci infila anche un «you’re the Waldorf Salad, you’re the top!»
 


Io ho sostituito il sedano rapa con il sedano a cespo, dal gusto un po’ più incisivo del primo; come mele ho usato le golden, dolci e succose. La maionese l’ho diluita con yogurt bianco e condita con sale e una spolverata di pepe nero.
Provatela, è fresca, aromatica e soddisfacente.

 La ricetta: Insalata Waldorf

(per 2 persone)

Qualche foglia di lattuga ghiaccio

2 (o più) coste di sedano, tenere, vicine al cuore

1 mela golden

4 noci

2 cucchiai di maionese

1 cucchiaio di yogurt intero

1 limone

sale

pepe



Ho lavato la lattuga ghiaccio, l’ho spezzettata e messa in una ciotola.

Ho sbucciato la mela e l’ho tagliata a fettine sottili, bagnandole con succo di limone e poi disposte sopra la lattuga.

Ho aggiunto il sedano ben lavato, privato dei fili e tagliato a rondelle.

Ho sbucciato le noci e le ho spezzettate grossolanamente sopra le mele e il sedano.

Ho
mescolato la maionese con lo yogurt, condita con ancora qualche goccia
di limone, sale e pepe e versato questa salsina sull’insalata.

Mescolare e gustare, magari con il sottofondo musicale di You’re The Top.
E qui in versione pret à porter in vetro, per Friends of Glass:


Con questa ricetta partecipo al contest Insalatiamo di Puffin del blog Puffin in Cucina.
 
 

ai fornelli, storia & cultura

25 maggio – Fish & Chips Day (ma il mio è homemade!!!)

Oggi, 25 maggio, in Irlanda si festeggia il Fish&Chips Day.
Si tratta di un’iniziativa nata per far conoscere le origini di questa preparazione che sembra affondare le radici nella cucina anglosassone delle coste e che invece vanta una discendenza tutta italiana. Infatti nel 1880 si formò la prima comunità di immigrati italiani in Irlanda; provenivano da Val di Comino, provincia di Frosinone, ed introdussero la frittura di pesce in pastella, vendendola poi agli angoli delle strade avvolta in cartocci insieme alle patate fritte.
Non solo pizza…è un sollievo, anche se ricordiamo che curiosamente anche la pizza nasce come cibo da mangiare in strada, senza tanti complimenti…il cibo prêt à porter è di sicuro successo!
Non mi stupisce che gli italiani siano arrivati anche in Irlanda a portare qualcosa della nostra tradizione culinaria… mi stupisce che in quegli anni andassero proprio in Irlanda dove non si navigava nell’oro, tutt’altro… ma tant’è!!!
il nostro itinerario
Questa ricorrenza è anche l’occasione per dedicare un post a questa bellissima terra e per ricordare il mio viaggio dell’anno scorso, viaggio di scoperte e di emozioni continue in un luogo che non può non restare nel cuore.
Anche oggi mi porto dietro il chiasso di Dublino e la sua poesia, il vento di Galway, i colori del Connemara, il silenzio di Inis Mor, la musica di Doolin, lo spleen delle Cliffs of Moher, i contrasti di Limerick, i profumi di Cork, i colori di Kinsale, l’impronta della storia a Cashel e Cahir, l’aspettativa sportiva di Kilkenny, e solo chi ha visitato quei luoghi mi può capire da una sola parola.
Pubblico qualcuna delle mie foto dell’agosto scorso… con un velo di malinconia…e poi largo alla ricetta del Fish&Chips…a modo mio!
I mille volti di Dublino
Galway, città sul mare e mare in città
uno sguardo sul Connemara
Kilemore Abbey, al centro del Connemara
Inis Mor, la più grande delle Aran Island
silenzio alle Aran
uno sguardo sull’Atlantico dal Dún Aengus
il Clare fatato
Vertigini alle Cliffs oh Moher
Breve sosta a Limerick
Cork, ventosa e affascinante
Le maree e le piccole case colorate di Kinsale

I laghi di Killarney, nel Kerry
Muckross House
In punta di piedi dentro Cashel
Uno sguardo su Cahir dalle mura del castello
Kilkenny, piena di storia
La ricetta: Fish & Chips Homemade

Quei signori di Val di Comino non avevano la friggitrice, né le patate surgelate, né la maionese in bustina… Quindi presumo avessero un bel da fare a preparare fish & chips tutto il sacrosanto giorno.
Anche con le facilitazioni elettriche odierne, toglietevi dalla testa di risolvere il tutto in 10 minuti!!!

Io ho suddiviso il lavoro in quattro (4!!!) fasi.

1. La salsa
1 uovo
125 ml di olio di semi
il succo di mezzo limone
sale
1 vasetto di yogurt bianco intero
1 cucchiaino di timo
pepe

Si tratta di una maionese fatta a mano corretta con lo yogurt: nell’uovo intero ho messo un pizzichino di sale, ho mescolato per un minuto poi ho cominciato ad aggiungere l’olio di semi di mais a goccia a goccia sempre mescolando. Poi con la velocità minima del frullatore ho continuato a montare, aggiungendo l’olio a filo.
Quando la maionese è diventata solida ho aggiunto il succo filtrato di mezzo limone e ho aggiustato di sale. Poi ho messo in frigo.
Prima di portare in tavola ho mischiato 4 cucchiai di maionese con 2 di yogurt intero, un cucchiaino di timo e una spolverata di pepe.

2. Le patate (quantità a scelta…ma più sono e meglio è!!!)

Ho scelto il tipo a buccia rossa, più adatto ad esser fritto. Le ho lavate e sbucciate, tagliate a listarelle lunghe e messe in frigo, mentre preparavo la salsa.
Le ho riprese e ho fatto il primo passaggio in olio bollente di semi di arachidi, devono essere tolte che sono ancora bianche. Si lasciano intiepidire e intanto si passa al pesce.
Poi si riprendono e si fa una seconda frittura, che darà croccantezza, facendole dorare un po’ e salando alla fine.

3. La pastella
100g di farina
100 ml di birra
1 uovo
sale

Ho mischiato la farina con il tuorlo d’uovo, aggiungendo pian piano la birra. Ho lasciato riposare per dieci minuti, poi ho aggiunto l’albume montato a neve con un pizzico di sale.

4. Il pesce
per 2 persone ho usato 250 g di merluzzo decongelato
Ho asciugato i filetti e li ho passati nella farina, poi li ho bagnati abbondantemente nella pastella e li ho messi a friggere, mentre le patate completavano la seconda friggitura in un’altra padella.

Ho composto il piatto e…   goile maith ar chor ar bith!!!

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