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ai fornelli, ricette tradizionali

Nonnevotten, le frittelle dei Paesi Bassi

Dopo la Rijstevlaai, ancora una ricetta della Limburg per la raccolta Abbecedario Culinario dell’Unione Europea, che questo mese si svolge sul blog di Mony, Gata da Plar, dedicato ai Paesi Bassi, e ancora una ricetta dolce.
Archiviate le feste natalizie già si pensa al Carnevale ed arriva il tempo delle frittelle. I dolci fritti sono simili in ogni parte del mondo e queste frittelle olandesi non sono molto diverse dalle zeppole.
Una simpatica curiosità questa volta riguarda il loro nome: letteralmente nonnevot significa “sedere di monaca”; pare che le monache francescane nel tardo ‘800 avessero in effetti un nodo simile sul di dietro del loro saio e questi dolci sono stati chiamati così per questa ragione.
Ho cercato su
google delle immagini per capire come vengono servite: alcune sono
spolverate di zucchero e altre servite al naturale. Secondo me si
possono anche farcire di crema, come i classici krapfen…l’importante è
farle e gustarle quasi subito, quando sono ancora calde.

La ricetta: Nonnevotten

(per 12 pezzi)
275 g farina manitoba
125 g di latte
10 g di lievito di birra
30 g di burro
1 cucchiaio di zucchero
1 pizzico di sale

olio per friggere

Ho sciolto il lievito di birra nel latte tiepido con mezzo cucchiaino di zucchero.
Ho mescolato 200 g di farina con il sale e lo zucchero.
Ho fatto sciogliere il burro.
Ho cominciato ad impastare versando il latte nella farina, fino a formare una pastella densa. Poi ho aggiunto il burro sciolto, ormai tiepido.
Gradualmente ho aggiunto i restanti 75 g di farina, fino ad ottenere un impasto lavorabile,  morbido ma non appiccicoso.
Ho messo a lievitare in un recipiente coperto da pellicola fino al raddoppio.
Ho diviso l’impasto in 12 porzioni ed ho lavorato ciascuna nel seguente modo: l’ho impastata dolcemente per qualche istante, ne ho ricavato un serpentello cicciotto e da questo ho ricavato un nodo.
Ho messo i nodi a lievitare per circa mezz’ora in un luogo caldo, ben distanziati e coperti da pellicola.
Ho fatto scaldare l’olio di semi e vi ho fritto ogni nodo finché non era dorato e poi l’ho fatto asciugare sulla carta assorbente.
Ho rotolato le frittelle nello zucchero semolato e subito servito.

 E anche questa ricetta finisce nell’Abbecedario Culinario dell’Unione Europea!!

ai fornelli

Rijstevlaai, il dolce di riso dei Paesi Bassi per l’Abbecedario Culinario

Il primo paese europeo a diventare protagonista dell’Abbecedario Culinario è, sul blog Gata da Plar, l’Olanda o più precisamente i Paesi Bassi, dalla cucina a me completamente sconosciuta… 
Mi sono documentata un poco ed ho scoperto che i Paesi Bassi sono costituiti da 12 distinte province, con piatti tipici diversi o versioni diverse dello stesso piatto, e che l’aggettivo “olandese” si può attribuire solo a 2 delle province costituenti la Federazione.
L’origine del nome dei Paesi Bassi l’abbiamo imparata a scuola, quando ci han detto che buona parte del suo territorio si trova al di sotto del livello del mare (precisamente il 20%). Il 50% invece giace ad un’altezza inferiore al metro sul livello del mare…ed io mi immaginavo una cucina composta quasi esclusivamente di aringhe e molluschi… Invece devo dire che i piatti sono piuttosto vari e che alcuni dolci sono davvero invitanti!!
Ho scelto proprio un dolce per aprire la mia partecipazione alla raccolta. 
Si tratta della Rijstevlaai, dalla regione della Limburg, una delle più meridionali dei Paesi Bassi. Le vlaaien  sono una sorta di crostata, con la differenza della più importante presenza di lievito nell’impasto rispetto a una normale pastafrolla. A volte viene usato il lievito di birra, altre volte un semplice lievito istantaneo; il ripieno è costituito da una crema di riso cotto nel latte e aromatizzato alla vaniglia.
In rete ho trovato solo ricette in inglese e quindi ho dovuto tradurre tre o quattro ricette prima di decidere quale mi fosse più congeniale ed inevitabilmente ne è venuta fuori una versione personale, correggendo le dosi a seconda del mio gusto.
Rispetto a molte ricette ho aumentato leggermente la quantità di zucchero nella crema di riso; poi ho aggiunto un poco di farina di avena nell’impasto che ha dato una consistenza più rustica alla base; tradizionalmente la Rijstevlaai è piuttosto bassa, io, sulla suggestione  di alcune foto trovate in rete, l’ho fatta un po’ più alta e l’ho spolverata leggermente di zucchero a velo.

Eccola a voi, compagni di viaggio!!

La ricetta: Rijstevlaai

Per la crema:
70 g di riso
420 ml di latte intero
i semini di una bacca di vaniglia
1 uovo
1 pizzico di sale
50 g di zucchero
Per la pasta:
90 g di farina bianca 00
35 g di farina di avena
1 cucchiaino di lievito in polvere per dolci
30 g di burro morbido
30 g di zucchero
qualche cucchiaino di latte
1 uovo 
Ho sciacquato il riso sotto l’acqua corrente.
Ho messo a scaldare il latte in un pentolino capiente  con i semini della bacca di vaniglia e quando stava per bollire vi ho gettato il riso. L’ho fatto cuocere finchè non era morbido, poi ho spento e messo a intiepidire: il riso assorbirà tutto il latte, mentre raffredda.
Ho preparato la pasta, mischiando alla farina lo zucchero e il lievito in polvere. Ho aggiunto il burro morbido a cubetti, impastando e poi l’uovo, fino a formare un impasto soffice, un po’ più morbido di una normale pasta frolla: se occorre si aggiunge qualche cucchiaino di latte. Ho fatto riposare l’impasto per una ventina di minuti.
Ho ripreso la crema: diviso il tuorlo dall’albume ed ho lavorato il tuorlo con metà dello zucchero fino a farlo diventare chiaro; ho aggiunto lo zucchero restante alla crema di riso e latte mescolando bene ed ho montato a neve l’albume.
Ho steso la pasta in una sfoglia sottile ed ho foderato con essa uno stampo imburrato del diametro di 21 cm.

Ho aggiunto il tuorlo con lo zucchero al riso e latte e, a completo assorbimento, ho amalgamato anche l’albume a neve.
Ho versato questa crema all’interno della teglia ed ho infornato il tutto a 170° per 35 minuti.
Prima di togliere dal forno ho fatto la prova stecchino e poi ho spolverato con zucchero a velo.

ai fornelli, ricette tradizionali

# 15 – Calendario dell’Avvento – Speculoos

Gli Speculoos sono biscotti tipici natalizi, ancora una volta del Nord Europa, e suggellano direi in modo definitivo il mio amore per le terre del nord. 

Il loro nome, Speculoos/Speculaas, ha un’assonanza con le spezie con cui sono aromatizzati: un tripudio, di cannella, zenzero e chiodi di garofano, ma anche noce moscata e cardamomo. In realtà però il significato del nome è un altro, deriva dal latino speculum, specchio, poiché i biscotti originali a forma di animali, venivano ricavati con degli stampi di legno incisi per l’appunto specularmente.
Un tempo erano i biscotti del 6 dicembre, preparati in terra fiamminga per festeggiare San Nicola, che lassù al nord viene assimilato a Babbo Natale e porta i doni ai bambini. Oggi vengono naturalmente prodotti tutto l’anno.
Certo che preparali in questa stagione, con il gelo fuori e le finestre ben chiuse, quando la casa si riempie magicamente dell’aroma di terre lontane è tutt’altra faccenda.
Perfetti da confezionare e regalare perché si mantengono a lungo croccanti, sono perfetti da accompagnare ad un tè aromatizzato, magari con erbe e spezie, per far durare di più in bocca questo divino sapore.
La ricetta che ho utilizzato è quella di Sigrid del Cavoletto, con leggere variazioni. Io ho aggiunto un velo di deliziosa glassa alle spezie.
La ricetta: Speculoos
150 g di farina 
1 pizzico di sale
1/2 cucchiaino di lievito
100 g di burro
1/2 uovo sbattuto
125 g di zucchero di canna
1 cucchiaino raso di cannella in polvere
1 punta di cucchiaino di chiodi di garofano macinati
1 pizzico di zenzero
1 pizzico di cardamomo
1 spolverata di pepe bianco
1 grattata di noce moscata
5 cucchiai di zucchero a velo
spezie (cannella, garofano e zenzero)
acqua q.b.
Ho mescolato insieme la farina con lo zucchero, il lievito e le spezie.
Ho fatto sciogliere il burro e quando era tiepido l’ho mescolato alla farina, aggiungendo poi il mezzo uovo, sbattuto con un pizzico di sale.
Ho formato un impasto morbido e l’ho fatto riposare in frigo per 1 ora.
Ho steso una sfoglia alta 3 mm e vi ho ricavato i miei biscotti: i miei erano semplicemente tondi di 4 cm di diametro.
Ho fatto cuocere in forno caldo a 180° per 10 minuti.
Quando erano freddi li ho spennellati con una glassa ottenuta con zucchero a velo, le spezie e tanti cucchiaini d’acqua per ottenere un composto spalmabile ma denso.
Lasciar asciugare e confezionare a piacere: la maggior parte dei biscotti dovrebbero finire nel pacchetto, più che in pancia!!!

E ne approfitto per suggerirvi che i grossi vasi di vetro a chiusura ermetica sono un’idea alternativa alla biscottiera in ceramica o in latta!!

Con questo post vi segnalo che partecipo ad Anarchy Giveaway de La Banda dei Broccoli.

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