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Mini-quiche alta-alta con asparagi, uovo e crescenza e la Sfida di Maggio

Inizio questo post con un ringraziamento a Valentina per il bellissimo premio che mi ha assegnato qui per la ricetta Crema verdina di asparagi con palline di pasta cresciuta e frittatina alle erbette. Devo ancora scegliere cosa ordinare…ma ho già dato un’occhiata ed avvistato un paio di vestitini molto carini ed estivi – se mai arriverà l’estate quest’anno.

Ho deciso di partecipare alla sfida di maggio del contest L’idea del mese te la do io, proposta da Laura di Nella cucina di Laura, perché l’ingrediente del mese sono ancora gli asparagi che adoro e che trovo davvero versatili in cucina!! 😀
Questa volta volevo trovare una presentazione graziosa ed accattivante per un accostamento classico: asparagi, uova e formaggio.
Ne è uscito uno sfiziosissimo piatto unico, che si può preparare anche in anticipo e poi riscaldare prima di servire in tavola.

La ricetta: Mini quiche alta-alta con asparagi, uovo e crescenza
(ingredienti per 2 miniquiche, diametro 9cm)
150 g di pasta brisé (un’ottima ricetta con cui la preparo anch’io qui, da Mirty)
70 g di crescenza
½ cipolla piccola (la mia era rossa, si vede nelle foto)
250 g di asparagi verdi
2 uova
4 cucchiai di ricotta salata grattugiata
vino bianco
olio
sale, pepe

Ho messo a cuocere gli asparagi ben puliti in acqua salata, tenendo da parte le punte, che ho messo su una griglia forata sopra la pentola in cui cuocevano i gambi, per farle ammorbidire a vapore e usarle come decorazione del piatto.
Ho tagliato finemente la cipolla e l’ho fatta rosolare in un filo d’olio. Quando ha cominciato a sfrigolare l’ho bagnata di vino bianco e lasciato sfumare, poi ho proseguito la cottura a fuoco lento finché non era morbida.
Intanto ho rivestito con la pasta brisè gli stampini per le mini quiches: io ho usato due cocotte monoporzione di ceramica da forno, con le pareti piuttosto alte rispetto al diametro, così che il contenuto dei tortini non strabordasse.
Ho lasciato intiepidire la cipolla per qualche minuto e poi l’ho mischiata con la forchetta alla certosa, rendendo il tutto cremoso e regolando con un pizzico di sale. Ho aggiunto anche due cucchiai di ricotta salata grattugiata.
Intanto gli asparagi erano cotti, li ho scolati e tagliati a tocchetti.
Ho deposto l’impasto di crescenza e cipolla all’interno della brisè, poi ho aggiunto gli asparagi a tocchetti con un filo d’olio.
Ho creato con un cucchiaino una voragine al centro di ogni ripieno. Ho aperto le uova e le ho deposte delicatamente, una in ciascun ripieno.
Ho spolverato con i due cucchiai di ricotta salata restante ed ho infornato i due tortini a 180° finchè il bordo di brisè non mi è parso ben cotto (per il mio forno, 20-25 minuti).
Ho atteso almeno 5 minuti prima di sformare nel piatto, aggiunto un sottile filo d’olio, una spolverata di pepe nero ed alcune puntine degli asparagi tenute da parte.

Con questa ricetta partecipo alla sfida di maggio del blog Nella cucina di Laura.

ai fornelli

Un Mercoledì Social con Muffin e Dintorni per il Food Revolution Day

Ieri a Torino si è svolto un piccolo evento al Circolo dei Lettori, nell’ambito del progetto Food Revolution Day di cui avevo parlato anche qui.
Marcela Senise, del blog MangiaCheTiFaBeneBimbo, ci ha presentato una serie di eventi da lei coordinati, in qualità di ambasciatrice del Food Revolution Day.

In Italia si mangia bene, e la dieta mediterranea nasce qui, eppure oggi c’è un preoccupante incremento dell’obesità infantile, dovuta ad un’alimentazione non corretta;
Jamie Oliver, il promotore di Food Revolution, sta cercando di porre rimedio a questa piaga, prima in Gran Bretagna ed ora negli USA, andando nelle scuole e parlando di cibo “vero”.
Ho provato a vedere qualche minuto del programma di Jamie Oliver nelle scuole della Virginia. E’ quasi incredibile pensare che i bambini americani sappiano benissimo cosa sia il ketchup, ma non sappiano distinguere un pomodoro intero da una patata. Così è incredibile che per velocizzare la preparazione del cibo nelle scuole vengano usati dei semilavorati, come i fiocchi di patate o i chicken nuggets già preconfezionati e surgelati. Si tratta di prodotti che contengono al loro interno una quantità incredibile di conservanti e di sostanze che ne modificano la durata, ma che assunti dal nostro organismo, soprattutto in caso di abuso, possono avere effetti devastanti.
Se migliorare la qualità dell’alimentazione in America significa abbandonare i prodotti con conservanti ed additivi, per noi il senso di questa rivoluzione può assumere anche altre sfaccettature. Promuovere un consumo più ampio di frutta e di verdura, cruda e cotta, prediligere i prodotti di stagione e a km zero, evitare gli sprechi e i prodotti industriali e tornare, per quanto possibile, a preparare in casa tante cose!!

Marcela, lavorando in una scuola dell’infanzia, è molto vicina alle problematiche dei bambini che non riescono ad approcciarsi correttamente al cibo. C’è chi vorrebbe mangiare sempre gli stessi cibi, come spesso avviene a quell’età, poiché il senso del gusto non è ancora correttamente sviluppato; c’è chi rifiuta alcuni cibi, senza mai averli assaggiati. Questo approccio è sbagliato, ma spesso alcuni genitori, per mancanza di tempo e talvolta anche per mancanza di fermezza non riescono ad educare correttamente in questo campo i loro bambini.
Eppure a volte bastano poci gesti, come presentare il cibo in modo più accattivante, cambiare spesso metodi di cottura, presentare in abbinamento, quando è possibile, lo stesso ortaggio cotto e crudo, per aiutare i bimbi a conoscere cosa c’è nel piatto.
Marcela ci fa notare che anche il momento della spesa, assieme alle mamme e ai papà, è importante in questo senso.

All’evento di ieri sera ho avuto finalmente la possibilità di incontrare Cecilia di Muffin e Dintorni, conosciuta virtualmente quando il mio blog era un neonato! Questa settimana, per il loro consueto appuntamento del Mercoledì Social, Cecilia e Micol mi hanno chiesto di cucinare assieme a loro, per celebrare l’imminente FoodRevolutionDay, il 19 maggio, e il nostro incontro di ieri sera.
Abbiamo pensato all’ortaggio sano e dietetico per eccellenza, la carota e deciso di preparare un piatto salato e un dolce, rendendo la carota protagonista.
Così il Mercoledi social è diventato Food Revolution Social.
Un primo passo per cominciare una rivoluzione sana nel cibo!!

La ricetta dolce la trovate sul blog di Cecilia e Micol.

Per quanto riguarda la ricetta salata ho abbinato un muffin salato alle carote con le carote crude di contorno.

La forma del muffin è di sicuro stuzzicante, grazie al ricciolo di formaggio in cima e al piccolo cuore di spinaci, che dà un tocco di colore e introduce un altro gusto “verde” nell’alimentazione.
Il muffin contiene carboidrati (la farina bianca e integrale – fonte di fibre), proteine (il formaggio, le uova, lo yogurt), grassi “buoni” (olio extravergine d’oliva) e naturalmente le carote. 
Le carote crude, irrorate di succo di limone, conservano tutte le vitamine che le altre avevano perso in cottura.

La ricetta: Muffins integrali alle carote con cuore verde

Per 10-12 muffins

farina bianca 140g
farina integrale 60 g
parmigiano grattugiato 80 g
lievito in polvere per salati 10 g
2 uova
yogurt bianco intero 1 vasetto (125 g)
olio extravergine d’oliva 6 cucchiai
formaggio di capra a dadini 60 g
carote strizzate 200 g
sale
due manciate di spinaci (i miei surgelati) fatti stufare in padella

Ho unito tutti gli ingredienti secchi: le due farine, il lievito in polvere, il formaggio grattugiato, il sale in una ciotola.
In un altro recipiente ho messo le carote grattugiate fini e strizzate leggermente, ed ho aggiunto mescolando, lo yogurt, le uova leggermente sbattute, l’olio extravergine di oliva.
Ho unito le due miscele, mescolando bene e aggiungendo il formaggio a dadini.
Ho suddiviso il composto in pirottini da muffin (i miei di silicone) e al centro di ciascuno ho deposto un piccolo cuore di spinaci stufati in padella.
Ho infornato a 170° per circa 20 minuti.

Per il “frosting” ho usato qualche cucchiaio di formaggio cremoso, fatto colare da un piccolo cono di cartaforno, e poi spolverato di maggiorana.

Per il lettino di carote, ho semplicemente grattugiato fine fine le carote e le ho spruzzate di succo di limone per farle restare di un bell’arancione vivo.


ai fornelli

Crema verdina di asparagi per il contest di Valefatina

Il nome dell’asparago deriva dal greco aspharagos che a sua volta deriva dal persiano asparag che significa germoglio. Questa pianta iniziò a diffondersi probabilmente proprio dall’Iran e dalla Mesopotamia, e venne utilizzato da quei popoli soprattutto a scopo medicinale. I Greci invece lo ignorarono bellamente.
Furono i Romani a riscoprirlo, portarlo verso l’Occidente e ad apprezzarlo tantissimo, tanto che venne considerato un cibo da imperatori e da gourmet, Apicio in testa, che nei suoi scritti lasciò indicazioni su come cucinarlo e da Catone e da Plinio che lo citarono nei loro scritti!
Nel XV secolo cominciò ad essere coltivato in Francia e successivamente in Inghilterra, dove conobbe grande popolarità. La cucina stava abbandonando il periodo delle spezie per iniziare quello delle erbette e degli ortaggi freschi.
L’asparago è proprio un germoglio, come suggerisce il suo nome, mentre la pianta, che fa parte delle Liliacee come aglio e cipolla, si sviluppa a rete, sottoterra.
Una volta che il germoglio buca il terreno e compare in superficie, viene tagliato e raccolto in mazzi. Gli asparagi che compriamo bianchi sono coltivati al buio e raccolti appena emergono, quelli verdi invece hanno il tempo di sviluppare la clorofilla. Al contrario di altre piante la grossezza dell’asparago non è direttamente proporzionale alla sua durezza. Infatti gli asparagi più cicciotti risultano anche più succosi, mentre quelli fini più filamentosi.
L’asparago è ricco di molte proprietà, come il suo parente “cipolla”. Diuretico, utile a rinforzare le pareti dei capillari, ricco di calcio, fosforo, magnesio, potassio e di vitamina B, privo di colesterolo e con solo 25 kcal per 100 grammi, insomma vale la pena farne incetta, a partire da aprile, che è proprio il suo periodo!!!


Per il contest di Valentina del blog Brodo di Coccole in collaborazione con Zalando ho scelto una ricetta elegante, gustosa e con “accessori” sfiziosi proprio come i capi della nuova collezione di Bernadette Penkov.
Il verde di un certo vestitino, questo, dall’aria un po’ retrò, mi ha ispirato sull’utilizzo degli asparagi freschi freschi. Ne ho fatto una crema morbida… Per accostarci della croccantezza, ho abbinato delle frittelle di pasta cresciuta con pezzettini di acciuga e il tocco finale l’ha dato una frittattina sbriciolata con erbette fresche ed essiccate.
Mi è sembrata proprio la ricetta adatta per questo contest.




La ricetta: Crema di asparagi con palline saporite e frittatina alle erbette
(per due persone)
Per la crema:
un mazzo di asparagi verdi
olio
sale
½ cipolla


Per le palline di pasta cresciuta:
100 g di farina
¼ di cubetto di lievito di birra fresco
50 ml di acqua tiepida
sale (attenzione, i filetti di acciuga sono già molto saporiti!)
filetti di acciuga
olio per friggere


Per le frittatine:
2 uova
sale
olio
erbette aromatiche fresche o essiccate


Per prima cosa ho preparato la pasta cresciuta, sciogliendo il lievito in un po’ di acqua tiepida e poi impastando con farina, un pizzico di sale e acqua, fino ad ottenere una pastella consistente ed elastica. Ho lasciato riposare per un’ora.


Nel frattempo ho lavato gli asparagi e li ho privati delle parti più dure. In una padella capiente e dal bordo alto ho messo un filo d’olio e della cipolla tritata e, dopo averla fatta soffriggere un po’ ho aggiunto i gambi degli asparagi tagliati a pezzetti di un cm, tenendo da parte le punte tenere che ho invece fatto cuocere a vapore. Ho fatto insaporire gli asparagi nella cipolla e poi ho aggiunto qualche mestolo di acqua calda fino a coprirli e li ho fatti cuocere lentamente, aggiungendo altra acqua calda per tenerli sempre coperti. Quando erano teneri teneri, li ho frullati con abbondante liquido di cottura, ho aggiustato di sale e aggiunto un filo d’olio e poi messo in un pentolino per poterli riscaldare al momento giusto.


Ho scaldato l’olio per friggere. Ho ripreso la pasta cresciuta e ho deposto nella ciotola dei pezzettini di acciuga e poi preso una cucchiaiata di pastella inglobando un paio di pezzetti. Ho fatto scivolare delicatamente la cucchiaiata nell’olio bollente. Ho ripetuto per altre palline, cinque o sei, e fatto dorare per qualche minuto, e poi fatto la stessa cosa con la pastella restante. Tenere le palline in caldo mentre si aspetta che siano tutte pronte.


Per le frittatine alle erbette, da preparare subito prima di servire, ho sbattuto due uova con un pizzico di sale, e ho miscelato all’uovo menta, timo, maggiorana, origano e basilico. Poi ho fatto colare il composto nella padella unta d’olio, rompendo poi la frittatina come se si trattasse di uovo strapazzato.
Ho servito la crema calda con l’accompagnamento di palline e frittatina.
Cn questa ricetta partecipo al contest di Valefatina, Oltre i fornelli c’è di più!

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Zuppa di ceci con carciofi in pastella

Queste giornate un po’ uggiose, ma soprattutto freddine, invogliano a  preparare ancora qualche saporita zuppa. In questo caso ho fatto la “solita zuppa” di legumi, che si è rivelata insolitamnte divertente da fotografare… i complici sono stati due carciofi ansiosi di essere mangiati, quasi certamente gli ultimi della stagione!
Ne è venuto fuori un perfetto abbinamento tra la classica zuppa di ceci e le sfiziose frittelline. In più come accompagnamento c’erano questi bei panini cottage, di cui pubblicherò presto la ricetta, una forma classica del pane inglese sconosciuta in Italia, (almeno a me). Si tratta di panini sovrapposti, ritagliati sul bordo con le forbici, fino a formare un ricamo che sembra quasi un pizzo.

La ricetta: Zuppa di ceci con carciofi in pastella
350 g di ceci già lessati
vino bianco
500 ml di brodo di verdure (carota, porro, cipolla, aglio, patata, lauro, maggiorana, olio e sale)
olio
sale
pepe

Ho preparato la zuppa semplicemente facendo rosolare per qualche minuto i ceci  in olio, aglio e cipolla tritata. Ho poi aggiunto un dito di vino bianco e ho fatto sfumare, poi ho versato 3 mestoli di brodo e fatto proseguire la cottura fino a completo insaporimento, aggiungendo brodo quando occorre, e a piacere, e aggiustando solo alla fine di sale e pepe.

Nel frattempo ho pulito i carciofi e li ho messi in acqua acidulata con limone.

Per la pastella ho mescolato insieme 100 g di farina e acqua fredda con un pizzico di sale fino a formare un impasto fluido e abbastanza denso.
Ho fritto i carciofi  immersi in pastella in abbondante olio di arachidi bollente e li ho poi spolverati con qualche granello di sale rosa.
Ho riscaldato la zuppa per un paio di minuti e via a tavola!!
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Ravioli di primavera (…quasi!)

Questi ravioli sono saltati fuori dal frigo da soli…La sera prima come antipasto per una cena tra amici ho fatto una passatina di ceci con sopra un involtino primavera da sgranocchiare. A seguire delle lasagne integrali con erbette e formaggio di capra. Dalla preparazione degli involtini era avanzato del cavolo bianco e delle carote, dalle lasagne invece un pezzo di impasto integrale…la sera seguente ho quindi pensato di preparare questi ravioli, dall’aria un po’ cinese, ma di forma italianissima, come i culurgiones sardi.
Il risultato è stato delizioso.

La ricetta: Ravioli di primavera (quasi!)

Per il ripieno:
un pezzo di cavolo bianco (circa g)
1 carota
1 porro
2 cucchiai di salsa di soia (io uso quella dolce)
vino bianco
sale
olio
In una padella ho messo un filo d’olio e il porro tagliato a rondelle a rosolare. Ho poi aggiunto la carota grattugiata a julienne e il cavolo tagliato a striscioline finissime. Ho fatto rosolare a fuoco alto per qualche minuto, poi ho aggiunto il vino bianco. Quando era sfumato ho aggiunto la salsa di soia. Ho lasciato insaporire ed asciugare e regolato di sale, assaggiando. Il ripieno deve restare abbastanza croccante.

Per confezionare i ravioli:
200 g farina (150 bianca, 50 integrale)
acqua tiepida
altra farina per la spianatoia
sale

Ho impastato la farina setacciata con un pizzico di sale aggiungendo gradualmente dell’acqua tiepida. L’impasto era morbido ma non appiccicoso. Deve riposare una mezz’ora infarinato e avvolto in un panno.

Ho poi steso la pasta sottilissima e ho formato con un coppapasta dei cerchi di 6cm di diametro.
Per formare i ravioli ho preso un cerchio di pasta nel palmo della mano sinistra, ho deposto al centro un po’ di ripieno e con la mano destra ho fatto l’intreccio dei culurzones, piegando alternativamente un lato e poi l’altro verso l’interno e saldando la punta finale. Ho seguito le istruzioni e le immagini de La Cucina Italiana, numero di novembre 2011.

Il ripieno non è compatto come quello dei culurgiones classici, quindi bisogna prendere un po’ la mano…ma basta lanciarsi!

Ho poi lessato i ravioli in acqua salata e li ho conditi con olio evo e poche gocce di salsa di soia dolce. Volendo si può dare una leggera spolverata di zenzero in superficie: il gusto si abbina bene con quello del ripieno.


ai fornelli, ricette originali

Cioccolato + Albicocca = Torta AlbiCioccola

Per i romani era la mela armena, perchè in Armenia venne scoperta da Alessandro Magno. Ma le origini dell’albicocca sono geograficamente più lontane, nella Cina Settentrionale, al confine con la Russia e risalenti a 2000 anni prima di Cristo.
Nel suo nome è nascosto il significato di primizia: praecocum la chiamavano i latini, letteralmente “precoce”. Ed è come primizia che va consumata quando è matura e succosa ma non molliccia, perchè l’albicocca troppo matura diventa pastosa. 
Sulla bocca degli arabi diventa al-berquq e di qua alla nostrana albicocca il passo è breve.
Il periodo più adatto per consumare le albicocche è giugno-luglio ma io, ancora al 12 agosto avevo delle albicocche da salvare prima che facessero fagotto e migrassero sconsolate dal frigo, però non volevo farne marmellata e quindi ho pensato al modo più veloce per utilizzarle a pezzetti. Ne è uscita una ricetta-lampo, una specie di clafoutis, ma al cacao, quindi con una nota golosa in più.
Devo dire che è venuto benissimo, bello soffice, e che il sapore del cacao si sposa benissimo con l’asprigno dell’albicocca.
La ricetta: Torta AlbiCioccola 
Ingredienti:
6-7 albicocche grandi
3 uova
140 g di zucchero
100 g di farina
4 cucchiai di cacao zuccherato in polvere
Ho lavato le albicocche e le ho tagliate a spicchi sottili, spruzzandole di qualche goccia di limone, giusto per non farle annerire.
Ho montato le uova con lo zucchero e ho aggiunto poi la farina, mescolando bene, ed infine il cacao setacciato.
In una teglia rettangolare coperta da carta forno, ho disposto gli spicchi di albicocca, fitti-fitti, fino a riempire tutta la superficie. Poi sopra ho versato  il composto al cacao in uno strato uniforme.
Poi ho messo subito in forno già caldo a 175° per circa 25 minuti.
Quando la torta era fredda l’ho capovolta e ho staccato la carta forno in modo da scoprire le albicocche che si erano saldate nell’impasto.
Questa torta è in superficie quasi cremosa, per l’umidità rilasciata dai frutti; il giorno dopo è rimasta sofficissima e la nota acidulina è proprio piacevole!!! Al terzo giorno non arriverà!!! 😀
ai fornelli

Mousse di Fragole mentre fuori piove…

Questo dessert è una coccola. Le fragole in questo periodo sono belle mature e, visto che in questi giorni non smette di piovere, non posso far passare l’occasione di farne un dolcissimo dopocena.

Per 4 coppette ho utilizzato:
150 g di fragole
4 cucchiai di zucchero + 2 cucchiaini per la panna
100 ml di panna fresca da montare
1 foglio di gelatina
croccantezze a piacere (frutta secca, cioccolato, confettini…)
4 biscotti gustosi (tipo macine)

Ho messo ad ammorbidire il foglio di gelatina in un po’ d’acqua fredda.
Ho lavato e tagliato a pezzetti le fragole, le ho messe in un pentolino con lo zucchero e le ho fatte scaldare finchè lo zucchero non era completamente sciolto e le fragole avevano tirato fuori il loro sciroppo, poi le ho fatte intiepidire.
Sul fondo di ogni coppetta ho deposto il biscotto intero e l’ho bagnato con un po’ dello sciroppo venuto fuori.
Un altro cucchiaio di quello sciroppo mi è servito per far sciogliere il foglio di gelatina strizzato.
Ho frullato le fragole e ho aggiunto la gelatina sciolta.
In un altro recipiente ho montato la panna con i due cucchiaini di zucchero.
Ho aggiunto la panna alle fragole frullate mescolando lievemente, senza farla smontare e lasciando qualche parte non perfettamente amalgamata.
Ho diviso il composto nelle coppette, sopra il biscotto che vie era stato precedentemente deposto.
Ho messo in frigo per 4 ore.
Al momento di servire ho decorato con una fragolina e con dei pezzettini di cioccolato e nocciole.

C’è la croccantezza del cioccolato, il soffice della mousse, la sorpresa finale del biscotto ammorbidito… È giugno ma fuori piove? Pazienza… 😉

ai fornelli, storia & cultura

Gelatine alla carota ripiene di gorgonzola

«Questo formaggio è magico, tra un paio d’anni diventerò l’uomo più conosciuto al mondo!» così disse Piermarco Bergamo, lo scopritore del gorgonzola, intorno alla fine del X secolo, in una taverna nei pressi di Milano.
Si sbagliava: il formaggio da lui inventato divenne il più conosciuto al mondo, mentre di lui si perse ogni traccia.

La ricetta: Gelatine alla carota ripiene di gorgonzola

La ricetta l’ho presa qui, e l’ho leggermente modificata, ma la sostanza rimane quella! Nel ripieno ho messo del gorgonzola a pasta semidura, il cui sapore contrasta piacevolmente con la dolcezza della gelatina di carote; infine ho guarnito il cubetto con una spolverata di pepe nero.

Per 9 cubetti ho utilizzato:
350 g di carote
100 g  di gorgonzola

4 fogli di colla di pesce
sale
2 noci
pepe nero
crema di aceto balsamico (o aceto balsamico!)

Preparazione:
Ho pelato e cotto le carote a pezzetti, poi le ho frullate, con un po’ della loro acqua, fino ad ottenere una crema.
Ho aggiustato di sale.
Poi ho suddiviso il composto in due parti.
Ho ammorbidito 2 fogli di gelatina in un po’ d’acqua fredda, per 10 minuti; poi l’ho fatta sciogliere velocemente sul fuoco con un cucchiaio d’acqua e l’ho mischiata ad una metà di crema di carote.
Ho messo il composto in un recipiente quadrato, precedentemente rivestito di carta da forno bagnata e strizzata, e messo in frigo per almeno due ore.
Poi ho tagliato il gorgonzola in 9 cubetti, l’ho disposto regolarmente sopra la gelatina di carote, che si è nel frattempo rappresa, ed infine ho ricoperto il tutto con la seconda parte di crema di carote, amalgamata alla gelatina restante (2 fogli) con lo stesso procedimento di prima.
Di nuovo in frigo, questa volta fino a pochi minuti prima di servire.
Tagliare il panetto ottenuto facendo attenzione a non beccare il ripieno, e spolverare leggermente ogni cubetto con pepe nero.
Ho decorato il piatto con un giro di crema di aceto balsamico e delle noci sbriciolate.

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