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ai fornelli, buffet salato, lievitati-dolci, ricette originali, storia & cultura

Pani dolci alle spezie per il contest “A regola d’arte”

 
Confesso che mi avvicino al contest “Ricette A regola d’arte” di Alice con un po’ di riverenza…ho visto creazioni bellissime da parte di tutti i partecipanti, ma proprio belle belle da vedere e piene di colori. Ho scelto un’altra strada e propongo ad Alice queste briochelle tutte stortignaccole (che poi sono pani alle spezie) perchè la mia ispirazione è venuta da qui:
Ho cercato e ricercato tra i miei generi preferiti qualcosa che facesse al caso mio, ma a quanto pare i fiamminghi, al contrario delle moderne foodbloggers, prediligevano rappresentare il cibo crudo e non c’è stato verso di trovare qualcosa che fosse cotto e ben rappresentato, al tempo stesso. Certo qualche vaga idea di quel che c’era nei piatti…oppure ingredienti resi nel dettaglio più preciso, ma crudi! Poi, come un segno del destino, spunta fuori questo dipinto. Guardo la data e, per particolare simpatia per quell’epoca, che è la stessa de I Tre Moschettieri, decido che  fa poprio al caso mio.
Juan Van Der Hamen y (Gómez de) León fu un pittore spagnolo attivo all’inizio del XVII secolo. Figlio di un cortigiano belga e di un’aristocratica spagnola, forse figlio d’arte, ma non è certo. Certo è che produceva cosine interessanti come questa:

o questa:

o ancora quest’altra:

aderendo alla corrente dei bodegones spagnoli, i pittori di nature morte, con in più un’austerità tutta spagnola e una linearità quasi minimale nell’apparecchiare la tavola. Sono distanti i dipinti con la selvaggina in frollatura o quelli in cui un gatto curioso cerca di rubare un pesce o ancora dove le lumache provano, lentamente, a svignarsela. Qui è tutto immobile.

Invece far stare ferme e in equilibrio le mie briochelle in un piatto ovale molto simile a quello rappresentato nel dipinto è stato arduo…

 

Però, studiandone l’impasto, ho voluto introdurre sapori di altri tempi, la farina di farro e quella integrale, le tante spezie che si usavano nelle cucine delle famiglie più agiate, i gusti molto meno dolci di come siamo abituati oggi. Ho sfornato queste treccine profumatissime, brune e corpose.

La ricetta: Ciambelle intrecciate alle spezie (per la ricetta sono partita dalla ricetta della brioche agli albumi di Simona Mirto, con variazioni negli aromi e negli zuccheri)

100 g di farina tipo 0
100 g di farina di farro
100 g di farina integrale macinata a pietra
40 g di zucchero di canna scuro
80 ml di latte intero
5 g di lievito di birra fresco
2 cucchiai di miele
2 albumi medi
70 g di burro
1/2 cucchiaino di sale
il succo di 1 limone
1 cucchiaino di cannella
1 cucchiaino di cardamomo in polvere
1 pizzico di pepe nero
1 grattata di noce moscata
1 bustina di zafferano

preparazione:
Mettere fuori frigo gli albumi e il burro. Mischiare le farine con le spezie nella ciotola dell’impastatrice.
Sciogliere il lievito nel latte portato a temperatura ambiente con il miele.
Cominciare ad impastare con il latte, poi con l’aggiunta del succo di limone. Aggiungere lo zucchero e poi gli albumi e il sale ed aspettare l’incordatura.
Quando l’impasto è incordato cominciare ad aggiungere ilburro a dadini di due cm, ed attendere che sia inglobato nll’impasto, prima di procedere con l’ulteriore aggiunta. Continuare fino ad esaurimento del burro, ci vorranno circa 20-25 minuti con un’impastarice bruttina come la mia, meno con una più professionale.
Mettere l’impasto in una ciotola pulita ed attendere il raddoppio.
Sgonfiare l’impasto e suddividerlo in 8-10 porzioni.
Per ogni porzioncina di impasto: lavorare ripiegandola più volte su se stessa; ricavarne un serpentello e dividerlo in tre serpentelli più piccoli nel verso lungo, intrecciare e poi chiudere la treccia ad anello. Deporre su un foglio di carta forno leggermente infarinato.
Quando tutti gli anelli sono pronti, attendere che raddoppino, poi spennellarli di albume o di latte e decorarli con qualche uva passa.
Scldare il forno a 200° e cuocere per 20 minuti. Congelate e poi scongelate e passate in forno tiepido, tornano soffici!

 

con questa ricetta partecipo al contest “Ricette a regola d’arte” di Alice del blog” Pane, libri e nuvole”

 

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Sant’Antonio di Ranverso, un tesoro nascosto a due passi da Torino Alle porte della Val di Susa un posto dove il tempo si è fermato

Una gita a due passi da Torino. Se amate l’arte e pensate che il Medioevo sia stato tutt’altro che “i secoli bui”, allora non potete perdervi la Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso. Ho scoperto questo tesoro nascosto in un pomeriggio assolato di fine settembre. Ne avevo sentito parlare, e più volte mi ero ripromessa di visitarlo ma, come talvolta accade con i luoghi tanto vicini alla mia città, rimandare diventa una spiacevole routine.

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Sant’Antonio di Ranverso, un tesoro nascosto a due passi da Torino Alle porte della Val di Susa un posto dove il tempo si è fermato" class="facebook-share"> Sant’Antonio di Ranverso, un tesoro nascosto a due passi da Torino Alle porte della Val di Susa un posto dove il tempo si è fermato" class="twitter-share"> Sant’Antonio di Ranverso, un tesoro nascosto a due passi da Torino Alle porte della Val di Susa un posto dove il tempo si è fermato" class="googleplus-share"> Sant’Antonio di Ranverso, un tesoro nascosto a due passi da Torino Alle porte della Val di Susa un posto dove il tempo si è fermato" data-image="https://www.ricettedicultura.com/wp-content/uploads/2014/11/ranverso.jpg" class="pinterest-share">
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