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ai fornelli, ricette originali, ricette tradizionali

Maneštra Istriana – I love Istra

Ecco, in pochi giorni, l’ennesimo contest a cui partecipo, I love Istra.
Questa volta il tema è davvero bello perché comporta un’indagine attraverso le caratteristiche più salienti della gastronomia istriana ed implica il cucinare una o più delle ricette proposte da Ambra e Claudia, seguendone la falsariga e personalizzandola senza stravolgerne la natura.

L’Istria è un cuore verde in mezzo all’Europa, ricca di arte e paesaggi magnifici. L’ho visitata, anche se superficialmente, 9 anni fa; ricordo Parenzo, Rovigno, Pula, i bellissimi promontori dove sorgono le città e la costa frastagliata di insenature e l’azzurro del mare movimentatao da piccole isolette verdeggianti. In quell’occasione non ebbi modo di assaggiare molto di caratteristico, perchè ero ancora molto giovane e in un periodo che definirei di “sospettosità del gusto”.
La cucina dell’Istria si protende in due direzioni, in parte verso l’Italia e il Mediterraneo, in parte verso le cucine centroeuropee. Ne derivano connubi di sapori familiari eppure con note di gusto molto particolari e, per me, nuove.
La minestra di verdura che ho scelto di  preparare è solitamente cucinata con osso di prosciutto o pancetta, “non è minestra se non ha toccato il maiale” e normalmente viene servita con fette di pane rustico.
Io l’ho presentata a tavola con un cappello di pane, che la tiene calda e intanto si ammorbidisce, al posto del coperchio delle cocotte. Il pane l’ho preparato al mattino, così che fosse freddo e perfetto da utilizzare la sera, secondo una ricetta che prevede un impasto molto idratato e l’utilizzo dello zucchero di canna. Il pane che si ottiene si conserva morbido per molti giorni ed è perfetto tostato, perchè permette di abbrustolire solo la parte superficiale e non l’interno della fetta.
Non ho variato la ricetta originale, se non per l’utilizzo di legumi già lessati da me in precedenza, ma ho preso spunto da un’altra minestra diffusa in Istria, quella al finocchietto selvatico, per aggiungere dei semi di finocchio, come aroma. Il gusto del finocchio si sposa benissimo con i legumi, conferendo loro freschezza.
Ulteriore legame ai luoghi dell’Istria è dato dal completamento con il caratteristico pesto istriano; si tratta di un trito composto da pancetta, aglio e prezzemolo, aromaticissimo e saporito, che mi ha davvero conquistata. Questa pancetta pestata con aglio di solito si aggiunge all’inizio della cottura e rappresenta il cuore delle minestre di verdura e di molti altri piatti.. Io l’ho usata come completamento della ricetta, un gusto forte, ma intrigantissimo, molto meno aggressivo di quel che credevo, con delle punte di aromaticità perfette in contrapposizione al gusto vellutato dei legumi.
La ricetta: Maneštra – La Minestra Istriana
(per 2 persone)
Ingredienti:
Per i panini-cappellini:
200 g di farina di segale
1/2 cucchiaino di lievito liofilizzato
1/2 cucchiaino di zucchero di canna
1/2 cucchiaino di sale
Per la maneštra:
200 g di fagioli cannellini (già lessati)
200 g di ceci (già lessati)
1 carota
1 patata
1 cipollotto fresco
40 g di pancetta affumicata
1 pizzico di semi di finocchio
olio extravergine di oliva
sale, pepe

Per il pesto:
30 g di pancetta tagliata sottile
1 spicchio piccolo d’aglio
un abbondante ciuffo di prezzemolo

Ho preparato prima i panini, deponendo in una ciotolina, su circa 40 ml d’acqua tiepida, il lievito liofilizzato. Ho atteso qualche minuto, poi ho aggiunto lo zucchero di canna, ho mescolato e lasciato riposare per 10 minuti. 
Intanto ho preparato la farina, setacciandola con il sale.
Passati i 10 minuti, ho versato nella ciotola della farina, il primo miscuglio di acqua e lievito, mescolando con un cucchiaio. Pian piano, sempre mescolando, ho aggiunto circa altri 100-120 ml d’acqua. L’impasto deve essere vischioso e non lavorabile con le mani. Ho mescolato per circa 5 minuti e poi ho suddiviso negli stampi ben oliati. Io ho usato le stesse cocotte con cui avrei portato la maneštra in tavola. L’impasto deve stare a circa 3 cm dal bordo superiore.
Ho coperto con pellicola oliata e lasciato lievitare al riparo da spifferi per circa 30-40 minuti. 
Quando l’impasto raggiungeva il bordo delle cocotte ho infornato a 200° per circa mezz’ora. I panini devono suonare vuoti sul fondo, se percossi. Se vi accorgete che scuriscono troppo in fretta in superficie abbassate il forno, ma continuate la cottura. Ho poi lasciato raffreddare su una griglia.
Per la maneštra, ho preparato le verdure e la pancetta tagliando tutto a dadini.
Ho tritato il cipollotto e l’ho messo a soffriggere in un filo d’olio in una pentola dal fondo spesso, ho aggiunto anche la carota e, in un terzo tempo, la pancetta, lasciando che il grasso si sciogliesse. A questo punto ho versato in pentola i legumi, facendoli insaporire qualche istante nel soffritto. 
Poi ho ricoperto legumi e verdure con una parte dell’acqua di cottura dei legumi e una parte di acqua. Ho fatto insaporire e cuocere per dieci minuti, poi ho aggiunto le patate tagliate a dadini piccoli e ho proseguito la cottura per circa 20 minuti. Ho regolato di sale e pepe.
Nel frattempo ho preparato il pesto istriano, tritando finissimamente aglio e pancetta assieme e aggiungendo poi il prezzemolo sminuzzato con le forbici. Ho passato tutto in un padellino e ho fatto asciugare un po’ la pancetta, poi ho tenuto al caldo.
Al momento di servire ho tagliato la calottina superiore delle pagnottine. Ho versato la minestre nelle cocottes, ho completato con un cucchiaio di pesto istriano e coperto con la calottina di pane, schiacciando un poco perchè si imbevesse di sughino.
Con questa ricetta partecipo al contest I love Istra di Ambra de Il Gattoghiotto e Claudia di Verde Cardamomo in collaborazione con Ente Turismo Istria, e aspetto con ansia le ricette blu della seconda fase per partecipare di nuovo, magari non sul filo di lana. ;-P

ai fornelli, ricette originali

Cialda con gorgonzola, cipolle caramellate e fragole al pepe nero

Un piatto bello colorato, rosso come la passione, ma dal gusto fresco, originale e innovativo.
Non so come mi sia venuta l’idea di abbinare le fragole al gorgonzola, ma da un esperimento di sapori accostati è nato questo piatto che subito mi è parso adattissimo per la sfida di maggio del contest di Cinzia e Valentina, Colors & Food…what else?, al quale non avevo ancora partecipato nei mesi passati, pur divorando con gli occhi le splendide foto di tutte le contendenti.
Questa volta partecipo anch’io, sperando che la ricetta sia abbastanza rossa, abbastanza fresca e abbastanza passionale! 
Con il formaggio la frutta si abbina divinamente e questa delle fragole con il gorgonzola è stata una piacevole scoperta; tutto il resto è venuto da sè: le cipolle con il gorgonzola, il pepe nero che mi ricordava anche i puntini delle fragole…alla fine tutto era equilibrato, anche la punta di menta che pulisce il palato, alla fine!

La ricetta: Cialda con gorgonzola, cipolle caramellate e fragole al pepe nero
(per 2 porzioni)
pasta brisè (non l’ho pesata, ma tale da ricavare 2 quadrati di 10-12 cm di lato)
70-80 g di gorgonzola
1 cipolla rossa piccola
1 cucchiaio abbondante di zucchero di canna
150 g di fragole fresche e dal colore acceso
1/2 bicchiere di vino bianco
pepe nero
1 cucchiaio di mascarpone
4-5 foglie di menta fresca
olio, sale
Per le cialde: ho ricavato un reticolo con la pasta brisè tagliata a strisce e vi ho ritagliato due cuori con una formina per biscotti piuttosto grande, come si può vedere dalle immagini.

Poi ho infornato le cialde a 180° finchè non erano dorate.
Per la cipolla caramellata: ho tagliato a dadini piccoli la cipolla, l’ho messa in un padellino antiaderente con un cucchiaino d’olio, l’ho fatta soffriggere per qualche istante, poi ho aggiunto 1 cucchiaio d’acqua e l’ho fatta stufare, infine l’ho spolverata con un cucchiaio abbondante di zucchero di canna, attendendo che lo zucchero si sciogliesse e la cipolla si ammorbidisse.
Per le fragole: in un altro padellino ho messo le fragole, già lavate e tagliate a fettine, con un filo d’olio; le ho riscaldate e rigirate per un minuto da entrambi i lati, bagnate leggermente con un goccino di vino bianco secco ed ho aggiunto una spolverata di pepe nero. Infine ho spento e messo da parte.
Per la decorazione: ho tagliato due cubetti di gorgonzola e con due cucchiaini ho formato due piccolissime quenelles di mascarpone amalgamato a menta fresca tritata finissima. (io avevo del mascarpone in casa, ma in mancanza, un formaggio cremoso può andare benissimo)
Infine ho composto il tutto: sulla cialda ancora calda ho messo un po’ di gorgonzola, lasciandolo ammorbidire; sopra ho deposto una cucchiaiata di cipolle caramellate e ancora sopra le fragole al pepe, irrorando con il sughetto che si era formato nel padellino.
Accanto, nel piattino ho deposto un cubetto di gorgonzola e una quenelle di mascarpone con menta.

Con questa ricetta partecipo alla puntata di maggio del contest Colors & Food…what else? maggio: red passion, che trovate sui blog Essenza in Cucina e My Taste for Food.

Potete trovare questa cialda inserita in un goloso menù tutto rosso. Non vi resta che provare tutte le ricette!! 😀

ai fornelli, ricette originali

Mini-quiche alta-alta con asparagi, uovo e crescenza e la Sfida di Maggio

Inizio questo post con un ringraziamento a Valentina per il bellissimo premio che mi ha assegnato qui per la ricetta Crema verdina di asparagi con palline di pasta cresciuta e frittatina alle erbette. Devo ancora scegliere cosa ordinare…ma ho già dato un’occhiata ed avvistato un paio di vestitini molto carini ed estivi – se mai arriverà l’estate quest’anno.

Ho deciso di partecipare alla sfida di maggio del contest L’idea del mese te la do io, proposta da Laura di Nella cucina di Laura, perché l’ingrediente del mese sono ancora gli asparagi che adoro e che trovo davvero versatili in cucina!! 😀
Questa volta volevo trovare una presentazione graziosa ed accattivante per un accostamento classico: asparagi, uova e formaggio.
Ne è uscito uno sfiziosissimo piatto unico, che si può preparare anche in anticipo e poi riscaldare prima di servire in tavola.

La ricetta: Mini quiche alta-alta con asparagi, uovo e crescenza
(ingredienti per 2 miniquiche, diametro 9cm)
150 g di pasta brisé (un’ottima ricetta con cui la preparo anch’io qui, da Mirty)
70 g di crescenza
½ cipolla piccola (la mia era rossa, si vede nelle foto)
250 g di asparagi verdi
2 uova
4 cucchiai di ricotta salata grattugiata
vino bianco
olio
sale, pepe

Ho messo a cuocere gli asparagi ben puliti in acqua salata, tenendo da parte le punte, che ho messo su una griglia forata sopra la pentola in cui cuocevano i gambi, per farle ammorbidire a vapore e usarle come decorazione del piatto.
Ho tagliato finemente la cipolla e l’ho fatta rosolare in un filo d’olio. Quando ha cominciato a sfrigolare l’ho bagnata di vino bianco e lasciato sfumare, poi ho proseguito la cottura a fuoco lento finché non era morbida.
Intanto ho rivestito con la pasta brisè gli stampini per le mini quiches: io ho usato due cocotte monoporzione di ceramica da forno, con le pareti piuttosto alte rispetto al diametro, così che il contenuto dei tortini non strabordasse.
Ho lasciato intiepidire la cipolla per qualche minuto e poi l’ho mischiata con la forchetta alla certosa, rendendo il tutto cremoso e regolando con un pizzico di sale. Ho aggiunto anche due cucchiai di ricotta salata grattugiata.
Intanto gli asparagi erano cotti, li ho scolati e tagliati a tocchetti.
Ho deposto l’impasto di crescenza e cipolla all’interno della brisè, poi ho aggiunto gli asparagi a tocchetti con un filo d’olio.
Ho creato con un cucchiaino una voragine al centro di ogni ripieno. Ho aperto le uova e le ho deposte delicatamente, una in ciascun ripieno.
Ho spolverato con i due cucchiai di ricotta salata restante ed ho infornato i due tortini a 180° finchè il bordo di brisè non mi è parso ben cotto (per il mio forno, 20-25 minuti).
Ho atteso almeno 5 minuti prima di sformare nel piatto, aggiunto un sottile filo d’olio, una spolverata di pepe nero ed alcune puntine degli asparagi tenute da parte.

Con questa ricetta partecipo alla sfida di maggio del blog Nella cucina di Laura.

ai fornelli

Il Food Revolution Day e le orecchiette con spinaci con uvetta e pinoli

Grazie a Micol e Cecilia di Muffins&Dintorni ho trovato un contest davvero interessante organizzato da Jasmine di Labna – Amore in cucina.
Fra pochissimi giorni sarà il Food Revolution Day
Tutti occupati a rimediare ai disastri della crisi, ci mancava pure la rivoluzione, direte voi… E invece no! Questa è una rivoluzione buona, perché si tratta di un evento creato da Jamie Oliver per sensibilizzare sul cibo sano e buono. 
Un piatto nutrizionalmente sano non deve essere per forza spiacevole da mangiare…anzi, al contrario, sempre più spesso il cibo sano è anche buono, noi foodbloggers ne siamo la prova vivente!
Così il 19 maggio partirà, in tutto il mondo, questa rivoluzione sana! Siamo tutti chiamati a partecipare, perché la salute si costruisca ogni giorno a tavola. Verranno organizzati molti eventi, ed è importante pubblicizzare l’iniziativa perchè sia davvero efficace! Tutte le informazioni le potete cercare qui.
Fino al 10 maggio, invece, sul blog di Jasmine e Manuel, si può partecipare al contest, pubblicando una ricetta che contenga prodotti sani, a km zero e di stagione.
Io ho scelto gli spinaci!
Gli spinaci consumati freschi e soprattutto raccolti in primavera sono i più ricchi di vitamine, soprattutto A e C, ma anche B, D, F, K e PP, e molti minerali, tra cui il famoso Ferro.
Gli spinaci hanno anche un’altra proprietà: contengono luteina, una sostanza molto importante che penetra nel sangue e arriva fino agli occhi depositandosi nella retina; in pratica gli spinaci ci aiutano a vedere meglio, non solo nel piatto!!
Inoltre gli spinaci fano molto bene al cuore, ma perché le vitamine siano assimilate nel modo migliore, bisognerebbe mangiarli crudi, in insalata. Sbollentandoli si perde circa il 50% di contenuto di vitamine e sali minerali, ma gli spinaci restano un cibo sano e salutare, un ottimo contorno e condimento per la pasta.

Proprio come condimento per la pasta li propongo per questa ricetta, in abbinamento con i pinoli, calorici, ma ricchi di proprietà antiossidanti per la pelle ed i capelli, e l’uva passa che conferisce una punta di dolcezza al piatto.
In questa occasione scopro che l’accostamento di spinaci, pinoli e uvetta fa parte della tradizione veneta come contorno, mentre io ho cucinato spesso come contorno, le zucchine con pinoli e uvetta.

La ricetta: Orecchiette con spinaci, pinoli e uva passa
(per 2 persone)
200 g di orecchiette
300 g di spinaci freschi
una manciata di uva passa
una manciatina di pinoli
mezzo bicchiere di vino bianco
1 spicchio d’aglio
1 peperoncino
olio evo
sale

Ho sbollentato gli spinaci e poi li ho raccolti con una paletta forata, senza buttare l’acqua, ricchissima di sali minerali, che servirà per la cottura della pasta. 

Ho sminuzzato al coltello gli spinaci. 
Ho messo in ammollo l’uvetta nel vino bianco, dopo averla risciacquata più volte sotto l’acqua.
Ho tostato leggermente i pinoli in un padellino e messo da parte.
Ho rimesso la pentola dell’acqua sul fuoco e ho aspettato che riprendesse il bollore; poi ho salato l’acqua e buttato le orecchiette (erano secche e necessitavano di 13 minuti di cottura).
In una padella capiente ho rosolato l’aglio e il peperoncino in due cucchiai d’olio extravergine d’oliva, ho aggiunto gli spinaci sminuzzati, poco dopo il vino e l’uva passa. Ho rigirato in padella per un paio di minuti e aggiustato di sale, poi ho spento.
Quando la pasta era cotta l’ho scolata e messa in padella con il condimento. Ho rigirato bene per far insaporire e aggiunto un filo d’olio e i pinoli tostati.

ai fornelli, ricette tradizionali

La mia Sacher e il contest di Vera in Cucina

Quando si è profilata, con il contest di Vera in Cucina, la necessità di abbinare un brano di poesia – o  di prosa – al cioccolato ho pensato che non sono molto ferrata con i versi. 
D’altronde credo profondamente che un libro possa essere un buon amico che ritorna dopo tanti anni ed ho subito pensato ad uno dei libri letti nell’adolescenza, che per tanti anni è stato nei miei pensieri ed è ancora oggi nella top ten dei bei ricordi scritti. Si tratta di Narciso e Boccadoro di Herman Hesse, letto sotto le coperte, forse a 15 anni, con la febbre. Ricordo che ero stata incantata dalla storia, persa in un tempo lontano, colta, credo di ricordare, dal punto di vista più superficiale. In realtà esiste in questa lettura un significato ben più profondo. Hesse spiega la sua filosofia attraverso l’incontro di due anime, Narciso, lo spirituale, e Boccadoro, dominato dai sensi. E nessuno dei due può ritenersi completo e libero di essere felice perché possiede solo metà del sentire umano. Questo libro è venuto in mio aiuto anche questa volta, come un buon amico, e vi ho trovato le parole adatte per accompagnare la mia torta:
 

<<Mai più!>> diceva imperiosa la sua volontà.
<<Domani ancora!>> supplicava il cuore singhiozzante.

 
La Sacher è la torta al cioccolato per antonomasia, semplicissima ed elegante, pare che sia stata inventata dal giovanissimo Franz Sacher a soli 16 anni in onore del principe Von Metternich Winnesburg nel 1832.
Il giovane cuoco sostituiva un chef ammalato e si ingegnò per creare un dolce delizioso per questo golosissimo principe. Come si può vedere dalle dosi la combinazione della ricetta è semplice, giocata sulla stessa quantità di burro, zucchero, farina e cioccolato fondente. Pare che il principe abbia addirittura esultato dopo l’assaggio, e Franz Sacher divenne celebre!
Un altro cuoco cercò di rubargli la paternità della ricetta, ma attraverso cause legali Sacher la riottenne e con il denaro guadagnato dalla causa aprì un hotel, l’Hotel Sacher.
La torta è composta da due strati di torta al cioccolato, farciti con marmellata di albicocca, che con il suo acidulo va a mitigare la dolcezza del cioccolato, ed è ricoperta da uno strato di glassa al cioccolato fondente. La copertura si asciuga in superficie, ma resta morbida all’interno. In Austria ritengono questa torta comunque troppo asciutta e la accompagnano con panna acida semimontata o con caffè viennese.
 
Nella mia interpretazione della Sacher ho tagliato uno strato in più, dividendo la torta in tre fette trasversali e l’ho farcita con marmellata di lamponi; per la glassa di copertura ho usato un cioccolato fondente al 70% di cacao, aromatizzato al lampone. Ne è venuta fuori una “Sacher?” che per correttezza ha il punto interrogativo. Ma di certo il risultato al palato è delizioso. I semini di lampone della confettura scricchiolano sotto i denti, la pasta al cioccolato si scioglie in bocca, la glassa di cioccolato al lampone lascia un ottimo retrogusto.

E come dicono le parole di Hesse, “mai più” si mormora dopo aver tagliato l’ennesima fetta e subito dopo, “domani ancora” raccogliendo le ultime briciole dal piattino.

La ricetta: Sacher Torte al lampone
Per la torta (stampo da 21 cm di diametro):
150 g di cioccolato fondente
150 g di burro
150 g di farina
150 g di zucchero
4 uova grandi (o 5 piccole)
 

Per la glassa di copertura:
confettura di lamponi
sciroppo di lamponi (o sciroppo di acqua e zucchero)
80 g di cioccolato aromatizzato al lampone
70 g di zucchero a velo (+ altro per la scritta)

Preparazione :
Ho tritato il cioccolato con il coltello e l’ho messo in un pentolino a sciogliere a bagnomaria.
Ho imburrato bene lo stampo, coprendo poi solo il fondo con un cerchio di carta da forno.
Ho lavorato, con 75 g di zucchero, il burro lasciato ammorbidire a temperatura ambiente.
Ho unito al burro il cioccolato fuso, leggermente intiepidito e ho mescolato bene. Poi ho cominciato ad aggiungere i tuorli uno alla volta, mescolando ed aerando bene il composto.
Ho montato a neve gli albumi, aggiungendo i 75 g di zucchero rimasti, appena gli albumi diventano chiari. Ho unito due cucchiaiate di albumi montati al resto dell’impasto mescolando bene.
Ho incorporato la farina, mescolando bene dopo ogni aggiunta. Infine ho aggiunto l’ultima parte di albume montato a neve, mescolando dall’alto vero il basso con delicatezza.
Ho versato il composto nello stampo ed ho infornato a 175° per circa 45 minuti.
Ho lasciato riposare il dolce tutta la notta.
Al mattino l’ho diviso in tre longitudinalmente ed ho spalmato la confettura di lamponi sui primi due strati. Per facilitare questa operazione bisogna rendere più fluida la confettura aggiungendo alla confettura qualche cucchiaio di acqua tiepida.
Sull’ultimo strato di torta ho spennellato dello sciroppo di lamponi, ma va beneanche della confettura resa molto fluida e passata al setaccio.
A questo punto ho tagliato il cioccolato per la copertura e l’ho messo da parte.
In un pentolino ho fatto uno sciroppo con 100 ml di acqua e lo zucchero a velo. Quando era bollente ho versato il cioccolato nello sciroppo e l’ho fatto sciogliere bene. A quel punto l’ho colato sopra la torta, facendolo scendere anche sui lati ed appiattendolo con una spatola.
La glassa va fatta seccare un po’ e poi si può procedere con la scritta Sacher. Io, per riprendere la farcitura ho usato sciroppo di lampone e zucchero a velo per fare una glassa rosa. La stessa cosa si può fare con la stessa glassa di copertura, usata in un secondo momento in modo che resti a rilievo.

La torta Sacher va conservata a tempertaura ambiente, tra i 16° e i 18° ed è ancora più buona dopo un giorno, quando tutti i sapori si amalgano meglio.

Con questa ricetta partecipo al contest di Vera in Cucina, La Poesia del Cioccolato, in collaborazione con Rasenti, e vi assicuro che è stato un vero piacere!!! 😉

ai fornelli

Crema verdina di asparagi per il contest di Valefatina

Il nome dell’asparago deriva dal greco aspharagos che a sua volta deriva dal persiano asparag che significa germoglio. Questa pianta iniziò a diffondersi probabilmente proprio dall’Iran e dalla Mesopotamia, e venne utilizzato da quei popoli soprattutto a scopo medicinale. I Greci invece lo ignorarono bellamente.
Furono i Romani a riscoprirlo, portarlo verso l’Occidente e ad apprezzarlo tantissimo, tanto che venne considerato un cibo da imperatori e da gourmet, Apicio in testa, che nei suoi scritti lasciò indicazioni su come cucinarlo e da Catone e da Plinio che lo citarono nei loro scritti!
Nel XV secolo cominciò ad essere coltivato in Francia e successivamente in Inghilterra, dove conobbe grande popolarità. La cucina stava abbandonando il periodo delle spezie per iniziare quello delle erbette e degli ortaggi freschi.
L’asparago è proprio un germoglio, come suggerisce il suo nome, mentre la pianta, che fa parte delle Liliacee come aglio e cipolla, si sviluppa a rete, sottoterra.
Una volta che il germoglio buca il terreno e compare in superficie, viene tagliato e raccolto in mazzi. Gli asparagi che compriamo bianchi sono coltivati al buio e raccolti appena emergono, quelli verdi invece hanno il tempo di sviluppare la clorofilla. Al contrario di altre piante la grossezza dell’asparago non è direttamente proporzionale alla sua durezza. Infatti gli asparagi più cicciotti risultano anche più succosi, mentre quelli fini più filamentosi.
L’asparago è ricco di molte proprietà, come il suo parente “cipolla”. Diuretico, utile a rinforzare le pareti dei capillari, ricco di calcio, fosforo, magnesio, potassio e di vitamina B, privo di colesterolo e con solo 25 kcal per 100 grammi, insomma vale la pena farne incetta, a partire da aprile, che è proprio il suo periodo!!!


Per il contest di Valentina del blog Brodo di Coccole in collaborazione con Zalando ho scelto una ricetta elegante, gustosa e con “accessori” sfiziosi proprio come i capi della nuova collezione di Bernadette Penkov.
Il verde di un certo vestitino, questo, dall’aria un po’ retrò, mi ha ispirato sull’utilizzo degli asparagi freschi freschi. Ne ho fatto una crema morbida… Per accostarci della croccantezza, ho abbinato delle frittelle di pasta cresciuta con pezzettini di acciuga e il tocco finale l’ha dato una frittattina sbriciolata con erbette fresche ed essiccate.
Mi è sembrata proprio la ricetta adatta per questo contest.




La ricetta: Crema di asparagi con palline saporite e frittatina alle erbette
(per due persone)
Per la crema:
un mazzo di asparagi verdi
olio
sale
½ cipolla


Per le palline di pasta cresciuta:
100 g di farina
¼ di cubetto di lievito di birra fresco
50 ml di acqua tiepida
sale (attenzione, i filetti di acciuga sono già molto saporiti!)
filetti di acciuga
olio per friggere


Per le frittatine:
2 uova
sale
olio
erbette aromatiche fresche o essiccate


Per prima cosa ho preparato la pasta cresciuta, sciogliendo il lievito in un po’ di acqua tiepida e poi impastando con farina, un pizzico di sale e acqua, fino ad ottenere una pastella consistente ed elastica. Ho lasciato riposare per un’ora.


Nel frattempo ho lavato gli asparagi e li ho privati delle parti più dure. In una padella capiente e dal bordo alto ho messo un filo d’olio e della cipolla tritata e, dopo averla fatta soffriggere un po’ ho aggiunto i gambi degli asparagi tagliati a pezzetti di un cm, tenendo da parte le punte tenere che ho invece fatto cuocere a vapore. Ho fatto insaporire gli asparagi nella cipolla e poi ho aggiunto qualche mestolo di acqua calda fino a coprirli e li ho fatti cuocere lentamente, aggiungendo altra acqua calda per tenerli sempre coperti. Quando erano teneri teneri, li ho frullati con abbondante liquido di cottura, ho aggiustato di sale e aggiunto un filo d’olio e poi messo in un pentolino per poterli riscaldare al momento giusto.


Ho scaldato l’olio per friggere. Ho ripreso la pasta cresciuta e ho deposto nella ciotola dei pezzettini di acciuga e poi preso una cucchiaiata di pastella inglobando un paio di pezzetti. Ho fatto scivolare delicatamente la cucchiaiata nell’olio bollente. Ho ripetuto per altre palline, cinque o sei, e fatto dorare per qualche minuto, e poi fatto la stessa cosa con la pastella restante. Tenere le palline in caldo mentre si aspetta che siano tutte pronte.


Per le frittatine alle erbette, da preparare subito prima di servire, ho sbattuto due uova con un pizzico di sale, e ho miscelato all’uovo menta, timo, maggiorana, origano e basilico. Poi ho fatto colare il composto nella padella unta d’olio, rompendo poi la frittatina come se si trattasse di uovo strapazzato.
Ho servito la crema calda con l’accompagnamento di palline e frittatina.
Cn questa ricetta partecipo al contest di Valefatina, Oltre i fornelli c’è di più!

ai fornelli, storia & cultura

Il mio primo blog-compleanno e un contest per voi!!!

Oggi il mio blog compie un anno e ogni giorno di più sono entusiasta di questo mio spazio in rete.
Sono partita con l’idea di voler legare le mie ricette e i miei ingredienti all’arte e alla storia e ho scoperto (ogni giorno di più) che amo provare ricette tipiche, soprattutto se legate a qualche aneddoto di vita popolare e contadina, e magari raccontare quando queste ricette sono nate.
Per questa ragione il contest che celebra questi 365 giorni di blog doveva vertere sugli stessi argomenti.
Da oggi parte “Ricette a spasso nel tempo”. 
Vi chiedo di cercare un personaggio storico a cui abbinare una ricetta, raccontarne la vicenda e spiegare perché personaggio e ricetta sono correlati. Non necessariamente deve trattarsi di un personaggio molto famoso…anzi, benvengano le storie di personaggi che non tutti conoscono.

Cerco di raccogliere in un elenco le regole del gioco:
– per partecipare bisognerà postare da oggi 22 aprile fino al 17 giugno 24 giugno (fino alle 23,59) una ricetta che sia ispirata a un personaggio storico, più o meno noto. Ad esempio avete la piena libertà di ispirarvi al sindaco di un paesello sperduto o a un cuoco celebre del passato o a un re, papa, generale o condottiero, se ne conoscete la storia e la raccontate, spiegando perché personaggio e ricetta sono in collegamento. L’importante è che il personaggio sia realmente esistito e che abbia un legame con la ricetta, vero o di ispirazione. Con “legame vero o di ispirazione” intendo che o il personaggio mangiava davvero quel dato cibo o per qualche ragione pensate che la ricetta avrebbe potuto piacergli.
– potete partecipare con una sola ricetta, di qualunque genere.
– dovete inserire nel post e in angolino della vostra pagina il banner del contest
– la ricetta deve essere corredata di fotografia del piatto finito, cucinato da voi.
– per partecipare bisognerà lasciare un commento a questo post con il link del vostro post ed io man mano aggiornerò l’elenco delle ricette partecipanti.
– se non avete un blog potete inviare una mail con storia, ricetta e foto del piatto finito all’indirizzo ricettedicultura@gmail.com ed io la pubblicherò in un post sul mio blog.
– se avete un account facebook potete pubblicare storia, ricetta e foto in una nota e poi segnalarmi il link.
– se volete diventare followers del mio blog fatelo, ma non è obbligatorio! Se volete diventare fans della mia pagina facebook potete cliccare “mi piace” qui: https://www.facebook.com/RicetteDiCultura , ma non è obbligatorio.
– le ricette e i post partecipanti verranno giudicati insindacabilmente 😉 dalla sottoscritta sulla base di:

# aderenza alla richiesta del contest, personaggio storico-ricetta
# originalità dell’abbinamento e della ricetta
# presentazione (non occorre essere dei fotografi, ma la foto deve essere leggibile e un po’ grande perché poi vorrei raccogliere il tutto in un pdf)

Verranno premiate 2 persone
1. la ricetta a mio giudizio più rigorosamente rispondente alla richiesta del contest con il libro:

 2. il post a mio giudizio più originale, simpatico e creativo, (quindi arrampicatevi pure sugli specchi), con il libro:


Credo di aver detto tutto, se ho dimenticato qualcosa lo aggiungerò in seguito. E se troverò qualcosa di particolare e interessante da aggiungere ai premi lo farò presto
Spero che il contest, un po’ impegnativo, vi piaccia e spero che partecipiate numerosi…o almeno in un numero decente, tale da non farmi oscurare questo post e fingere che questo contest non ci sia mai stato… 😉

Grazie a tutti voi che commenterete!!! 😀

AGGIORNAMENTO DEL 13 GIUGNO 2012:
ATTENZIONEEEEEEE!!!!! 
Visto che il contest è partito in sordina e si sta facendo notare un po’ di più nelle ultime settimane con numerosi consensi, ho deciso di prorogare la scadenza di una settimana, ovvero fino al 24 giugno, per dare la possibilità anche a chi ne è venuto a conoscenza da poco, di inviare la propria ricetta e di formare, infine, un pdf più corposo.
CHI LO DESIDERA PUò ANCHE AGGIUNGERE UNA SECONDA RICETTA PARTECIPANTE AL CONTEST!!  🙂

Visto che è cambiato il termine ultimo, aggiungerò anche un terzo premio, che però devo ancora scegliere e su cui avrete presto aggiornamenti!!


ELENCO DELLE RICETTE PARTECIPANTI:
Crepes di Andersen con arrogante grano saraceno di Paola del blog Nastro di Raso, con la partecipazione di Hans Christian Andersen.
Lasagne ar biondo Tevere di Patrizia del blog Ieri e Oggi in Cucina, con la partecipazione di Aldo Fabrizi.
San Simplicio e il panino della festa di Vera del blog Vera in Cucina, con la partecipazione di San Simplicio.
Pavlova di Laura del blog Matematica e Cucina, con la partecipazione di Anna Pavlova.
Pizza Margherita di Rachele del blog Il Ricettario di Rachele, con la partecipazione della Regina Margherita di Savoia.
Pasta pancetta e fagioli di Roberta del blog L’Angolo Cottura di Roby, con la partecipazione di Bernabò Visconti.
Principessa Mafalda di Falentina del blog Le pentole di Falentina, con la partecipazione della Principessa Mafalda di Savoia.
La frittata del Re Lazzarone di Roberto del blog ‘A Cucina ‘e Mammà, con la partecipazione di Re Ferdinando IV di Borbone.
La focaccia provenzale di Giu del blog Mela e Cannella, con la partecipazione di Paul Cézanne.
La pasta alla Tetrazzini di Chiara, Un’Italiana Senza Servitù del blog Torsolo di Mela, con la partecipazione di Luisa Tetrazzini.
Tortelli alle erbette  di Antonella del blog Sapori in Concerto, con la partecipazione di Giuseppe Verdi.
Pasticcio alle fraghe per sua Serenissima Altezza Cristina di Simona (ricetta da Facebook), con la partecipazione di Cristina di Svezia.
Garibaldi Mini Cake di Shamira Gatta del blog Lovely Cake – Favole di Zucchero, con la partecipazione di Giuseppe Garibaldi.
Frittelle di salvia di Silvia del blog Pane e Pomodoro, con la partecipazione di Martino da Como. 
Soufflé Rothschild alle albicocche di Ann del blog BperBiscotto, con la partecipazione di Marie-Antoine Carême. 
Tagliatelle al sugo di germano di Ingorda del blog Il Rifugio dell’Ingordo, con la partecipazione di Lucrezia Borgia. 
Il Farzotto di Ildegarda von Bingen di Tiziana e Alessia del blog Staffetta in Cucina, con la partecipazione di Santa Ildegarda.
Mojito de Muslo de Pollo di Chef Speciali del blog Chef Speciali…apprendista chef, con la partecipazione di Ernest Hemingway.
I Biscotti al Burro di Arachidi e il Dispensatore di Sogni di Cecilia e Micol del blog Muffin e Dintorni, con la partecipazione di Walt Disney. 
Budino Ginori-Conti e l’energia geotermica di Giulietta del blog Se Cucino, Sorrido, con la partecipazione del Marchese Piero Ginori-Conti e del suo cuoco. 
Un’Albanella di Pesce di Loredana del blog La Cucina di Mamma Loredana, con la partecipazione di François Vatel.
Spaghetti alla Chitarra con Pomodorini e Sarde di Memi del blog In Cucina con M.E., con la partecipazione di Peppino Impastato.

FUORI CONCORSO:
Arrosto di manzo alla senape inglese di Giuseppe del blog Il Riccio e la Volpe, con la partecipazione di Immanuel Kant.

ai fornelli, ricette originali, ricette tradizionali

Caprese prêt à porter

Non è colpa mia, le regole parlavano chiaro!
Si trattava di proporre una ricetta stuzzicante, fresca e trasportabile anche per un pranzo all’aria aperta, che richiedesse un tempo di preparazione inferiore ai 30 minuti…
Mica era tanto facile…
Poi ho pensato a questa insalata, un grande classico al quale ho dato una forma un po’ diversa… e sebbene mi vergogni un po’ a chiamarla ricetta, vi assicuro che ce la si fa ampiamente!!! E pure la presentazione è deliziosa, sia che la consumiate a tavola come antipasto sfizioso, sia che chiudiate la scatolina e ve la portiate a spasso.
Vi presento la mia Caprese prêt à porter!!




La ehm…ricetta: Caprese prêt à porter
12 pomodorini ciliegino
125 g di mozzarella di bufala
olio
sale
origano
insalatina a foglia minuta
1 o 2 contenitori di plastica per uova


1. lavare i pomodorini e l’insalata, avendo cura di non staccare i gambetti dei pomodori: 2 minuti
2. tenere l’insalatina da parte e magari centrifugarla perché si asciughi, intanto tagliare a tutti i pomodorini la calottina superiore con un coltello affilato: 1 minuto
3. con delicatezza svuotare ogni pomodorino dei semi e del sughetto: 1 minuto e mezzo
4. con le mani ben asciutte mettere in ogni pomodoro svuotato un pizzichino di sale e capovolgerlo sul piatto perché perda l’acqua in eccesso: mezzo minuto


5. lasciare i pomodori capovolti per 10 minuti e intanto far scolare per almeno 5 minuti la mozzarella di bufala in un setaccio; lavare accuratamente un contenitore per le uova, con acqua e detersivo per i piatti; poi asciugarlo e disporvi all’interno le foglioline asciutte di insalata; tagliare la bufala ormai scolata a cubetti regolari: 10 minuti
6. disporre in ogni “posto-uovo” un pomodorino e versare in ciascuno un filo d’olio: 1 minuto
7. in ogni pomodoro mettere qualche cubetto di mozzarella e completare con una spolveratina di origano, poi coprire con la calottina. Ripetere l’operazione per tutti i pomodorini. :3 minuti


8. Se si vuole servire come antipasto a tavola disporre 12 pomodori in un solo contenitore per uova, altrimenti metterne 6 per ogni contenitore, coprire con qualche fogliolina d’insalata e chiudere la confezione, avendo cura poi di metterla in un sacchetto a chiusura ermetica: 1 minuto


Tempo totale impiegato: 20 minuti




Con questa ehm…ricetta partecipo al contest della Cuochina SopraffinaSpuntino sopraffino, fallo sveltino”.

primi piatti, zuppe e vellutate

Vellutata di indivia belga al parmigiano con pere speziate e crostini La dolcezza delle pere, accostata all'amaro dell'indivia belga

 
L’indivia è una delle verdure più dietetiche che esistano, ha solo 15 calorie per 100 g. Ha un sapore leggermente amarognolo, ma freschissimo. E’ l’ideale per fare il pieno di minerali, quali potassio, magnesio e fosforo.
Vellutata di indivia belga al parmigiano con pere speziate e crostini La dolcezza delle pere, accostata all'amaro dell'indivia belga" class="facebook-share"> Vellutata di indivia belga al parmigiano con pere speziate e crostini La dolcezza delle pere, accostata all'amaro dell'indivia belga" class="twitter-share"> Vellutata di indivia belga al parmigiano con pere speziate e crostini La dolcezza delle pere, accostata all'amaro dell'indivia belga" class="googleplus-share"> Vellutata di indivia belga al parmigiano con pere speziate e crostini La dolcezza delle pere, accostata all'amaro dell'indivia belga" data-image="https://www.ricettedicultura.com/wp-content/uploads/2012/03/2012_03_19-Vellutata-di-indivia_pere-speziate-%281%29.jpg" class="pinterest-share">
ai fornelli

I muffins alle zucchine, ardita metafora…

Questa è tra le canzoni italiane la mia preferita in assoluto, perché parla di una terra che amo, perché con pochi tratti dipinge un mondo che, per chi l’ha conosciuto, risulta inconfondibile. E’ una canzone che parla al mio cuore, prima la musica, soltanto dopo le parole…
Per questa ragione quando ho saputo del contest Songs of food di Questo Soffritto Viola è stata la prima canzone a cui ho pensato e quella su cui avrei voluto scrivere un post.
Non si tratta di una canzone che parla propriamente di cibo, anzi non ne parla affatto e la sfida era quindi alquanto complicata…non si poteva cucinare il piatto narrato dalla canzone, bisognava inventare un piatto che descrivesse le sensazioni che quella canzone mi suscita.
Il primo pensiero è andato a ricette caratteristiche di quella terra, poi  a un piatto dove mare e terra si incontravano. Ma non si può mettere nel piatto il vento e i profumi di mare e terra bagnata, non si può mettere nel piatto neppure il silenzio e i sorrisi di quella gente, neppure i violini e i tamburi che si sentono suonare nella notte, nei paesi della costa occidentale…il verde sì, però!
La terra di cui parlo è l’Irlanda e la canzone è In un giorno di pioggia dei Modena City Ramblers.

Alla fine l’ha avuta vinta questo muffin salato che è un’ardita metafora di quella meravigliosa e magica isola che si erge dal mare ed è coperta dal più bel verde che io abbia visto in vita mia. E’ un cibo semplice e simpatico come la sua gente, un cibo che sa di festa e di quotidianità insieme. Un cibo dove la leggerezza degli zucchini ben si sposa con le punte saporite del pecorino e del formaggio di pecora e capra; dove la morbidezza di quella crema, lassù, fa venir voglia di rotolarcisi sopra. In più, se la dolcezza delle zucchine è accostata al retrogusto amarognolo della Guinness…vabbé, vedete voi se vi ho convinto!





La ricetta: Muffins salati alle zucchine e feta con crema al profumo di menta.
per 12 muffins:
250 gr di farina 00
50 gr di pecorino grattugiato
1 cucchiaino di lievito per torte salate
200 ml di latte
50 ml di olio
2 uova
200 gr di zucchine grattugiate
100 gr di feta
sale
pepe
per la crema:
4 cucchiai di formaggio cremoso (il mio era Abitella)
250 g di zucchine grattugiate
olio
sale
menta (la mia era essiccata)
Per i muffins:
Ho mischiato gli ingredienti secchi: farina, lievito, pecorino grattugiato.
Ho mischiato gli ingredienti liquidi: latte, olio, uova con un pizzico di sale.
Ho miscelato i due composti molto rapidamente.
Ho aggiunto le zucchine grattugiate e il formaggio spezzettato grossolanamente. Ho aggiunto anche una spolverata di pepe.
Ho suddiviso l’impasto in 12 stampini da muffins e ho infornato a 175° per circa 25 minuti.
Ho lasciato intiepidire.
Per la crema:
Ho fatto leggermente ammorbidire le zucchine in un cucchiaio d’olio, ho regolato di sale e insaporito con la menta. 
In un recipiente alto ho messo le zucchine preparate, tenendone da parte due cucchiaiate e le ho miscelate al formaggio cremoso con il frullatore ad immersione.
Sui muffins tiepidi ho messo una cucchiata abbondante di crema di zucchine alla menta e un ciuffetto delle zucchine messe da parte.
 
Con questa ardita metafora partecipo al contest di Questo Soffritto Viola: Songs of Food.

ai fornelli, ricette originali

Torta di pesce bianco con besciamella al porro e Fiordifrutta all’uva spina

Esiste un piatto irlandese che si chiama Fish Pie ed è composto da filetti di pesce bianco insaporiti con porro e cipolla ed altri aromi e ricoperto da un soffice puré di patate che poi viene fatto dorare in forno.
Per la ricetta da dedicare al contest Rigoni di Asiago “Una torta salata ma non troppo” con Fiordifrutta ho pensato di partire da questa ricetta, rielaborandola.
Ho messo innanzitutto una base di pasta brisé che fa da controaltare alle sfoglie di patata deposte sullo strato superiore. Il ripieno è composto di merluzzo fresco, insaporito da una besciamella leggera e da porro stufato in padella con vino bianco, maggiorana e coriandolo.
Il tocco speciale è dato da alcuni cucchiaini di Fiordifrutta all’uva spina, deposti nel ripieno, prima di coprire il tutto con le patate. 
Fiordifrutta all’uva spina è dolce e delicata e si sposa perfettamente con il pesce, avvolto dalla besciamella. La torta si gusta tiepida.




La ricetta: Torta di pesce bianco con besciamella al porro e Fiordifrutta all’uvaspina.
(ingredienti per una monoporzione-piatto unico o bi-porzione da accompagnare a una bella insalata)
1 patata media (circa 150 g)
70 g di pesce bianco a filetti (io ho usato merluzzo fresco)
1/2 porro
mezzo bicchiere di vino bianco secco
sale
pepe
maggiorana
coriandolo
alloro
olio evo
4 cucchiaini di Fiordifrutta Rigoni di Asiago all’uvaspina
1 pasta brisé già pronta (non servirà tutta)





per la besciamella senza burro:
125 ml di latte
35 g di farina
1 cucchiaino abbondante d’olio
sale
pepe




Ho sbucciato la patata , l’ho tagliata in 2 e l’ho messa in acqua fredda a lessare. Non deve cuocersi completamente ma solo ammorbidirsi, (poi finirà di cuocere in forno).
In un pentolino ho lessato il merluzzo, fino a renderlo tenero. Poi l’ho scolato e sbriciolato con la forchetta e condito con un pizzico di sale e un filo d’olio.
In un padellino ho rosolato la parte tenera del porro, tagliato a rondelle, in un filo d’olio. Poi ho aggiunto il vino bianco e ho fatto stufare finchè il porro non è diventato tenero. Ho poi insaporito con sale, pepe, maggiorana, alloro sbriciolato e coriandolo schiacciato. Ho spento e messo da parte.
Ho preparato una besciamella, mischiando il latte con la farina, un pizzico di sale, un cucchiaino d’olio e una spolverata di pepe. Ho fatto raddensare sul fuoco sempre mescolando.
Una volta che la besciamella era pronta e densa vi ho aggiunto il porro e il merluzzo e ho mescolato il tutto.
Ho rivestito con la pasta brisé una pirofila quadrata di 15 cm di lato. Vi ho deposto il ripieno e livellato il tutto. Poi con un cucchiaino ho messo la Fiordifrutta all’uvaspina a intervalli regolari (io ne ho messo 4 cucchiaini).
Ho coperto lo strato di ripieno con fette sottili di patata disposte in cerchi, che ho poi spennellato di olio e spolverato con un pizzico di sale e maggiorana in abbondanza. Per ultima cosa ho rivoltato verso l’interno la pasta brisé in eccesso.
Ho cotto a 175° per circa 30 minuti.
Lasciare intiepidire e poi servire.

Come detto sopra con questa ricetta partecipo al contest Rigoni di Asiago “Una torta salata ma non troppo“.

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