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Aperitivo all’NH Lingotto Hotel in Torino

Giovedì 28 giugno ho avuto l’occasione di partecipare ad un aperitivo splendidamente inserito nella cornice del giardino dell’NH Lingotto Hotel in Torino.

Adoro partecipare a questi incontri soprattutto per la possibilità di vedere de visu tante blogger piemontesi conosciute soltanto attraverso i loro blog. Ho potuto incontrare Silvia e Margherita, già incrociate ad Aperitò, come Francesca e Valeria (ricordatevi della sua raccolta “Io la mafia me la mangio” che scade il 7 luglio), e Anna di Cucina Precaria. Poi ho conosciuto Valentina di Cucina e Cantina (anche lei da andare a trovare sul suo blog perché ha un contest attivo su Pinterest!), Ambra, che considero una delle più dotate food-photographer tra le blogger, la “mitica” (nel senso che ne avevo tanto sentito parlare ma mai avevo avuto l’occasione di incontrarla) Francesca Martinengo di Fornelli in Rete, Giovanna Gallo, Carlo Vischi ed altri…

Protagonista dell’evento era una degustazione di birre del Birrificio Artigianale Sant’Andrea di Vercelli. Il BSA, presente a Vercelli dal 2010, produce una vasta gamma di birre con caratteristiche proprie e gradazioni diverse. L’immagine è quella di una birra giovane e facile da bere, anche grazie ai colori delle etichette e al packaging travolgente.
Io assaggio la Fog, Lost Beer di gradazione 4.4. E’ una birra bianca prodotta con malto d’orzo, frumento e fiocchi d’avena. Ci viene spiegato che è adattissima per l’aperitivo, con un gusto fresco e leggero, poco amaro. L’infusione di buccia d’arancia e coriandolo le dona una leggera acidità che la rende ottima per antipasti di pesce e formaggi delicati.
La Roarrr Beer di gradazione 5.3 è invece una bionda classica, dal gusto decisamente più amarognolo, adattissima per la pizza o i primi piatti.
Assaggio anche la Riot, la Combat Beer del BSA di gradazione 8.1. E’ una Golden Strong Ale in stile belga, una vera birra da combattimento che sostiene il gusto anche dei formaggi più stagionati o dei fritti di pesce.

Presso il Birrificio Artigianale Sant’Andrea di Vercelli si possono assaggiare tutte queste birre e le altre che fan parte della vasta gamma, e gustare taglieri e piatti veloci, nonchè acquistare tutti i formati prodotti. Noi vorremmo andarci per visitare anche tutto il ciclo di produzione della birra e speriamo di farlo presto! Vi consiglio anche di fare un giro sul loro sito internet, dallo stile molto accattivante, dove presto si potrà anche acquistare on line.

Partners della serata sono stati:
– la rigogliosa vegetazione del giardino interno dell’NH Lingotto, una sorta di oasi all’interno della città di Torino;
– i formaggi sontuosi dell’Azienda Agricola Vallenostra in Val Borbera [AL], agriturismo che è possibile visitare per degustazioni gastronomiche e visite al caseificio.
– Il Riso della Riserva San Massimo, cucinato divinamente dagli chef dell’NH Hotel Lingotto.

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Aperitò – Aperitivo a Torino con Muffin E Dintorni e Cucina Precaria

L’aperitivo ha una storia antichissima. Nasce addirittura nell’Antica Grecia come medicinale quando Ippocrate consigliò ai suoi pazienti affetti da inappetenza di bere prima del pasto un vino bianco dolce aromatizzato con erbe amare, il vinum hippocraticum. L’usanza venne ereditata dai romani che lo chiamarono vinum absinthiatum, perché dal gusto notevolmente amaro. L’erboristeria medievale dimostrò effettivamente che le sostanze amare conciliassero l’appetito e il gusto della “medicina” venne nei secoli via via migliorato con l’utilizzo di spezie sempre nuove, provenienti prima dall’Oriente e poi dai paesi delle grandi scoperte geografiche: noce moscata, chiodi di garofano, cannella, rabarbaro, china, mirra, pepe e via dicendo.

Nel 1786 a Torino Antonio Carpano inventa un vino aromatizzato con china ed oltre 30 varietà diverse di erbe e spezie che battezza vermouth, dal tedesco wermut che si traduce artemisia, la pianta da cui si ricava l’assenzio, ma anche amarezza, e ne inizia la distribuzione al pubblico in eleganti bottiglie di vetro nero. E’ l’epoca dei caffè, e il rito dell’aperitivo si stacca sempre più dalla cura contro l’inappetenza per diventare sempre più un evento mondano.
Anni dopo una cassetta di vermouth Carpano viene inviata in omaggio a Vittorio Emanuele che si appassiona a questa bevanda per il “punt e mes” di amaro in più che aveva rispetto alle bevande simili. Il Punt e Mes Carpano diventa bevanda ufficiale dell’aperitivo reale, ricevendo consensi entusiasti anche da Garibaldi e Cavour.

Si può dire che l’aperitivo moderno sia nato a Torino? E che proprio qui abbia avuto un’evoluzione in crescendo trasformandosi in ritrovo mondano, esperienza sociale, ed infine apericena?

Torino si riappropria di questa identità, e festeggia con Aperitò, una manifestazione di 4 giorni, dal 21 al 24 giugno che culminerà proprio stasera con la festa per il patrono della città, San Giovanni.
La manifestazione è ricca di incontri, laboratori e degustazioni guidate e ricca di foodblogger invitate per dire la loro sul rito dell’aperitivo e sul cibo, sfizioso, fresco e goloso che lo accompagna, ormai trasformando l’aperitivo accompagnato da sole olive & patatine in apericena, leggera e fresca, ma pur sempre una cena!
Anche noi, io di Ricette di Cultura, Cecilia di Muffin e Dintorni e Anna di Cucina Precaria ci siamo date appuntamento venerdì sera ad Aperitò, per assaggiare e curiosare nei segreti del rito dell’aperitivo. 
E’ stato un appuntamento non privo di difficoltà, concordato tramite Twitter…cose da film di spionaggio… «io appunterò un fiore fucsia sul petto» «io sarò pettinata come Olivia di Braccio di Ferro»
E ci troviamo infine!!

Se volete leggere di come abbiamo conosciuto Silvia Tacconi di  La Cucina di Nonna Papera e Margherita di A Casa Mia, di come abbiamo gustato gli stuzzichini preparati da Francesca di Spadelliamo Insieme e da Valeria di Due Cuori e Una Forchetta alle prese con l’Aperisfizio de La Bottega di Olivia&Marino…e tutto il resto, correte a leggere il seguito di questa divertentissima serata su Muffin e Dintorni e su Cucina Precaria.

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Per Rossella Urru #freerossellaurru

Oggi niente ricette…

Ho deciso di partecipare a questa mobilitazione dei blog per Rossella Urru, dopo aver letto alcune delle lettere lasciate sul blog aperto dai suoi familiari, dopo il sequestro. Il blog è una raccolta di lettere e testimonianze, di chi ha conosciuto personalmente Rossella, i suoi desideri e le sue aspirazioni, e di chi ne ha solo conosciuto la storia dopo il sequestro. Leggendo alcune parole in dialetto mi sono tornate alla memoria quelle che imparate da bambina quando mia mamma mi portava in vacanza in Sardegna dai nonni, proprio in provincia di Oristano, vicino ai luoghi in cui è cresciuta Rossella.
Quando si scrive di una persona che non si conosce di solito è perché la si sente vicina. E attraverso la lingua di mia madre, io mi sono sentita vicina a Rossella, quasi per un senso di appartenenza ancestrale.
Così è facile.

Poniamo invece che ci si senta vicino a persone che hanno un’altra lingua, altre usanze, altre credenze e abitudini. E ci senta così vicino a costoro da mettere in pericolo la propria vita per aiutarli.
Rossella si occupava della distribuzione dei rifornimenti alimentari che il CISP, Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli, manda alle popolazioni locali. Fino al giorno del rapimento coordinava il campo per rifugiati Saharawi, a Hassi Rabuni presso Tindouf, nel sud dell’Algeria. La sua attenzione era principalmente rivolta alle fasce deboli, le donne e i bambini. I Saharawi vivono lì da 30 anni, protetti ma in esilio, al centro di grandi interessi e lotte. E Rossella sapeva bene di essere in una zona a rischio, ciò nonostante era lì.
Nella notte tra il 22 e il 23 ottobre Rossella, insieme a due colleghi, è stata rapita da un gruppo estremista, il Movimento Monoteista per il Jihad nell’Africa Occidentale. Dal video diffuso in dicembre si sa che sta bene, ma non viene liberata. In Italia non se ne parla, in tv hanno risalto notizie diverse…ai tg nazionali si parla di chi ha baciato Schettino. L’attenzione è ben diversa da quella suscitata dal caso di Simona Pari e Simona Torretta, rapite nel settembre del 2004, e mi chiedo perché.
Forse il Ministero degli Esteri sta lavorando per lei, ma al suo caso non viene dato pubblico risalto.
Rossella ha sentito la vicinanza con il popolo Saharawi perché ha riconosciuto in loro una vicinanza “umana”. Non si è trattato di andare ad aiutare connazionali o persone vicine; lei è andata ad aiutare queste persone in quanto esseri umani. Pensarlo è facile, farlo è un’altra cosa.


Ora tocca a noi aiutare Rossella.
Gli animali abbandonano i membri del branco più deboli quando vengono catturati. Ma noi siamo umani, come lo è Rossella e come lo sono le popolazioni per cui lei si è messa completamente in gioco. Non possiamo abbandonarla, e non può farlo lo Stato a cui lei dà lustro molto più dei mercenari che combattono per denaro.
Se vogliamo far emergere la nostra umanità, dobbiamo parlarne; di lei come degli altri sequestrati di cui non si parla. Ci sono altri 9 ostaggi italiani nel mondo, in balìa di gruppi terroristici o banditi:
Maria Sandra Mariani, rapita il 2 febbraio 2011 in Algeria; Franco Lamolinara, rapito il 12 maggio 2011 in Nigeria; Daniele Grasso, Agostino Musumeci, Letterio La Maestra, Valentino Longo, Carmelo Sortino, Francesco Bacchiani, rapiti nel dicembre 2012, sulla motonave assaltata da pirati somali nel Golfo dell’Oman; Giovanni Lo Porto, rapito il 19 gennaio 2012 in Pakistan;

La forza della “rete” deve farsi sentire e diventare un’unica voce forte, affinchè Rossella – e tutti gli altri – possano tornare presto a leggere tutto quello che abbiamo scritto per loro.

*le immagini di Rossella sono prelevate dal blog dei suoi familiari.
**per altre informazioni fate riferimento al blog di Sabrina Ancarola e a Donne Viola

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7 mesi e 7 links – 7 links project

Su invito di Ann di BperBiscotto e Ilaria di Nonsolopiccante mi accingo anch’io a segnalarvi i miei 7 links da non perdere (essevelisietepersi andate subito a rimediare!!!)

Certo 7 mesi dalla nascita di Ricette di Cultura sono un po’ pochini per fare un bilancio, ma questa del blog è una bellissima avventura che mi sta dando tante piccole (ma per me sono grandi!) soddisfazioni!!! 😀
Ora largo ai links:
Il post più bello: Pappa col pomodoro del 19 ottobre
Tanti fattori contribuiscono, i colori, il profumo dell’ultimo basilico prima dell’autunno, la ricetta così tradizionale e casalinga e quel quadrotto di mozzarella in carrozza… E’ il più bello, per ora…
Il post più utile: I tortelli di zucca alla mantovana del 12 novembre
Il mio primo passo-passo per spiegare come riempire e chiudere i tortelli: mi sono sentita buffa a farlo, ma pare che svolga perfettamente il suo dovere.
Il post più popolare: Danubio dolce all’albicocca del 9 agosto
Non è esattamente il più visitato, anche se fra i primi, ma è il più popolare perchè un dolce così semplice e soffice non può che mettere tutti d’accordo.
Il post il cui successo mi ha stupito: Rombi al thè verde e vaniglia del 28 settembre
Pensavo che questi biscotti al thé verde li avessero fatti proprio tutti e che io fossi proprio l’ultima a sperimentarli, invece per molte mie lettrici sono stati una sorpresa e io sono stata molto felice di ciò!
Il post più sottovalutato: Il prosciutto e melone nel cestino di sfoglia del 30 giugno
Vabbè che il blog era nato da poco, ma non è bellissimo questo cestino???
Il post più controverso: I Cjarsons della Carnia del 12 luglio
Questi ravioli tradizionali sono cotti in acqua salata ma hanno un ripieno dolce e speziato. Poi si condiscono con burro fuso e cacao in polvere e cannella. Non possono piacere a tutti e sono molto particolari, ma sono sicuramente da provare!!!
Il post di cui vado più fiera: il Caldo Verde del 30 settembre
Un post che non è solo di cucina ma anche di viaggio…e un viaggio speciale in una città magica e romantica. E dopo avere assaggiato questo piatto tradizionale proprio a Lisbona sono riuscita a rifarlo quasi uguale: una bella soddisfazione!!!

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