Category

biscotti

ai fornelli, biscotti, dolci, ricette originali

Biscotti “Grandissimo Cereale” e la febbre del venerdì sera (il prossimo!)

 
Qui tutto tace.
La serata del 23 gennaio si avvicina e a costo
di sembrare monotematica non riesco a non sentire il dovere di giustificarmi quando arrivo
sul blog e lo vedo fermo da una settimana. Ogni minuto degli ultimi otto giorni è stato dedicato alla progettazione e realizzazione della serata di venerdì prossimo, in cui, non soltanto cucineremo, ma dovremo anche raccontare il cinema, per introdurre agli spezzoni con le scene di cibo.

Read more

ai fornelli, biscotti, dolci, Natale, ricette tradizionali

Omini di pan di spezie Non è Natale senza gli omini di pan di spezie!

 Simpaticamente sgangherati. Almeno spero che vi stiano simpatici. Qui ci siamo procurati il tagliabiscotti a forma di omino, ma siamo allergici a tutte quelle diavolerie del cake design.

Read more

Omini di pan di spezie Non è Natale senza gli omini di pan di spezie!" class="facebook-share"> Omini di pan di spezie Non è Natale senza gli omini di pan di spezie!" class="twitter-share"> Omini di pan di spezie Non è Natale senza gli omini di pan di spezie!" class="googleplus-share"> Omini di pan di spezie Non è Natale senza gli omini di pan di spezie!" data-image="https://www.ricettedicultura.com/wp-content/uploads/2014/12/omini_pandispezie_evid.jpg" class="pinterest-share">
ai fornelli, biscotti, dolci, Natale, ricette originali, ricette tradizionali

Ciambelline al vino rosso con i fiori di lavanda Le ciambelline al vino della tradizione laziale, rivisitate con la lavanda

Viste e subito amate, le ciambelline al vino sono biscotti friabili della tradizione laziale, della Ciociaria in particolare, ma più o meno diffusi in tutto il centro Italia.

Read more

Ciambelline al vino rosso con i fiori di lavanda Le ciambelline al vino della tradizione laziale, rivisitate con la lavanda" class="facebook-share"> Ciambelline al vino rosso con i fiori di lavanda Le ciambelline al vino della tradizione laziale, rivisitate con la lavanda" class="twitter-share"> Ciambelline al vino rosso con i fiori di lavanda Le ciambelline al vino della tradizione laziale, rivisitate con la lavanda" class="googleplus-share"> Ciambelline al vino rosso con i fiori di lavanda Le ciambelline al vino della tradizione laziale, rivisitate con la lavanda" data-image="https://www.ricettedicultura.com/wp-content/uploads/2014/12/ciambelluzze_vino_evid.jpg" class="pinterest-share">
ai fornelli, biscotti, dolci, Natale, ricette originali

Biscotti-bottoncini al profumo di arancia e cardamomo Arancia e cardamomo, abbinamento perfetto per biscottini divertenti

Una volta era una grande scatola di latta, piena di rocchetti e di bottoni; molto spesso vi si formavano garbugli indistricabili tra i fili colorati.

Read more

Biscotti-bottoncini al profumo di arancia e cardamomo Arancia e cardamomo, abbinamento perfetto per biscottini divertenti" class="facebook-share"> Biscotti-bottoncini al profumo di arancia e cardamomo Arancia e cardamomo, abbinamento perfetto per biscottini divertenti" class="twitter-share"> Biscotti-bottoncini al profumo di arancia e cardamomo Arancia e cardamomo, abbinamento perfetto per biscottini divertenti" class="googleplus-share"> Biscotti-bottoncini al profumo di arancia e cardamomo Arancia e cardamomo, abbinamento perfetto per biscottini divertenti" data-image="https://www.ricettedicultura.com/wp-content/uploads/2014/12/bottoni_2_ww_zps59047d66-565x660.jpg" class="pinterest-share">
ai fornelli, biscotti, contest, dolci, ricette originali, ricette tradizionali

Le mie Tiriccas, con ripieno di ficotto e mandorle e farine Qb Kronos e Kamut

Arriva una ricetta antica; antica perchè si tratta di un dolce tradizionale, ma anche perchè ha davvero un gusto d’antan, poco dolce, anzi con una punta di amaro, e senza un solo granellino di zucchero.
Più che una ricetta ecco la cronaca di una ricerca, ricerca che è partita pensando a cosa elaborare per il contest di Valentina e del Molino Grassi, con le sue farine biologiche della linea Qb, quelle di grano duro, Kronos e Kamut da grano Khorasan Kamut.
Il pensiero è andato quasi subito alle tiriccas sarde, dolcini tipici del periodo pasquale o, secondo alcune tradizioni, che variano di zona in zona, del periodo di
Sant’Antonio Abate, a gennaio, e regalati ritualmente anche alle famiglie in
lutto.
A seconda della zona in cui si preparano sono detti pani e saba, ovvero dolci di mosto, oppure caschettas nella zona di Alghero o ancora tiriccas o tilliccas, pizzicando la t nella pronuncia, ma anche cocciuleddi in Gallura. Il
significato del nome per me è ancora un mistero: non sono riuscita a
trovare una spiegazione esauriente, anzi l’unica presente online è che
pare che derivi da alcuni riti quaresimali del culto greco (sic!)
Oggi, abbandonata la ritualità religiosa, si trovano in vendita tutto l’anno, in diverse zone della Sardegna, ed attirano l’occhio per la caratteristica forma a spirale o quella più simile a un ferro di cavallo chiuso ad entambe le estremità; sono preparati con un involucro di pasta molto sottile, bianchissima e finemente cesellata, e farciti solitamente di sapa, mosto cotto, oppure di miele e mandorle o di marmellata molto densa.
Alcune ricette fanno riferimento per il guscio di pasta ad una farina di tipo granito, ovvero finissima di grano tenero, ma visto che nella mia famiglia le ho sempre viste fare di grano duro, molto più usato in tutta la cucina sarda, ho usato la farina Molino Grassi Qb Kamut da grano Khorasan, ricca di proteine nobili, acidi grassi insaturi, sali minerali e oligominerali.
Per il ripieno invece si usa una semola grossa, che permette di far inspessire il mosto d’uva; si è rivelato perfetto l’utilizzo della farina Qb Kronos, dalla grana ricca e rustica. Si tratta di un grano duro che venne selezionato a partire dagli anni ’80 nel deserto dell’Arizona; oggi è prodotto e lavorato integralmente in Italia.
Approfondendo la ricerca per essere ancora più certa che il grano duro fosse la scelta corretta, ho scoperto che il nome dell’impasto per il guscio sottile di questi dolci è pasta violata, o violada in lingua sarda. Per alcuni significa “violentata”, e il violentatore sarebbe lo strutto che va a modificarne la fibra, rendola bianchissima e molto più plastica. Ora, siccome lo strutto ha un cuore tenero, non potevo credere che arrivasse a violentare alcunché, e quindi ho cercato ancora l’origine di questa parola:

violà re, vrb: fiolare
ammodhigare, nà ¢du de sa pasta pro fagher pane; fagher carchi cosa
chentza fagher contu de sas lezes, diferente e in contrà riu de su ’e sa
leze s’atelat sa cariadura de sa sà *mula annanghendhe ozu porchinu in cantidade pro chi ndh’inciumat fintz’a violare.


Fiolare
o violare significa quindi ammodhigare, cioè ammorbidire; in questo caso si ammorbidisce con lo strutto: dopo aver ottenuto un impasto molto asciutto con farina di grano duro, macinata finissima, e acqua, si ammorbidisce pian piano l’impasto, aggiungendo gradualmente piccole dosi di strutto.
Come dicevo più sopra, il ripieno dei dolci è tradizionalmente a base di mosto d’uva cotto e semola grossa. Talvolta la saba utilizzata, soprattutto nella zona di Oristano, è quella di fico d’India, saba de figu morisca. Così, per la mia abitudine di voler unificare l’Italia e di fare intersezioni tra le cucine delle diverse regioni, ho pensato di utilizzare nella mia ricetta il ficotto, mosto cotto ottenuto dal fico rosa di Pisticci, paese lucano in provincia di Matera.
[fonti:
-http://ricerca.gelocal.it/lanuovasardegna/archivio/lanuovasardegna/2005/08/18/STEPO_STE04.html
-http://it.wikipedia.org/wiki/Saba_%28gastronomia%29 
http://www.coquinaria.it/forum-tavola-rotonda/]
La ricetta: Tiriccas, dolci sardi ripieni di saba, rivisitati con il Ficotto.
per il guscio:
250 g di farina Kamut Qb Molino Grassi
60 g di strutto
per il ripieno:
70 g di farina Kronos Qb Molino Grassi
40 g di mandorle spellate e tritate
250 ml di ficotto di Pisticci
2 cucchiai di miele di corbezzolo
la buccia grattugiata di un’arancia
Preparare il ripieno: in un pentolino mettere il ficotto, sciogliervi il miele e poi versarvi le mandorle tritate finemente. Scaldare fin quasi ad ebollizione. Versare a pioggia la farina di semola e mescolare ininterrottamenre finché il composto non si addensa. Deve diventare pastoso e lavorabile. Lasciar raffreddare.
Preparare l’impasto del guscio: mettere in una ciotola la farina Kamut, aggiungervi poca acqua tiepida fino ad ottenere un composto farinoso. Aggiungere lo strutto freddo, poco alla volta, facendolo assorbire all’impasto. La lavorazione prosegue per una decina di minuti, aggiungendo poco strutto alla volta, fino ad ottenere una pasta molto liscia e morbidissima.

Stendere una porzione di pasta con la macchinetta (spessore alla tacca più sottile) o con il mattarello. Ritagliare dei rettangoli di impasto con l’apposita rotella, di lunghezze diverse e della larghezza di circa 4 cm.

Ricavare dal ripieno tanti rotolini del diametro di 1 cm. Ogni rotolino va messo al centro del rettangolo di sfoglia che va poi ripiegato verso l’alto e poi arrotolato a spirale o fermato a ferro di cavallo.

Procedere con tutta la pasta e il ripieno. Far asciugare, senza far colorire, in forno già caldo ventilato a 120-130°C per 20-25 minuti ed infine far raffreddare completamente prima di assaggiare.
Con questa prima ricetta partecipo al contest Blogger Love Qb di Impastando S’Impara con Molino Grassi.
ai fornelli, biscotti, dolci, ricette originali

Cookies al burro d’arachidi e gocce di cioccolato Velocissimi da preparare e naturalmente... uno tira l'altro

Esistono ricette che ti entrano nel cuore. E non importa quante volte tu le possa rielaborare, quelle restano sempre la base da cui partire. 
È il caso di questi cookies. 

Read more

Cookies al burro d’arachidi e gocce di cioccolato Velocissimi da preparare e naturalmente... uno tira l'altro" class="facebook-share"> Cookies al burro d’arachidi e gocce di cioccolato Velocissimi da preparare e naturalmente... uno tira l'altro" class="twitter-share"> Cookies al burro d’arachidi e gocce di cioccolato Velocissimi da preparare e naturalmente... uno tira l'altro" class="googleplus-share"> Cookies al burro d’arachidi e gocce di cioccolato Velocissimi da preparare e naturalmente... uno tira l'altro" data-image="https://www.ricettedicultura.com/wp-content/uploads/2014/09/cookies_peanuts_4ww_zps23ff9ff0-565x660-1.jpg" class="pinterest-share">
biscotti, dolci, eventi&co, lievitati, lievitati-dolci, ricette originali, storia & cultura, Torino & Dintorni

“Piramidi e Pentole” ad ExillesFest e i Dolcetti del Faraone

Questa non è una ricetta, è un’archeoricetta!

Parliamo di Archeoricette come avevo già fatto qui e qui. Non c’entra nulla la bistecca di brontosauro…ma ricostruzioni attendibili delle ricette che “potevano” esistere nell’antichità.
Siamo ad un nuovo capitolo e ad un nuovo libro per Gene Urciuoli e per Marta Berogno.
Si parla di Piramidi e Pentole,
ovvero di quello che è arrivato fino a noi della cultura gastronomica
egizia
L’espediente utilizzato per raccontare questi aspetti è
l’analisi dei geroglifici che parlano di alimentazione. Come accade per i reperti archeologici, in archeoricette ogni singolo alimento è interpretato come strato archeologico che deve essere contestualizzato cronologicamente e geograficamente per portare ad affascinanti interpretazioni. In alcuni casi ci sono ricette tramandate dalle fonti, in altri casi sono ricostruzioni accettabili e verosimili di quella che poteva essere l’alimentazione dell’epoca.

In questo volumetto si parte dalla parola e dal fatto che nelle decorazioni tombali egizie la rappresentazione del cibo e degli atti che ne descrivevano la preparazione aveva così tanta rilevanza: il cibo, non soltanto bisogno primario nella vita terrena, ma anche una necessità da soddisfare nell’aldilà, tanto che suppellettili per cucinare e formule per ottenere magicamente il cibo erano conservate nelle sepolture.
Questo libro a metà tra un compendio di grammatica egizia e un libro di storia dell’alimentazione, svolge il difficile compito della divulgazione anche verso un pubblico solitamente distante da questo genere di tematiche. Da un lato spiega la composizione delle scritte, dall’altro approfondisce brevemente le abitudini culinarie.
Il 31 agosto, ad Exilles, nell’ambito di ExillesFest ci sarà una nuova presentazione di questo libro, insieme agli autori Marta Berogno e Generoso Urciuoli.
Io cucinerò e racconterò una rielaborazione delle “golosità di Ramses”, mentre Irene del blog Stuzzichevole, proporrà i “Dolcetti al cipero”, entrambe tra le ricette presenti all’interno del libro.
Le “golosità di Ramses” dolcetti di cui il faraone doveva essere ghiotto, si trovano rappresentati all’interno della sepoltura del faraone Ramses III, insieme a tutte le fasi della preparazione: sicuramente un suggerimento per i servitori dell’aldilà che avrebbero potuto, in questo modo, deliziare il sovrano.  
Ho modificato la ricetta proposta per rendere questi dolcetti meno compatti. La prima volta ho aumentato la dose di formaggio di capra, ma non è stato sufficiente, quindi ho aggiunto un poco di lievito di birra.
La ricetta: Dolcetti del Faraone (in forno)
200 g di semola di grano duro
1 pizzichino di lievito di birra fresco
200 g di formaggio cremoso di capra
2 cucchiai di miele
2-3 cucchiai d’acqua

per decorare
miele q.b
2 cucchiai di semini di papavero

Sciogliere il lievito di birra nei due cucchiai d’acqua e amalgamarvi il miele.
Mescolare la farina con il formaggio fresco e la pappetta di lievito e miele e formare un impasto omogeneo e ben lavorato.
Far lievitare per un’ora circa.
Riprendere l’impasto, tagliarlo a pezzi e per ogni pezzo ricavare dei rotolini lunghi e sottili, di circa 1/2 o 1 cm di diametro. Arrotolare il rotolino su se stesso come per formare una spirale e quando la spirale ha raggiunto un diametro di circa 2 cm, tagliarla con il coltello e metterla su una teglia infarinata. Proseguire fino ad esaurire l’impasto.
Infornare a 180° C per 15 minuti circa. Sformare, deporre su un piatto ed irrorare con miele e semini di papavero.

Qui sotto la prima versione dei dolcetti, senza lievito; mantengono molto meglio la forma, ma sono troppo compatti e sebbene dolci molto lontani dal gusto odierno, volevo presentare all’ExillesFest un assaggio che fosse anche gradevole ai nostri palati.

ai fornelli, biscotti, dolci

Cheewy Bars, barrette morbide con cereali croccanti e pesche al timo

Da oggi inizia ai supermercati Lidl la settimana dedicata ai prodotti di ispirazione USA della linea Mcennedy, American Way. Fino al 29 giugno saranno più di 40 i prodotti proposti in offerta speciale e limitata: dai classici cookies americani, ai cranberries disidratati, ai preparati per torte e pancakes, ad altri numerosi prodotti salati…
Un folto gruppetto di foobloggers ha accettato l’invito di provarli in anteprima e tra questi anch’io!
Ho ricevuto i morbidi cranberries, alcune confezioni di cereali addolciti dallo sciroppo d’acero, il burro di arachidi in versione crunchy e un nuovo attrezzino per la mia cucina: la piastra elettrica per fare in modo veloce e pulito delle ottime ciambelline.
Quindi questa settimana mi trasferisco negli Stati Uniti, almeno con il pensiero, e vi propongo qualche ricetta di ispirazione americana, con i prodotti che ho ricevuto.
Il primo pensiero è volato a delle barrette ripiene, talmente golose che ne basta poco per soddisfare la voglia di dolce quotidiana e facili facili da fare e presentare, già porzionate.
Il ripieno è di pesca, visto che l’estate è arrivata, la parte croccante invece è data dai Crunchy Clusters Mcennedy, agglomerati di cereali e muesli con noci pecan e sciroppo d’acero.

La ricetta: Cheewy Bars con cereali croccanti e pesche al timo

250 g di Crunchy Clusters Mcennedy
100 g di farina
140 g di burro morbido
70 g di zucchero di canna
2 uova
1 pizzico di sale
scorza di limone

4-5 pesche
1 cucchiaio di zucchero di canna
10 g di burro
timo fresco o essiccato

Preparare prima le pesche, sbucciandole e tagliandole a fettine. In un padellino mettere i 10 g di burro, le pesche e lo zucchero e far insaporire a fuoco vivace con il timo, giusto il tempo di far sciogliere lo zucchero.

Lavorare il burro morbido con lo zucchero, poi aggiungere le uova sbattute leggermente con un pizzichino di sale e la farina, ricavando un impasto morbido. Aggiungere e distribuire uniformemente all’impasto i cereali Crunchy Clusters.

Imburrare e infarinare una teglia rettangolare o quadrata di dimensioni circa 21x21cm o poco più grande. Distribuire sul fondo poco più di metà dell’impasto. Fare uno  strato di pesche e ricoprire con il resto dell’impasto.
Infornare a 150°C in forno già caldo, ventilato, per mezz’ora o fino a doratura.
Lasciar intiepidire e tagliare a quadratini o rettangoli, per poi lasciar raffreddare completamente.

ai fornelli, biscotti, dolci, Natale

Quadrotti friabili al cacao e nocciole, senza burro Biscotti con olio (di semi o di oliva) nell'impasto e tante nocciole

Questi biscotti sono adatti a una domenica di pioggia o ad accompagnarvi nell’inizio della settimana. Leggeri e intensi, perfetti anche con il sole che oggi mi ha letteralmente colta di sorpresa.
Sono semplici e veloci da fare, con una forma davvero rustica, niente formine o ritagli complicati, solo un impasto da stendere alto, quanto le nocciole intere che sono all’interno, e da tagliare a quadrati regolari.

Ho pensato di sostituire il burro con olio per un risultato più leggero e successivamente, avendo un po’ di albumi in frigo, ho utilizzato il solo bianco d’uovo al posto dell’uovo intero.

 
Ne derivano dei biscotti sbriciolosi e friabili, ma le nocciole sono valorizzate anche dalla differenza di consistenza. 
Il consiglio naturalmente è di usare nocciole di ottima qualità, come la Tonda Gentile delle Langhe che ho usato io oppure la nocciola IGP di Giffoni. Se usate delle nocciole in granella, potrete fare biscottini più sottili e più piccoli, a voi la scelta!
 
Con questo post ringrazio Valentina, la blogger di Latte Dolce Fritto; anche questo blog, conosciuto da poco, mi ha subito conquistato. Valentina mi ha fatto dono di un piccolo premio, questo:
 
Non sono solita continuare le catene, ma mi ha fatto davvero piacere e visto che fin dall’antica Roma era uso regalare piantine di nocciole per augurare felicità, io omaggio Valentina con questi super biscotti alla nocciola, con lo stesso augurio.
E a tutti voi, che mi leggete e mi seguite con affetto, una cascata di biscotti alla nocciola per un felice inizio di settimana!

 

 

La ricetta: Quadrotti friabili al cacao e nocciole, senza burro
(ho seguito la ricetta di Francesca, ma ho dimezzato le dosi. Ho cambiato il burro con l’olio di semi, nella proporzione di 100 g di burro a 80 g di olio di semi, e l’uovo intero con pari peso di albume)

225 g di farina
15 g di cacao amaro
60 g di olio extravergine di oliva (o di semi di girasole)
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
80 g di zucchero a velo
1 albume
85 g nocciole (le mie qualità tonda gentile delle Langhe)

Mescolare in una grande ciotola farina, cacao e zucchero. Aggiungere mescolando l’olio e poi l’albume, formando grosse briciole di impasto. Completare con le nocciole intere e la vaniglia. Formare un panetto alto due dita e riporre in frigo a raffreddare per un’oretta.
Stendere l’impasto in un rettangolo spesso quanto le nocciole e ritagliarlo in quadrotti di 5 cm di lato.
Infornare a circa 180° per circa 13 minuti.
Maneggiare delicatamente finchè non sono ben freddi.

Quadrotti friabili al cacao e nocciole, senza burro Biscotti con olio (di semi o di oliva) nell'impasto e tante nocciole" class="facebook-share"> Quadrotti friabili al cacao e nocciole, senza burro Biscotti con olio (di semi o di oliva) nell'impasto e tante nocciole" class="twitter-share"> Quadrotti friabili al cacao e nocciole, senza burro Biscotti con olio (di semi o di oliva) nell'impasto e tante nocciole" class="googleplus-share"> Quadrotti friabili al cacao e nocciole, senza burro Biscotti con olio (di semi o di oliva) nell'impasto e tante nocciole" data-image="https://www.ricettedicultura.com/wp-content/uploads/2014/03/biscotti_cacao_5-565x660.jpg" class="pinterest-share">
error

Enjoy this blog? Please spread the word :)