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Torta al cioccolato fondente con ribes rossi

È arrivato l’autunno ed insieme è giunto il periodo delle torte al cioccolato. Non avevamo mai smesso, a dire il vero ma ora è proprio il momento giusto per mettere al bando gli scrupoli e coccolarsi con i sapori caldi e corposi.
A togliere ogni eventuale residuo dubbio abbiamo avuto due cene da amici la scorsa settimana e quindi quale scusa migliore per preparare due golose torte superfondenti. 
La prima è questa con i ribes; sono andata sul sicuro con una base al cioccolato che utilizzo spesso e si presta a mille reinterpretazioni. Ho solo aggiunto dello sciroppo di ribes nell’impasto, che però non si sentiva come avrei voluto.
Sopra una semplicissima glassa, e gli splendidi e lucenti fruttini rossi che l’hanno resa davvero bella!
Cercando qualche informazione sul ribes ho scoperto che questo nome appartiene a una moltitudine di qualità diverse dello steso fruttino acidulo. Lo si può trovare rosso o nero o addirittura nella varietà gialla e in ogni caso è enormemente decorativo e, così fresco e pungente, contrasta piacevolmente con la cremosità avvolgente e calda della torta.
Questa base al cioccolato è buonissima il giorno stesso ma è ancora più buona il giorno seguente…se ci arriva!! 😉 E si può combinare con tantissimi frutti!
La ricetta: Torta al cioccolato con ribes rossi
200 g di cioccolato fondente
70 g di burro
100 g di zucchero
3 cucchiai di yogurt
2 cucchiai di sciroppo di ribes
40 g di farina 00
30 g di mandorle tritate
2 uova
1 cucchiaino di yogurt
100 g di zucchero a velo
125 g di ribes rossi
Ho fatto fondere a bagnomaria il burro con il cioccolato sminuzzato. Ho poi aggiunto lo zucchero e mescolato fino a farlo sciogliere e poi ho aggiunto anche lo sciroppo di ribes alla miscela.
Ho setacciato insieme farina 00 e farina di mandorle e poi le ho aggiunte alla miscela di cioccolato, mescolando insieme anche lo yogurt.
Ho separato i tuorli dalle uova e ho aggiunto gradualmente i tuorli al cioccolato.
Ho montato a neve gli albumi e senza smontarli li ho amalgamati all’impasto.
Ho versato il tutto in una teglia ben imburrata da 21 cm ed ho infornato a 170° per circa mezz’ora. Per un risultato più fondant bastano 20 minuti di cottura.
Quando la torta era fredda l’ho rovesciata su un piatto.
Per la glassa ho mescolato lo zucchero a velo con lo yogurt e l’ho fatta colare sulla torta, pareggiandola con una spatola. Ho lasciato asciugare la glassa e poi ho disposto sulla superficie i grappolini di ribes.
ai fornelli

Ravioli di formaggio di capra insaporiti con miele e more

Il miele è un alimento ricco di storia. Testimonianze sull’uso del prezioso dolcificante si trovano nella Bibbia ed era praticamente usato da tutti i popoli dell’antichità. Gli Egizi gli attribuivano anche un potere rituale, poichè accanto alle mummie venivano deposte ciotole piene di miele per corroborare i defunti durante il viaggio nell’aldilà. I Sumeri lo utilizzavano per preparare cosmetici mentre i Greci lo consideravano cibo degli dei e Hammurabi nel suo codice di leggi tutela gli apicultori dal furto del prezioso nettare. In realtà la storia del miele si perde ancora più lontano nel tempo e si hanno tracce delle prime arnie costruite dall’uomo nel VI millennio a.C.
Nel medioevo il miele veniva usato per dolcificare qualsiasi cibo, dalla carne alle torte salate ed addolciva anche le bevande, in combinazione con il vino, come accadeva per l’Hypocras e il Chiaretto o con l’acqua, quando dava vita all’Idromele.
L’avvento della canna da zucchero gli fece perdere un po’ di fama, ma ultimamente è tornato all’antico splendore, per le sue tante proprietà benefiche, come disinfettante e antibatterico, come calmante del sistema nervoso e corroborante dell’apparato circolatorio. A queste proprietà si aggiungono quelle specifiche dalla pianta da cui il nettare è estratto. 
Il miele di tiglio che ho usato per questa ricetta è tra i mieli più profumati e pare anche essere calmante e un aiuto per chi soffre di emicrania.
E’ naturale abbinarlo ad un formaggio di capra, dal tipico gusto sapido e pungente. Più particolare è condire con il miele questi saporiti ravioli, mentre le more danno colore e una punta di acidulo ad un piatto equilibratamente dolce e salato. 
La ricetta: Ravioli di formaggio di capra con miele di tiglio e more
(per 2 persone)
per la sfoglia all’uovo:
200 g di farina 00
2 uova intere
1 pizzico di sale
per il ripieno:
circa ½ caprino fresco di latte di capra Alta Langa (quello fatto a tronco di cono che trovate sfuso dal formaggiaio)
150 g di toma piemontese di pura capra (sfusa, proveniente dalla zona di Cuneo)
per il condimento:
100 g di more fresche
1 cucchiaio di miele di tiglio
40 g di burro
cannella
pepe bianco
Ho preparato la pasta per i ravioli: ho messo la farina a fontana, ho rotto le uova intere al centro, ho aggiunto un pizzico di sale ed ho cominciato a formare un impasto, prima con la forchetta poi con le mani. Ho impastato per qualche minuto, poi ho messo la pasta a riposare avvolta in un tovagliolo di cotone.
Ho preparato il ripieno semplicemente tagliando a pezzettini molto piccoli la toma di capra e amalgamandola con il caprino fresco.
Ho steso la sfoglia e ho ricavato tanti cerchi con un coppapasta del diametro di 6cm. Su metà dei cerchi ho deposto una nocciola di ripieno. Ho bagnato leggermente il bordo rimasto libero con il dito inumidito d’acqua ed ho completato i ravioli con un cerchio vuoto, facendo ben aderire i bordi.
Completati i ravioli, ho messo a bollire l’acqua per cuocerli e nel frattempo ho fatto sciogliere in un padellino il burro a fuoco bassissimo. Ho aggiunto il miele e l’ho fatto scaldare e fluidificare. Poi ho aggiunto anche il succo di qualche mora schiacciata e passata al colino. Ho spento e tenuto in caldo.
Quando l’acqua bolliva, l’ho salata e vi ho cotto i ravioli; poi li ho scolati con delicatezza e li ho deposti nei piatti.
Nel padellino del burro ho aggiunto le more restanti, ho riscaldato il tutto ed ho usato il burro e miele per irrorare i ravioli. Ho spolverato il tutto con cannella e pepe bianco e servito.
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Una Gubana…Tropicale

Avevo già proposto la gubana nella sua versione più o meno tradizionale. Questa volta, in particolare per presentare una ricetta originale per il bellissimo contest di La Cucina di Barbara ho pensato di riutilizzare l’impasto della gubana, con tutti i suoi passaggi ed il pochissimo lievito, per un dolce da colazione soffice e profumato ispirato ai colori e ai profumi dell’estate.
Ho sostituito il classico Picolit con del Rhum e la frutta secca e candita del ripieno tradizionale con  frutta disidratata tropicale: papaya, mango, ananas e cocco, con l’aggiunta di buccia di limone, mandorle tritate grossolanamente e amaretti sbriciolati. Rispetto al procedimento originale, grazie alle alte temperature di questi giorni, sono riuscita ad accorciare i tempi, ottenendo ugualmente un impasto sofficissimo e che resta morbido, avvolto in un panno, per 4 giorni.
Vedrete che la seconda giornata è la più impegnativa, richiedendo ben 3 momenti.
Potete gustare questa Gubana Tropicale accompagnandola con una spremuta d’arancia o un frullato di pesca e albicocca o con del succo A.C.E. senza zucchero. Buona colazione!! 😀

La ricetta: Gubana Tropicale
(dosi per ottenere un dolce del diametro di 17-18 cm, del peso di circa 900g)
per l’impasto:
300 g di farina Manitoba
100 g di latte intero
55 g d’acqua
90 g di zucchero
80 g di burro
½ uovo + 1 tuorlo
7,5 g di lievito di birra fresco
1 pizzico di sale
½  cucchiaino di miele
buccia grattugiata di ½  limone
½  baccello di vaniglia.

per il ripieno:
150 g di frutta disidratata mista (papaya, mango, ananas, cocco)
45 g di Rhum
100 g di mandorle spellate e tostate
buccia grattugiata di ½ limone
½  uovo
20 g di burro
½ cucchiaio di miele
50 g amaretti secchi tritati

per la glassatura:
1 albume
zucchero di canna

Giovedì: ho messo la frutta disidrata a bagno nel rhum, dopo averla tagliata a dadini. Ho coperto e tenuto in frigo per tutta la notte.

Venerdì mattina: Ho preparato una biga con 75g di farina, 35g d’acqua e 1g (un pizzichino) di lievito. Dopo un’impastatura veloce ho coperto con pellicola e messo a lievitare a temperatura ambiente (25°) per 12 ore.

Ho poi finito di preparare il ripieno mescolando alla frutta disidratata ammollata nel rhum, anche le mandorle tritate grossolanamente , la buccia di limone e gli amaretti sbriciolati, poi il burro fuso e il miele. Ho coperto e riposto in frigo.

Venerdì pomeriggio:
Ho preparato un poolish con 100g di latte tiepido, 50g di farina, zeste grattugiate di ½ limone, 3g lievito. Ho coperto e lasciato a temperatura ambiente per 4 ore, in un luogo riparato e lontano da fonti di calore.

Venerdì sera:
Ho preso il poolish ormai gonfio e l’ho mescolato. Ho preparato una pastella con gli ultimi 3,5 g di lievito, il miele, 20gr di acqua  e 20g di farina e lasciato gonfiare. Poi ho unito a questa pastella il poolish.
Ho pesato 105 g di farina, e l’ho aggiunta quasi tutta ai preimpasti, cominciando a mescolare per farla assorbire. Si forma quasi subito un impasto consistente. Ho aggiunto la biga a pezzi e poi successivamente, sempre mescolando energicamente, ½  tuorlo, 40g di zucchero, la farina rimanente ed incordato. Ho poi inserito 30g di burro morbido, lasciato a temperatura ambiente per un’ora, con i semini della bacca di vaniglia. Con l’inserimento del burro l’impasto diventa lucido ed elastico e la consistenza migliora. Ho cominciato ad impastare all’interno della ciotola con una mano, sollevando l’impasto e tirando verso l’alto. Ho lavorato per un po’ in questo modo, fino ad ottenere un impasto elastico e ben legato. Poi ho coperto con pellicola e lasciato riposare per un’ora a circa 28°, in forno spento.
Ho ripreso l’impasto, l’ho impastato per qualche istante e poi, mescolando nuovamente con il cucchiaio, ho aggiunto gradualmente ½ albume seguito da circa metà della farina rimanente; ad assorbimento ho unito ½  tuorlo con metà dello zucchero; poi ancora farina, l’altro ½ tuorlo, con zucchero e sale. Ho impastato con cura, poi aggiunto il burro morbido con la buccia di limone grattata, come fatto prima, impastando con la mano verso l’alto, ribaltando diverse volte l’impasto. Ho coperto e trasferito di nuovo in forno tiepido per circa mezz’ora.

Passato questo tempo ho rovesciato l’impasto sulla spianatoia – sarà ancora molto morbido – ed ho fatto un giro di pieghe del tipo 2, ovvero portando porzioni di impasto verso il centro, per tutta la circonferenza della palla di impasto. A questo punto ho rimesso la palla di impasto in una ciotola infarinata, coperto con pellicola unta e posto in frigo fino al mattino.

Sabato:
Ho tirato fuori dal frigo l’impasto e lasciato riscaldare per un’oretta.
Ho preparato uno stampo di carta forno per la gubana, del diametro di 17-18 cm, pinzandolo molte volte con i punti metallici dal lato esterno.
Poi ho steso con il mattarello un ovale di pasta spesso circa 1/2 cm.
Ho aggiunto l’uovo al ripieno, mescolando bene e poi l’ho steso sull’ovale di pasta lasciando due cm di bordo esterno, spennellato con albume. Ho arrotolato in diagonale, stringendo e allungando l’impasto simultaneamente. Poi ho attorcigliato il tutto come fosse una chiocciola, mettendo il capo terminale sotto al tutto e depositando la gubana nello stampo di carta forno.
Ho fatto lievitare in forno spento fino al raddoppio (circa 1 ora- 1 ora e mezza). Poi ho riscaldato il forno a 180° e intanto spennellato la gubana con l’ultimo albume restante e poi cospargendo di zucchero di canna.
Ho infornato per 45 minuti, facendo attenzione che la superficie non si scurisse troppo.

Una volta sfornata si lascia raffreddare la gubana avvolta da un panno di cotone, su una gratella che la faccia raffreddare anche sulla superficie inferiore.

Con questo dolce partecipo al contest Get an AID in the kitchen – second edition, del blog La Cucina di Barbara.


primi piatti, zuppe e vellutate

Vellutata di indivia belga al parmigiano con pere speziate e crostini La dolcezza delle pere, accostata all'amaro dell'indivia belga

 
L’indivia è una delle verdure più dietetiche che esistano, ha solo 15 calorie per 100 g. Ha un sapore leggermente amarognolo, ma freschissimo. E’ l’ideale per fare il pieno di minerali, quali potassio, magnesio e fosforo.
Vellutata di indivia belga al parmigiano con pere speziate e crostini La dolcezza delle pere, accostata all'amaro dell'indivia belga" class="facebook-share"> Vellutata di indivia belga al parmigiano con pere speziate e crostini La dolcezza delle pere, accostata all'amaro dell'indivia belga" class="twitter-share"> Vellutata di indivia belga al parmigiano con pere speziate e crostini La dolcezza delle pere, accostata all'amaro dell'indivia belga" class="googleplus-share"> Vellutata di indivia belga al parmigiano con pere speziate e crostini La dolcezza delle pere, accostata all'amaro dell'indivia belga" data-image="https://www.ricettedicultura.com/wp-content/uploads/2012/03/2012_03_19-Vellutata-di-indivia_pere-speziate-%281%29.jpg" class="pinterest-share">
dolci, ricette tradizionali, uova e fritture

Frittelle di mela o friceuj ‘d pom, la mia ricetta Le frittelle più semplici e amate

frittelle-mele
Carnevale si avvicina e anche qui è scattata l’operazione frittella.
E visto che ci piace vincere facile, cominciamo dalle basi con le frittelle di mele, friceuj ‘d pom in piemontese!
 
Frittelle di mela o friceuj ‘d pom, la mia ricetta Le frittelle più semplici e amate" class="facebook-share"> Frittelle di mela o friceuj ‘d pom, la mia ricetta Le frittelle più semplici e amate" class="twitter-share"> Frittelle di mela o friceuj ‘d pom, la mia ricetta Le frittelle più semplici e amate" class="googleplus-share"> Frittelle di mela o friceuj ‘d pom, la mia ricetta Le frittelle più semplici e amate" data-image="https://www.ricettedicultura.com/wp-content/uploads/2012/02/frittelle-di-mele_2_ev.jpg" class="pinterest-share">
al cucchiaio, dolci

Le pere al Porto Le pere al vino, semplici e deliziose

Trattasi non di pere giramondo sul punto di intraprendere un viaggio per mare, ma di una ricetta tradizionale ai limiti della banalità: semplicemente frutta cotta in uno sciroppo di vino, anzi “divino” che piace a tutti e che sazia la voglia di dolce, senza uova, né latte, né burro.
Quando poi il vino è il Porto, si riduce la quantità di zucchero e si ottiene uno sciroppo vagamente liquoroso con una consistenza ed un colore incantevole.

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ai fornelli

Torta frolla ricoperta con ripieno di crema e mele per Francesca

Ricomincio a scrivere sul blog dopo una lunga pausa ed è un po’ difficile riprendere il filo del discorso…
Ripesco, fra le tante ricette che ho da mettere a posto per essere pubblicate, una bella torta di mele. Non c’è, credo, una torta più classica di queste, e per questo farla è sempre un piacere perché permette di fare piccole variazioni che la rendono sempre una sorpresa ben riuscita.
In particolare questa torta l’ho preparata il 17 dicembre per il compleanno della mia quasi cognata e amica Francesca, ed è passata al vaglio di una quindicina di assaggiatori esigenti che hanno detto: promossa! 😀
E’ semplice semplice, ma con tanti gusti diversi: una base di frolla morbida, cotta in bianco, un ripieno di crema al latte senza uova, mele appena rosolate nel burro e cannella ed infine una copertura di sfoglia croccante tutta luccicante di cristalli di zucchero di canna. L’effetto voluto è quello del contrasto fra il croccante della sfoglia e il morbido della frolla con il soffice vellutato del ripieno.
Poche foto, purtroppo, come ogni volta che porto un dolce da qualche parte…ma mi è rimasta la voglia di riproporla al più presto!!!

La ricetta: Torta frolla con crema e mele per Fra
Base di pasta frolla:
300 g di farina
125 g di burro
125 g di zucchero
3 tuorli con un pizzico di sale
1 cucchiaino di lievito in polvere per dolci
qualche cucchiaino di latte

Crema senza uova:
300 ml latte intero
85 g zucchero semolato
25g farina
cannella in polvere

Mele:
4 mele medie (2 golden e 2 fuji per avere diverse consistenze)
1 cucchiaio di burro
4 cucchiai di zucchero semolato
vino bianco
cannella in polvere

Copertura:
1 pasta sfoglia pronta già stesa
zucchero di canna
albume avanzato dalla frolla

Per la frolla di base, ho mischiato farina, zucchero e lievito. Ho ottenuto delle briciole di impasto aggiungendo il burro tagliato a cubetti e poi ho aggiunto velocemente i tuorli, fino ad ottenere l’impasto. Ho aiutato la presa con qualche cucchiaino di latte freddo.
Poi ho messo a riposare la frolla per 30 minuti in frigo.

Nel frattempo ho preparato la crema: ho messo a scaldare il latte e intanto mischiato farina e zucchero; ho iniziato ad aggiungere poco latte, mescolando per amalgamare. Poi ho aggiunto gradualmente il resto del latte ormai caldo, ma non bollente. Ho messo sul fuoco il pentolino e, continuando a mescolare, ho fatto addensare, aggiungendo la cannella secondo il gusto personale. Poi ho tolto dal fuoco e lasciato intiepidire.

Ho steso la frolla sulla carta da forno nello spessore di 5 mm e l’ho poi posizionata in una teglia dal bordo alto. Tutt’intorno ho ricavato un cordone di pasta un po’cicciottello. Ho coperto con un foglio d’alluminio su cui ho messo dei fagioli secchi che uso per la cottura in bianco.
Ho fatto cuocere per circa 20 minuti a 175°. La torta ritornerà in forno per la cottura della sfoglia superiore e quindi non bisogna esagerare con il primo passaggio.

Mentre la base cuoceva ho sbucciato le mele e le ho tagliate a cubetti abbastanza grossi. In una padella larga ho messo un cucchiaio di burro e l’ho fatto sciogliere. Ho versato i cubetti di mela e aggiunto lo zucchero. Ho fatto rosolare le mele, aggiungendo un goccino di vino bianco e poi eliminando il liquido in eccesso. Le mele devono ammorbidirsi ma restare abbastanza sode. Ho completato con una spolverata leggera di cannella.

Nella frolla, ormai cotta ma non dorata, ho messo uno strato uniforme di crema tiepida, poi ho aggiunto le mele a cubetti, abbondando di più verso il centro della torta.
Ho coperto le mele con la sfoglia pronta, rimboccando la pasta all’interno del cordone di frolla che deve restare esterno. Con la punta di un coltello ho ricavato dei taglietti nella sfoglia, poi l’ho ben spennellata di albume e ricoperta di cristalli di zucchero di canna.
Ho infornato per circa 20 minuti, a 175° facendo attenzione che dorasse ma non scurisse troppo.

ai fornelli

Risotto al salmone fumé con Fiordifrutta Rigoni alla mora di rovo

Un risotto con la marmellata? E chi ci aveva mai pensato?
Non io, prima di sapere del Contest organizzato da Fiordifrutta Rigoni di Asiago
Ma dopo il risotto con le pere, o quello con fragole, non era così stravagante provarci.
D’altraparte Fiordifrutta non è una marmellata e ha il sapore della vera frutta, poichè è preparata a bassa temperatura e dolcificata con succo di mele selvatiche, senza l’aggiunta di altro zucchero.
Ho scelto la Fiordifrutta alle more di rovo: il suo gusto è sorprendente all’assaggio. Sa di mora, punto. Abbinarla ad un piatto salato è stata la cosa più naturale del mondo, ma niente formaggi per carità. Solo filetto di salmone affumicato, fatto riscaldare nel risotto stesso, uno volta che aveva raggiunto la giusta cottura, senza che seccasse in cottura prolungata, e una punta di senape che desse equilibrio fra il dolce e il sapido.
Anche il modo di accostare i sapori è stato azzeccato, ogni boccone è diverso dall’altro a seconda del risotto che si raccoglie con la forchetta, più esterno o più interno e vicino al cuore di Fiordifrutta, con una punto o meno di senape…
Ne è venuta fuori una ricetta elegante e gustosissima che ci ha fatto ripulire il piatto fino all’ultimo chicco!! 

La ricetta: Risotto al salmone fumé con Fiordifrutta alla mora di rovo
 (per 2 persone)
150 g di salmone affumicato a fettine
1 cipolla piccola
500 ml di brodo vegetale
mezzo bicchiere di vino bianco (abbondante)
8 cucchiai di riso carnaroli
1 cucchiaino colmo di senape (più quella per decorare il piatto)
4 cucchiaini di Fiordifrutta Rigoni di more di rovo (più quella per decorare il piatto)
una noce di burro
olio
sale
pepe

Ho messo a preparare circa 500 ml di brodo vegetale con acqua, olio, sale, e queste verdure: patata, porro, salvia, e carota.
Ho rosolato la cipolla, tagliata a dadini finissimi, in due cucchiai d’olio evo, senza farla scurire. Quando si era asciugata ho cominciato a bagnarla di vino bianco per farla stufare dolcemente, e successivamente di goccini di acqua calda. 
Quando la cipolla è diventata trasparente ho aggiunto il riso e ho alzato il fuoco. Ho fatto tostare il riso e poi ho iniziato ad aggiungere il brodo vegetale fino a coprirlo. 
Man mano che il risotto cuoceva ho ripetuto questa operazione tre volte. 
Quando il riso era cotto ho aggiunto il salmone sminuzzato finemente e una noce di burro ed ho spento il fuoco e coperto la pentola. Ho fatto riposare per cinque minuti perchè i sapori si amalgamassero
Prima di impiattare ho aggiunto il cucchiaino di senape e ho mescolato bene.
Nello stampo quadrato ho messo uno strato di risotto, ho formato una cavità al centro e vi ho deposto un cucchiaino ben colmo di Fiordifrutta di mora di rovo, infine ho coperto con un altro strato di risotto. In cima ho colorato con qualche goccia di Fiordifrutta spalmata ed ho accompagnato da senape sul piatto.

ai fornelli, ricette originali

Maiale e mele con spezie e noci in una crosta graziosa

Per questa ricetta ho preso spunto qui, sul blog AmaraDolcezza della bravissima Giulia.
L’idea del pollo in ceramica bianca successivamente ricoperto dalla sfoglia mi è subito piaciuto tantissimo. L’unico problema era la mancanza delle cocottes in ceramica…
Mi sono quindi ingegnata in altro modo…
Ho pensato di fare interi gusci di sfoglia, riempiti e successivamente ricoperti dalla sfoglia stessa, e in mio aiuto sono arrivati degli stampini in silicone per muffin di cui sono totalmente entusiasta. Li ho già utilizzati diverse volte, sia come contenitori per monoporzioni di verdure al forno, sia per i classici muffin,sia per queste tortine salate di sfoglia.

Le torte di sfoglia ripiene dei più svariati ingredienti sono una preparazione molto antica. Abbozzate, ma mai valorizzate, in epoca romana, ebbero una vera esplosione nel Medioevo e indovinate un po’ da quale paese si diffusero in tutta Europa… dall’Italia, naturalmente, che in fatto di cucina ne sapeva già un bel po’. Le torte compaiono nel menù degli eremiti di Camaldoli già dal XII secolo e nel XIV sono dentro ai ricettari più diffusi. E se inizialmente sono torte di verdura in seguito diventano anche torte di carne e di formaggio e  con la cucina rinascimentale anche l’involucro, che prima era semplicemente come un pentolino, diventa commestibile.
Anche la mia ricetta ha un qualcosina di antico, frutta e carne, come Giulia, ma cambia il tipo di carne e ci sono le spezie…

La ricetta: Pie al maiale e mele con noci e spezie
Ingredienti: (con una sfoglia vengono 3 pies, quindi anche il ripieno è calcolato per 3 porzioni)
per l’involucro:
1 pasta sfoglia pronta
semini di papavero
per il ripieno:
250 g di carne di maiale magra (ho usato della lonza)
1 mela golden grande
cipolla (tagliata a pezzettini fini fini, ne avrò usata un cucchiaio circa)
1 cucchiaino di cannella
1 cucchiaino di zenzero in polvere
1 spruzzata di pepe
i gherigli di tre noci a pezzettini non troppo piccoli
vino bianco
sale
olio

Ho tagliato la carne di maiale a cubetti di 1,5cm di lato (più o meno) e l’ho bagnata con mezzo bicchiere di vino bianco.
Ho sbucciato la mela e tagliato a cubetti anche questa.
In una padella ho versato due cucchiai d’olio e ho fatto rosolare la cipolla e la mela per qualche minuto. Poi ho aggiunto il maiale, scolato, e dopo qualche minuto il suo vino bianco. Ho proseguito la cottura, facendo asciugare un pochino e nel frattempo ho aggiustato di sale, pepe e spezie e aggiunto le noci spezzettate. Tagliato a cubetti così piccoli, il maiale cuoce in un attimo.
Poi ho spento e lasciato in caldo, mentre preparavo i gusci di sfoglia.
Ho acceso il forno a 180°.

Nella sfoglia già distesa ho ritagliato tre cerchi del diametro di 12 cm. Poi con i ritagli, rimpastati e ridistesi ho preparato i coperchi.
In ogni stampino da muffin ho messo un cerchio, un terzo del maiale e mele e ricoperto con il cerchio più piccolo, saldando bene i bordi. Poi ho  bucherellato con uno stecchino da spiedini.
Quando erano pronti i tre pies, li ho infornati, giusto il tempo di far cuocere e dorare la sfoglia, circa 20 minuti.
A dieci minuti dalla fine della cottura ho aggiunto in forno anche una teglietta di cuoricini, tagliati con uno stampino da biscotti e decorati con i semini di papavero. (Ma andrebbe bene anche della paprika dolce o qualcos’altro che faccia colore).

Una volta sfornati, ho messo un pie in ogni piattino, e decorato con i cuoricini! <3 <3 <3
Se trovate la cosa un po’ sdolcinata…fate delle stelline, ecco! 😀

Con questa ricetta vorrei partecipare nella categoria “salati” al contest “Capolavori da Gustare” di Fujiko del blog “La ricetta della felicità” in collaborazione con ConGusto, scuola di cucina.

ai fornelli

Mini pancakes alla salsa di mele speziata

 
Per il contest della Cuochina Sopraffina avevo cucinato dei bei pancakes salati, dove spiccava lo splendido verde di una salsa ai broccoli…peccato che al momento di postare mi sono accorta che i broccoli vanno forte tra i sostenitori della Cuochina!!!
Insomma non volevo mettere l’ennesimo broccolo nella lista…
E quindi ho rifatto i pancakes, questa volta in versione dolce, farcendoli con una salsa preparata con le mele.
 
I pancakes si preparano velocemente e la loro consistenza è a nuvoletta. Sono sostanziosi, ma mentre li si mangia sembra di gustare la cosa più leggera del mondo. Sono perfetti per la domenica, quando ci si alza tardi e non si sa se fare colazione o pranzo!!!
Per la salsa ho scelto la mela renetta, che è adattissima da cuocere. Si tratta di una mela piemontese, precisamente della provincia di Cuneo, che viene raccolta proprio intorno alla metà di ottobre. La sua caratteristica è quella di essere bassa e larga e molto rugginosa, ovvero puntinata: in piemontese è detta pum ruslen, pomo arrugginito. La buccia è spessa, proprio a causa dei puntini di ruggine e la polpa è densa e bianco-perlacea.
Ora, visto che ha tanti antiossidanti quanto il broccolo, mi è sembrata una degna sostituta; dolce-acidula al punto giusto è perfetta con questo mix di spezie, ma la sua preparazione tradizionale  sarebbe intera, con la buccia e cotta in forno.
 
La ricetta: Mini pancakes con salsa di mele speziata
Per la salsa:
due mele renette
due cucchiai di zucchero
15 g di burro
due dita di vino bianco
2 chiodi di garofano
1 cucchiaino di cannella
1/2 cucchiaino di curcuma
1 spolverata di zenzero
1 spolverata leggera di pepe bianco
 
Ho sbucciato le mele e le ho tagliate a pezzetti. Le ho messe in una casseruolina con il burro e lo zucchero e, quando hanno cominciato a sfrigolare, ho rigirato velocemente con un mestolo e poi ho fatto sfumare con il vino bianco.
Dopo cinque minuti di cottura ho aggiunto tutte le spezie. Le quantità sono indicate, ma si possono regolare a piacere. Quando ho visto le mele ammorbidirsi, le ho tolte dal fuoco, le ho fatte leggermente intiepidire e le ho frullate nel mixer, aggiungendo qualche cucchiaio di acqua tiepida per rendere il tutto più fluido. Infine ho riversato il tutto nel pentolino, in attesa di essere riscaldato al momento di servire.
 
Per i pancakes (io li ho fatti piccolini, di circa 6 cm di diametro)
100 ml di latte
1 uovo
15 g di burro
95 g di farina
un cucchiaino di lievito per dolci
un cucchiaio colmo di zucchero
 
Ho fatto sciogliere il burro nel padellino che servirà poi a cuocere i pancakes, senza farlo friggere. L’ho mischiato al latte e al tuorlo dell’uovo sbattuto velocemente, con un pizzico di sale. In un’altra ciotola ho messo la farina con il lievito e, sempre mescolando, ho versato la miscela di latte, burro e tuorlo.
Da parte ho montato a neve l’albume con lo zucchero e l’ho aggiunto all’altro impasto, quando la padellina per cuocere i pancakes era già calda.
L’impasto si depone nella padellina con un cucchiaio, (io avevo un piccolo mestolino), e si fa cuocere un minuto; poi si gira dall’altra parte e si fa cuocere un altro minuto. I pancakes vanno poi impilati, perchè non si raffreddino troppo, nell’attesa di essere tutti pronti.
Con queste quantità ne sono venuti 14, del diametro di 6cm.
 
Presentazione finale: 
Io preferisco portare in tavola i pancakes già farciti dalla salsa, che coli un po’ sui lati, e impilati.
Poi sta a ciascuno decidere se mangiarli uno ad uno, smontando la torre, o tagliarli in verticale con il coltello, svelando tutti gli strati. 
Ho riscaldato la salsa per un minuto, ne ho messo una cucchiaiata nel piattino e poi i pancakes intervallati alla salsa e in cima, per completare, qualche filo di miele di acacia e qualche semino di papavero.
 
 
Con questi pancakes e la loro salsa partecipo al contest Salsina Sopraffina, fai felice la Cuochina di Veru in collaborazione con Food&Life.
 
 
ai fornelli, ricette originali

Torta di savoiardi alla ricotta e pesche al Porto con crema diplomatica e lamponi

C’è da dire che è più lungo leggere il titolo che divorarne una fetta!!! 😀
Si tratta di una torta che ho preparato qualche tempo fa, all’inizio dell’estate e che volevo pubblicare prima della fine della stagione delle pesche!!
Non ho voluto chiamarla Charlotte, anche se alla fine la forma è quella lì, perchè non ho preparato io il biscotto Charlotte che dovrebbe dare il nome alla torta, ma ho usato dei savoiardi già pronti.
Per il ripieno mi sono inventata qualcosa…la volevo bella alta, che ne valesse la pena, insomma!!!
E allora ho fatto uno strato alla ricotta e zucchero, aggiungendo semplicemente delle pesche tagliate a dadini e passate velocemente in uno sciroppo di zucchero e Porto.
Il secondo strato è invece composto da una classica crema diplomatica, poco dolce, sovrastata infine da un cuscino di lamponi freschi.

La ricetta: Torta di savoiardi alla ricotta e pesche al Porto con crema diplomatica e lamponi
1° step: la crema diplomatica
questa crema è composta da crema pasticcera e crema chantilly mischiate insieme in dosi di circa 2 parti di pasticcera e 1 parte di chantilly
Per la crema pasticcera ho usato:
3 tuorli
250ml di latte
1 baccello di vaniglia
25 g di farina
85 g di zucchero
Per la crema chantilly ho usato:
125 ml di panna da montare (ben fredda di frigo)
2 cucchiai di zucchero semolato (ripassato nel frullatore per renderlo più fine) assaggiando, a seconda di quanto volete dolce il risulato finale.
Ho messo a scaldare il latte in un pentolino con il baccello di vaniglia, senza farlo bollire.
Intanto ho montato i tuorli con lo zucchero, formando una massa spumosa. Poi ho aggiunto circa 1/3 del latte intiepidito, a filo, continuando a montare. Ho poi aggiunto la farina con un setaccio, a poco a poco, continuando a miscolare con le fruste.
Ho travasato il tutto nel pentolino e l’ho messo sul fuoco, fino a farlo sobbollire, sempre mescolando. a un certo punto la crema comincerà a raddensarsi, a quel punto ho mescolato ancora per poco e poi ho tolto dal fuoco e messo a raffreddare in un piatto largo.
A parte ho preparato la chantilly, montando la panna, circa circa 125 ml con lo zucchero, finchè non era ben soda, poi l’ho messa in frigo.
2° step: crema alla ricotta con pesche + bagna
250 g di ricotta
2 cucchiai di zucchero e 2 cucchiai di miele
1 cucchiaio di maizena
3 pesche sode lavate, sbucciate e tagliate a pezzettini di 1 cm di lato.
1 bicchierino di vino Porto
1 cucchiaio di zucchero per le pesche.
Ho messo le pesche a pezzettini in un padellino con lo zucchero; quando lo zucchero era caramellato ho aggiunto il Porto, lasciando sfumare.
Da parte ho lavorato la ricotta con zucchero, miele e maizena, finchè non è diventata ben liscia.
Poi ho aggiunto le pesche, dopo averle fatte intiepidire, avendo cura di conservare il sughetto di cottura.
Con il sughetto delle pesche ho preparato la bagna per ammorbidire i savoiardi. ho aggiunto qualche cucchiaio d’acqua e ancora un po’ di Porto e ho bne mischiato il tutto.
3°step: montaggio della torta (servono circa 200 g di savoiardi)
Ho utilizzato un ciotolone quadrato di vetro.
Ho tagliato una punta ai savoiardi in modo che sporgessero poco dal bordo della ciotola. 
Ho steso sul fondo uno strato di savoiardi e li ho ben spruzzati con la bagna al Porto.
Ho poi disposto sul bordo i savoiardi in piedi senza alcuna bagna, perchè restassero bene sodi.
Completato il perimetro del contenitore ho versato la prima crema, quella alla ricotta in uno strato ben uniforme.
Ho fatto un altro strato di savoiardi  imbevuti di bagna, riciclando anche le punte precedentemente tagliate.
Ho mischiato delicatamente la crema pasticcera con la chantilly e ho messo all’interno della corona di savoiardi questa seconda farcitura. In cima l’ho decorata incidendo delle righe con una forchetta.
Ho messo il tutto in freezer, per una notte.
Il mattino seguente ho preso la torta dal freezer, ho aggiunto una corona di panna montata sul bordo, e una vaschetta di lamponi, lavati delicatamente ed asciugati, nel centro.
Ho messo in frigo fino al momento di servire, spolverando poi con un tocco di zucchero a velo.

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