ai fornelli

Nidi di stringozzi alla crema di zucca e funghi

Questo post è dedicato al valoroso Albi che ci portò gli stringozzi dall’Umbria, vinse la calura estiva e i chilometri di strada e giunse fino a noi con il prezioso pacchetto e qui, per fargli onore li abbiamo cucinati con zucca e funghi e sono venuti davvero buoni!!!
Gli stringozzi, in alcune zone anche detti strangozzi, sono un particolare formato di pasta umbro di grano duro, senza uova. Sono simili a spaghetti alla chitarra e hanno la caratteristica sezione quadrata.
Gli stringozzi al tartufo ancora da cuocere
Il nome deriva da stringa per scarpe; si racconta infatti che i rivoluzionari anticlericali umbri si appostavano lungo alcune strade dello Stato Pontificio, aspettando il passaggio di ecclesiastici e sostenitori del Papa. Quando il malcapitato capitava su quelle strade, i rivoluzionari si sfilavano le stringhe dalle scarpe e con queste lo strangolavano.
Un’altra leggenda legata al nome di questa pasta ha origine dal fatto che i preti appartenevano ad una classe molto agiata e ricca e si cibavano quotidianamente di cibi raffinati. Quando provavano ad assaggiare i ruvidi stringozzi dei contadini, confezionati senza uova, inevitabilmente facevano fatica a mandarli giù e quasi si strozzavano: da qui il nome di strozzapreti o strangolapreti, nome più diffuso in ambito romagnolo dello stesso formato di pasta.
Che sia vera l’una o l’altra leggenda sul nome di questa pasta, in ambito Spoletino lo stringozzo viene arricchito dal tartufo, o nel condimento o direttamente nell’impasto e spesso viene preparato in modo tradizionale senza sale. L’usanza di non adoperare il sale per la pasta risale alla tassa sul sale imposta dal Papa – ancora lui – nel 1540. Pur di non pagare questa gravosa gabella, gli umbri si adattarono a preparare pane e pasta senza sale.
Inoltre gli stringozzi, per venir buoni, devono essere preparati a “culu mossu”, ovvero l’impasto sarà più buono e saporito tanto più la donna che lo prepara agita vistosamente il fondoschiena nel gesto dell’impastare. 😉

La ricetta: Stringozzi al tartufo alla crema di zucca con funghi


200 g di stringozzi al tartufo
300 g di zucca a pezzi già cotta nel forno  (bastano 15-20 minuti a 170°)3 cucchiai colmi di parmigiano grattugiato + un’altra spolverata
1 spicchio d’aglio
circa 6 funghi pleurotus freschi ( sono quelli detti anche “orecchione”)
sale
pepe
olio evo
olio per friggere

Per la crema di zucca:
Ho privato la zucca dalla scorza esterna e l’ho frullata al mixer con qualche cucchiaio d’acqua calda. A parte ho fatto rosolare uno spicchio d’aglio in un cucchiaio d’olio e poi ho aggiunto la passata di zucca, facendola insaporire per cinque minuti, regolando poi di sale, pepe e parmigiano grattugiato.

Per i funghi:
Ho pulito bene i funghi, privandoli della parte più dura del gambo, e li ho tagliati a striscioline lunghe. Ben asciutti e passati velocemente nella farina, li ho fritti finché non sono diventati croccanti.

Per i nidi di stringozzi:
Ho lessato la pasta in acqua salata. L’ho scolata e condita con metà della crema di zucca e un filo d’olio. Ho formato dei nidi e, dopo averli messi in stampini da muffin, li ho spolverati con poco parmigiano e passati per 10 minuti in forno.
Poi ho suddiviso nei diversi piatti la restante crema di zucca, sopra vi ho deposto il nido, leggermente gratinato e in cima ho messo una manciata di funghi fritti, con qualche fogliolina di prezzemolo tritato.
L’ideale è disfare il nido, e raccogliere un po’ di crema di zucca insieme a qualche frammento di fungo croccante…e poi farne un sol boccone!!!



Con questa ricetta vorrei partecipare al contest “Fuori di zucca” del blog “Su le maniche” delle Sorelle ai Fornelli.
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