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Ludwig II di Baviera, un mistero per sempre

Il 2011 è l’anno di Ludwig II di Baviera, nella ricorrenza del 125° anniversario della sua morte.
Ludwig di Baviera è stato il più conosciuto e amato sovrano bavarese, che in vita fece opere stravaganti e dopo la morte conservò un’aura di misteri insoluti. Rimane tutt’oggi per il suo popolo il Re dei bavaresi e qualcuno lo definisce la prima pop star della storia, una figura complessa assimilabile a quella di Michael Jackson o Freddy Mercury.

Ritratto di Ludwig II di Baviera

Ludwig di Wittelsbach nacque a Nymphenburg nel 1845 e visse per quasi tutta l’infanzia presso il castello di Hohenswangau, con un padre impegnatissimo dalle questioni di stato e con una madre incapace di dargli affetto. Il piccolo Ludwig, timido per natura, si rinchiuse sempre più in se stesso, creandosi un mondo su misura. La sua adolescenza fu segnata da un’istruzione debole, un grande narcisismo e moltissima solitudine.

Divenuto re all’improvviso nel 1864 a soli 18 anni, si tirò addosso gli occhi di tutta Europa. Era alto un metro e novantuno, slanciato, con gli occhi azzurro cupo. Il suo fidanzamento con la cugina Sofia di Baviera (la sorella minore della più famosa Sissi) non diventò mai matrimonio, perché Ludwig lo troncò all’improvviso. Anni dopo fecero scalpore i diari in cui appariva evidente l’omosessualità del giovane Ludwig, a lungo combattuta dalla sua ferrea morale di stampo cattolico, che mai gli consentì di vivere una sessualità libera.

Il castello di Hohenswangau, visto da Neuschwanstein

Nel castello di Hohenswangau, al confine meridionale della Baviera, avvenne un incontro che gli condizionò la vita. Lì infatti conobbe personalmente Richard Wagner che già ammirava da tempo. Ludwig aveva ascoltato il Lohengrin a soli 15 anni e con il suo spirito tipicamente sognatore ne era rimasto assolutamente affascinato.
Una volta divenuto re il suo primo desiderio fu quello di richiamare Wagner che anni prima, sovrastato dai debiti, era fuggito all’estero a causa dei creditori; Ludwig lo finanziò, lo installò nel castello di Hohenswangau  e lo mise al suo servizio per la composizione di nuove opere. La musica di Wagner dava vita a quella che era la visione del mondo di Ludwig: gli antichi miti germanici che aveva conosciuto fin dall’infanzia e che popolavano il mondo parallelo nel quale si rifugiava per sfuggire alle regole di corte.

Renoir – Ritratto di Wagner

Wagner, spesato e mantenuto e senza il pensiero dei debiti, aveva promesso di finire l’Anello del Nibelungo in tre anni. Ludwig si innamorò subito del mondo culturale di Wagner, nutrendo anche una sincera ammirazione per il compositore, che considerò però sempre come una persona di rango inferiore. Per il musicista fece costruire il Teatro dell’Opera di Bayreuth, teatro wagneriano per eccellenza, e i pettegoli parlarono addirittura di una relazione amorosa tra i due. D’altro canto Wagner fu sempre tacciato di un certo opportunismo e dall’alto della sua arte considerava Ludwig come suo pari, tanto che proprio per questa ragione a un certo punto fu allontanato.

Elisabetta d’Austria

Ludwig II era un personaggio particolarissimo, romantico per antonomasia, di notte usciva, passeggiava nella notte, scriveva e leggeva, lasciando libera la propria fantasia; di giorno dormiva fino a tardi, cercando di prolungare il più possibile i suoi sogni. Era però vicinissimo al suo popolo da quale era riamato. Sono molti gli aneddoti che narrano di un re gentile e generoso con i popolani, un re da fiaba.

Aveva stretto un particolarissimo rapporto con la cugina Elisabetta d’Austria, Sissi, con la quale condivideva l’insofferenza per l’etichetta di corte e con cui si scambiava lunghe lettere e versi, soprannominandosi l’un l’altra “gabbiano” e “aquila”.
Il 30 novembre del 1870 Ludwig, a letto con un fortissimo mal di denti, ricevette la visita del conte Holnstein, ambasciatore di Bismarck, che gli consegnò la famosa Kaiserbrief, la “lettera imperiale” in cui lo si spingeva ad avallare l’elezione di Gugliemo I come imperatore tedesco. Dopo lunghe trattative il re acconsentì con la sua firma, ma in questo modo rinunciò all’autonomia della Baviera e divenne più spiccato il suo desiderio di costruirsi un mondo di sogno parallelo a quello reale. Inizia l’epoca della costruzione dei suoi castelli. Ludwig abbandona Monaco per diventare Re di un mondo fiabesco.

Il primo castello fu Linderhof, costruito tra il 1869 e il 1879, e dove Ludwig soggiornò più a lungo. Su una preesistenza di terreno risalente al Quattrocento e sulla successiva residenza di caccia, Ludwig voleva creare una residenza per se stesso, ispirata al Petit Trianon di Maria Antonietta. Al piccolo palazzo geometrico fanno da sfondo un sontuosissimo giardino, con fontane e statue e due padiglioni, ispirati al gusto orientaleggiante dell’epoca ed acquistati direttamente a due Esposizioni Universali di Parigi. Un’altra attrazione di Linderhof è la grotta di Venere, una grotta artificiale di stalagmiti, ispirata alla grotta azzurra di Capri, dove il sovrano amava passare le ore. Le innovazioni tecnologiche e i giochi d’acqua non si contano. Ludwig navigava il lago sotterraneo a bordo di una barca a forma di conchiglia mentre cambiavano le correnti e i colori delle luci grazie a marchingegni meccanici.

Veduta di Linderhof con la catena d’acqua retrostante e lo specchio d’acqua davanti

Andy Warhol – Neuschwanstein

Neuschwanstein è il simbolo della Baviera nel mondo. Realizzato poco lontano da Hohenswangau, castello dove Ludwig era cresciuto, venne realizzato su progetto dello scenografo Christian Jank a partire dal 1869. L’idea venne naturalmente a Ludwig dopo la visita alla fortezza medievale di Wartburg in Turingia. Dall’alto dei suoi 965 m domina i paesi di Füssen e Swangau e diversi laghi tra cui il piccolo Alpsee. Sopra la gola del Pöllat vi è un ponte intitolato a Maria, la madre di Ludwig, dal quale si gode la miglior vista del castello.

Walt Disney rimase affascinato dal castello prendendolo a modello per il castello de La Bella Addormentata nel Bosco nel cartone animato e successivamente nei parchi di divertimenti; Andy Warhol, ugualmente incantato, lo fece soggetto di una sua opera.

Veduta di Neuschwanstein

Neuschwanstein visto dal ponte sopra il Pöllat

La terza creazione di Ludwig fu Herrenchiemsee, costruito a partire dal 21 maggio 1878; il re stesso scelse l’ottima posizione, ovvero il centro del lago Chiemsee, la Herreninsel, ospitante un antico convento di monaci agostiniani.
L’ispirazione per Herrenchiemsee gli venne da Luigi XIV, da sempre figura molto amata dal sovrano bavarese, e l’intento era quello di farne una copia Versailles. La facciata nasce infatti per esserne la copia esatta. Il palazzo non fu mai portato a termine a causa della morte prematura del Re, resta solo il blocco centrale.
Gli interni sono ispirati alla reggia francese con influenze ottocentesche suggerite dal sovrano. Al di là delle varie anticamere, la stanza più sfarzosa di tutte è la camera da letto, improntata al cerimoniale di corte francese; stupefacente la Galleria degli Specchi, lunga 98 metri, 25 più di quella di Versailles.
Veduta di Herrenchiemsee

In tutti e tre i castelli creati dal sovrano, così come nelle preesistenti residenze reali vi erano delle sfarzosissime camere da letto, un vero e proprio vezzo per Ludwig, al limite del pensabile per la profusione di ori e decorazioni. Un’altra particolarità, presente a Linderhof e ad Herrenchiemsee era il famoso Tischlein-deck-dich, il tavolo che si apparecchia da sé, un marchingegno direttamente collegato con le sottostanti cucine, che scendeva spoglio e risaliva imbandito perché Ludwig non fosse disturbato dai valletti mentre mangiava.
Il sovrano era sicuramente interessato alle innovazioni della tecniche e a questo riguardo le sue residenze sono dei veri capolavori, con l’utilizzo di ferro nelle strutture portanti e di sistemi di riscaldamento ad aria calda. A Linderhof le cascate esterne e interne alla grotta di Venere  sono accomunate dal complessissimo impianto idraulico, così come le fontane. Inoltre veniva fatto uso dell’elettricità nell’illuminazione delle sale sotterranee e delle slitte con cui faceva le sue escursioni notturne. Inoltre Ludwig praticava personalmente la fotografia.
Molto era improntato al suo desiderio di spettacolarizzare tutto, ma non può essere un caso che nelle sue creazioni vi siano sempre le soluzioni tecniche più innovative e che egli stesso si fece promotore in Baviera di cultura e scienza nella fondazione dell’Accademia di arti applicate e nell’Istituto di Tecnologia (Politecnico).
interno del teatro di Bayreuth

Intanto il 22 maggio 1872 era stata posta la prima pietra del Teatro di Bayreuth, destinato ad ospitare esclusivamente le rappresentazioni delle opere wagneriane. Ludwig avrebbe voluto costruire per Wagner un grandioso teatro a Monaco che si affacciasse sul fiume Isar, a metà strada tra il Parlamento e l’attuale Friedensengel, ma il Consiglio dei Ministri lo impedì e anni dopo vi trovò posto una statua di Ludwig II.

A partire dal 1877 si fece evidente il cattivo stato delle casse statali, a causa delle forti spese sostenute da Ludwig per le sue costruzioni.
L’ultimo castello sognato dal sovrano avrebbe dovuto essere la rocca di Falkenstein, ma la sua prematura morte lo impedì. 
Nel gennaio del 1886 venne presentato il progetto, ma l’8 giugno i dottori von Gudden, Hagen, Hubrich e Grashey firmarono una perizia, dichiarando il re malato di mente. La perizia era sicuramente avvalorata dalla malattia mentale che aveva colpito anche il fratello di Ludwig, Otto, ma i medici non visitarono mai personalmente il sovrano e, per stilare la perizia, si basarono sulle testimonianze di altri nobili e servitori di palazzo. La reggenza fu affidata allo zio di Ludwig, il principe Liutpold.
Ludwig fu rinchiuso nel castello di Berg, sul lago di Starnberg, con le sbarre alle finestre e guardie alle porte.
Nel pomeriggio del 13 chiese di fare una passeggiata e, visto il suo stato di tranquillità, il medico glielo accordò, accompagnandolo senza alcun seguito o scorta.
Verso sera, dato che non erano ancora rientrati, fu organizzata una spedizione.
I corpi del sovrano e del suo  medico furono ritrovati poco lontano dalla riva verso le 23.
Le ipotesi su questo tragico evento furono molte, ma nessuna chiarì il mistero. Una delle frasi attribuite a Ludwig è: <<Sono un enigma e voglio rimanere un enigma per sempre.>>

I funerali di stato si svolsero il 19 giugno con la più grande partecipazione di folla che la Baviera avesse mai visto. Intorno alla bara fiori a non finire e fra le dita della mano destra di Ludwig un bouquet di gelsomini, dono di Sissi.

La ricetta: Maccheroni ai funghi e speck alla birra.

Una ricettina veloce veloce, neanche tanto bavarese, se non fosse per la birra, ma che mi è sembrata adatta al clima incerto e freschino di questi giorni…sembra ottobre…

Gli ingredienti sono funghi coltivati (200 g), qualche fetta di speck (4fette), prezzemolo e mezzo bicchiere di birra.

Ho pulito e affettato i funghi coltivati, e li ho messi a rosolare con uno spicchio d’aglio.
Intanto ho messo a bollire l’acqua per la pasta.
Una volta che i funghi cominciavano ad ammorbidirsi ho aggiunto la birra e ho lasciato finire di cuocere, per ultimo ho aggiunto il prezzemolo tritato.
Una volta cotta la pasta l’ho passata per un minuto in padella con i funghi aggiungendo anche lo speck tagliato finemente.

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