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Monferrato2Taste, un Monferrato da gustare

Ecco giunto il momento di mettere nero su bianco quella che è stata la bellissima avventura del Monferrato2Taste. Un gruppetto di foodblogger, grazie alla Borsa Internazionale del Turismo EnoGastronomico e all’Ente Turistico di Alessandria, accompagnate dal brio energico di Lara Bianchi e dalla dolcezza scoppiettante di Lisa Devincenzi di Alexala, con la compagnia anche di Emanuela Sarti nella giornata di sabato, hanno avuto la possibilità di conoscere meglio zone, prodotti e produttori del Monferrato alessandrino: io ero tra di loro, con Valeria, Anna, Lia e Ale.
All’arrivo ad Alessandria, dopo una breve sosta al nostro hotel, Alli Due Buoi Rossi, antico edificio in pieno centro, siamo partite per la visita alla città con le nostre guide Lisa e Lara.
Alessandria mi ha lasciato la sensazione di una città dall’aria distinta ed elegante. Molti i palazzi signorili che danno un volto compiuto alle sue strade dritte, sebbene le origini della città siano medievali. Le sue vie e le sue piazze sono piene di storia, come tutte le città a cui ho promesso amore incondizionato. Impossibili da dimenticare l’imponente Palazzo Rosso con i suoi tre quadranti e il galletto segnavento, Palazzo Ghilini di Benedetto Alfieri, il campanile art decò del Duomo, il mosaico del futurista Gino Severini sulla facciata della sede delle Poste e Telegrafi, la statua di Andrea Vochieri con la mano sul petto. Peccato non aver potuto fare foto a causa del buio, ma sono tutte cose che dovreste vedere!!! 
Non importa che l’aria sia pungente e gravida di nebbia; passeggiamo tra le strade eleganti e diritte del capoluogo monferrino e, mentre ascoltiamo i racconti di Lisa, ci perdiamo in un limbo senza tempo. <<Alessandria è una comoda poltrona: ti siedi e ti addormenti>>, diceva Umberto Eco, sbocconcellando la più famosa farinata della città.
Non è proprio così, ma l’atmosfera rilassata si sente.

Per l’aperitivo approdiamo al Mezzo Litro che, con la frizzante ospitalità di Monique Monica Moccagatta, promotrice del Capodanno Alessandrino che si festeggia alla fine dell’estate, fa da contraltare a questa rilassatezza. Provare il Napoleone, succo di mela e Cortese DOC del Monferrato, è d’obbligo, mentre divoriamo gli stuzzichini messi a disposizione.

Per la cena un altro posto caldo e accogliente ci attende, Il Grappolo dello chef Beppe Sardi, che sarà la nostra guida nella mattinata di sabato e il nostro maestro di cucina nel pomeriggio. 
E sono di nuovo sorrisi e chiacchiere sul cibo e su di noi, in un’atmosfera amichevole che subito si è instaurata anche senza conoscerci da lungo tempo. 
Assaggiamo gli agnolotti di Beppe – più che un assaggio era un piattone – e il bollito misto, un classico piemontese, accompagnato da ben 12 tra salse e sali aromatici. Il dolce ci lascia senza fiato, tanto siamo piene, e subito siamo pronte a ripartire alla volta dell’hotel, salutando Lara che non ci accompagnerà nel resto del tour.

La mattina seguente arriva Emanuela Sarti di BITEG. Insieme incontriamo Beppe Sardi alle 8 in punto, e con lui, e lo chef Mattia, ci avviamo alla volta dei negozi più tipici di Alessandria per fare la spesa per la nostra cena. Dalla Galleria Guerci al corso Lamarmora, Alessandria ha un’anima commerciale davvero spiccata. Tante le botteghe alimentari con prodotti di altissima qualità, tanti i caffè, le pasticcerie, le enoteche. In ogni negozio in cui entriamo Beppe ci illustra le eccellenze del territorio e, dove possiamo, assaggiamo, come il nostro status di foodies-foodblogger ci impone!!

Completata la spesa in Alessandria, con tanto di deliziosi Krumiri Rossi, ci dirigiamo verso il caseificio Adorno, in località Cravarezza, che è anche fattoria didattica. Per gustare al meglio un prodotto bisogna conoscerlo, e sicuramente ora la Robiola di Roccaverano la apprezzeremo ancor di più. Visitiamo l’allevamento di capre e vacche e il caseificio ed assaggiamo i formaggi, anche la toma stagionata un anno e la mostarda d’uva.

A questo punto non ci resta che viaggiare in direzione Crevi per la visita all’Azienda Vinicola delle Sorelle Marenco. L’azienda è condotta ormai dalla 4°generazione dei Marenco, e loro portano con molto orgoglio il titolo di donne del vino. Anche qui abbiamo modo di assaggiare i vini, prodotti con passione e sacrificio, e i cibi messi a disposizione dalla cantina: il filetto baciato è una vera esplosione di sapore: si tratta di filetto a pezzo intero insaccato all’interno di una pasta di salame aromatizzata con sale, pepe, noce moscata, aglio e vino rosso.

La Scuola di Formazione Alberghiera di Acqui Terme ci attende; qui si svolge per noi una vera lezione di cucina, tenuta da Beppe Sardi, per la preparazione della cena della sera stessa. L’Istituto è enorme e l’aula che ci accoglie sembra per noi il paese dei balocchi.

Ecco cosa abbiamo preparato:

Baccalà alla Mediterranea
Insalatina  di petto di tacchino
Risotto al Cortese
Salamino del Mandrogno con cipolla rossa e vino rosso
Zabaione con Krumiri

Sullo zabaione, ormai stanche, è tutto un declamare di versi: 

Evviva i Krumiri
dolcezza squisita
che molce il dolore

e allieta la vita!

L’ultima giornata in giro per il Monferrato è dedicata al relax. Raggiungiamo Camino Monferrato e ci lasciamo coccolare dal Wine Resort & Spa Ca’ San Sebastiano, un agriturismo ricavato da un’antica cascina.

Le immagini parlano da sole e la sensazione provata entrando in questi luoghi è esattamente quella evocata dalle immagini. Un luogo sereno e senza tempo, dove il tepore e la tranquillità la fanno da padroni ed io mi sono immaginata, più che seduta in poltrona, in una cucina come questa a preparare una cenetta degna di un re.

Alla fine ci siamo fatte coccolare davvero: grande vasca idromassaggio con getto d’acqua fatto apposta per massaggiare la cervicale, sauna, e vinoterapia. 
Uscite dalla Spa, siamo andate a mangiare qualcosa…ormai avevamo preso il vizio! Il ristorante di Ca’ San Sebastiano è decisamente all’altezza. I piatti sono particolari e curati, e la menzione solenne va al loro delizioso brasato che letteralmente si scioglie in bocca.

Ormai è giunto il momento dei saluti. Alcune compagne di viaggio partono da lì per il rientro. 
Io, con Anna, ho il tempo di ascoltare ancora un bellissimo brano di Giovanni Goria, scovato da Lisa e perfettamente intonato all’occasione: si parla di convivialità ma non solo. 
Si parla tra le righe anche un po’ di noi che in tre giorni abbiamo conosciuto questo angolo del Piemonte di cui ancora si parla poco ma che è ricco di spunti turistici. E il bello è poter scoprire a tavola che non esiste un solo Piemonte, ma mille altri ancora sconosciuti ai più, basta saper assaggiare! 😉

NB. altre foto le trovate qui.

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