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Napoli e i suoi contrasti, una visita tra contemporaneo e antico Miseria e nobiltà: Napoli di varietà e dissonanze

Vi ho parlato di Napoli molte volte dal punto di vista del food, questa volta mi piacerebbe esplorarne qualche angolo tra quelli un po’ meno noti al turismo troppo frettoloso.

Con i treni ad alta velocità ci si arriva facilmente quasi da ogni angolo d’Italia, mentre per dormire a Napoli esistono proposte incredibilmente varie e per tutte le tasche.

Tutti conoscono, ancora prima di arrivare in città, alcuni suoi luoghi iconici: dalla piazza del Plebiscito, al Maschio Angioino, alla via Caracciolo, a Spaccanapoli…

Ma come in ogni grande città, sono tanti gli angoli che, pur noti, nascondono dei segreti, e altri che semplicemente meritano uno sguardo più approfondito.

Napoli contemporanea

Sapevate che esiste in città un complesso di edifici moderni, ultimati nel 1995? È una sorta di piccola Manhattan a due passi dalla Stazione Centrale. Si tratta del Centro Direzionale, progettato dall’architetto giapponese Kenzō Tange e con i lavori di Renzo Piano, Massimo Pica Ciamarra e Nicola Pagliara, e che è stato uno dei primi complessi di grattacieli realizzato nel Sud Italia.
Si trattava di un’area industriale dismessa, ora è il nucleo della vita lavorativa napoletana.

napoli-centro-direzionale

Di Antuang – Opera propria, CC BY-SA 4.0

Napoli dei vicoli

Nettamente contrapposta c’è la Napoli delle stradine strette, ombreggiate, che in alcuni casi rasentano la fatiscenza, ma sempre colorate da panni stesi e recentemente da murales anche molto importanti.

Da un lato quello che era l’antico decumano, una via lunga e stretta che divide la città tra il lato nord e quello sud ed è chiamata “Spaccanapoli”.

©foto di Enzo Abramo

Dall’altro lato i vicoletti talmente corti, che appena imboccati sono già finiti. Parlo della zona dei Quartieri Spagnoli o di Sanità, a lungo considerati luoghi della malavita e molto pericolosi, oggi si aprono al turismo, pur mantenendo la propria identità e svelando la propria anima.

Napoli sul mare

Proprio a un passo dal lungomare c’è riviera di Chiaia: il nome deriva da platja, spiaggia in spagnolo, dal momento che un tempo il mare arrivava proprio fin lì.
Il lungomare odierno di via Caracciolo non esisteva, ed è stato ricavato da una colmata costruita durante il Risanamento di fine ‘800.

Salvatore Candido – Veduta di Napoli d Mergellina – 1844

Qui è un continuo susseguirsi di bei palazzi ottocenteschi e novecenteschi, il giardino della Villa Comunale con le sue piante tropicali, numerosi hotel di lusso.

Curiosamente Mary Shelley, che in Riviera di Chiaia soggiornò durante la stesura del Frankenstein, la scelse come luogo di nascita del suo protagonista.

Una chicca tra tutti i palazzi delle vicinanze è rappresentata dal celebre Palazzo Mannajuolo, costruito nel 1911 e conosciuto per la sontuosa scala ellittica.

Di Armando Mancini from Napoli, Italia – Napoli – Palazzo Mannajuolo, CC BY-SA 2.0

Sempre restando al livello del mare, l’altro luogo da non perdere è l’antico borgo di Santa Lucia, oggi via Partenope, proprio dove Napoli nacque nell’VIII secolo a.C. e dove visse Licinio Lucullo, famoso per i suoi sontuosi banchetti.

Più avanti Santa Lucia divenne una borgata di pescatori, ma è curioso il legame che si venne a costituire tra i Viceré spagnoli e gli abitanti , che dal ‘600 strinsero un rapporto talmente stretto con i potenti dominatori da divenire i principali fornitori della Casa Reale.

Il luogo fu anche metà privilegiata dei viaggiatori del Gran Tour, che vi trovarono il giusto grado di pittoresco che si ricercava in Italia nel ‘700… Tra le rovine romane, le fortezze sul mare, i vicoli fatiscenti e i mangiamaccheroni.
Vi abitarono, tra gli altri, anche Giacomo Casanova  e Alexandre Dumas.

Anche questa zona, come la riviera di Chiaia subì profondi cambiamenti esteriori durante il cosiddetto risanamento di fine ‘800.

Napoli dall’alto

La città è arroccata su colline. Il rilievo più alto è quello dove sorge l’Eremo di Camaldoli, che offre una splendida vista sul panorama. Poco più basso è il punto panoramico di Castel Sant’Elmo e della Certosa di San Martino dalla quale si può abbracciare l’intera città.

Ancora più ravvicinata sul mare, la celeberrima vista che si ha da Posillipo.

Io però vorrei parlarvi di Capodimonte. Un tempo borgo a sé stante per i pessimi collegamenti e per il carattere molto ripido del territorio; è tuttora vicino, ma scomodo da raggiungere. Eppure nasconde tesori. Nel XVIII secolo vi si costruì la Reggia borbonica di Capodimonte, della quale si possono ancora oggi ammirare gli appartamenti reali.

Al di là dei Reali Appartamenti, vi sorge un importante Museo immerso nel Parco, un tempo bosco dedicato alle cacce dei Sovrani.

Il Museo conserva al suo interno collezioni di incommensurabile valore: opere di artisti come Simone Martini, Caravaggio, Simon Vouet, Artemisia Gentileschi, Raffaello, Tiziano, El Greco… e molti altri.

Un momento assolutamente imperdibile di arte e cultura in questa città dai mille volti.

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