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Màn – Vietnam Street Heroines Le fotografie di Ottavia Castellina in mostra al MAO di Torino fino al 2 settembre

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Ha inaugurato il 13 giugno, ma trovo il tempo di scriverne solo ora: Màn – Vietnam Street Heroines, un’esposizione fotografica che racconta tantissimo attraverso un’estrema delicatezza di rappresentazione.

Ottavia Castellina e il suo progetto

La fotografa Ottavia Castellina ha realizzato il suo progetto in collaborazione con il Polo scientifico culturale Italia Vietnam e con il fotografo Tra Thi Ngoc Hoa.

Prendendo spunto dall’antica iconografia delle eroine patriote e dal lavoro dei fotografi ambulanti della seconda metà del XIX secolo, il progetto si compone di una serie di fotografie in bianco e nero, delicatamente acquerellate a mano che ritraggono le eroine del quotidiano della nuova società vietnamita.

vietnam street heroine

Un forte cambiamento è in atto: ad oggi quasi il 60% dei circa sette milioni di lavoratori informali del Vietnam è costituito da donne che lasciano i villaggi natali e la tradizionale cura dei figli e del focolare domestico per cercare reddito altrove. Molte di queste sono venditrici ambulanti, che commerciano a connazionali e turisti il prodotto dei campi o di piccolo artigianato. Quindi da tradizionale pilastro della famiglia nelle campagne, si spostano ad Hanoi, al limite della soglia della povertà, senza smettere di assolvere ai doveri tradizionali.

Sono eroine in quanto in diretta continuità con la società matriarcale pre-confuciana e le patriote che hanno segnato la storia del paese, in transito tra campagna e città e in equilibrio tra passato e presente.

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Lo schermo “Màn”

Il termine Màn in lingua vietnamita viene usato per indicare ciò che separa e protegge: una tenda, ad esempio, o un sipario, uno schermo.
Lo schermo permette di rappresentare l’astrazione, di staccarsi dalla realtà del lavoro quotidiano per avvicinarsi al mito.

Ogni scatto del lavoro di Ottavia Castellina è stato realizzato in pochi secondi, sfuggendo al controllo della polizia locale che proibisce alle venditrici di sostare lungo le strade. Sono stati coinvolti turisti e passanti per reggere lo schermo, il Màn, ed offrire una quinta ideale alle protagoniste della rappresentazione, con i loro fantasiosi mezzi di trasporto.

Felice Beato

Il progetto di Ottavia Castellina consente anche di riscoprire e approfondire il lavoro di un fotografo e viaggiatore italo-britannico che fu tra i primi a spingersi in Oriente per documentare paesaggi, persone, costumi. Si tratta di Felice Beato, attivo nella seconda metà dell’800.
Assieme al socio e cognato James Robertson immortalò la caduta di Sebastopoli, la guerra di Crimea, la guerra dell’oppio, la ribellione indiana del 1857. Lavorò anche con suo fratello Antonio e fu tra coloro che immortalarono il Palazzo d’Estate di Pechino, prima della sua distruzione.

«Beato fu un pioniere delle tecniche di colorazione a mano delle fotografie e della realizzazione di panorami. Potrebbe aver iniziato a colorare a mano le fotografie su suggerimento di Wirgman o potrebbe aver visto le fotografie colorate a mano dei suoi soci Charles Parker e William Parke Andrew. Qualunque sia stata l’ispirazione i panorami colorati di Beato sono delicati e naturali e i suoi ritratti colorati, sebbene presentino tinte più forti rispetto ai panorami sono anch’essi eccellenti.»

Ecco un assaggio dal suo lavoro:

La mostra fotografica di Ottavia Castellina è a Torino, al MAO, fino al 2 settembre 2018.

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